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Concetti Chiave

  • Lo sport è veicolo di valori fondamentali come il rispetto, il lavoro di squadra e la coesistenza pacifica, che dovrebbero migliorare le relazioni sociali.
  • Nonostante i valori positivi dello sport, episodi di razzismo e violenza negli stadi europei dimostrano un fallimento nel combattere la discriminazione razziale.
  • Il panorama sportivo è stato segnato sia da episodi di discriminazione che da celebri dimostrazioni antirazziste, come quelle di Jesse Owens e Muhammad Ali.
  • Storie di atleti come Muhammad Ali evidenziano come lo sport possa essere una piattaforma per lotte politiche e sociali contro il razzismo.
  • Il razzismo nello sport rimane un problema persistente, aggravato dalla mancanza di regolamentazioni e leggi che promuovano l'inclusione e l'uguaglianza.

In questo tema si parla del razzismo nello sport. Purtroppo, troppo spesso sentiamo parlare di violenza negli stadi e di episodi di discriminazione razzista nelle competizioni sportive. E tutto ciò deve far riflettere. Per prima cosa sullo scarso livello di sensibilità al problema delle società contemporanee (specialmente in termini di politiche e azioni concrete atte a scongiurarlo). Ma anche sul perché del fallimento di potenti valori di solidarietà intrinseci nel significato stesso di sport. Razzismo nello sport: tra discriminazioni e lotte politiche articolo

Indice

  1. Lo sport: veicolo di valori fondamentali
  2. Razzismo negli stadi, il fallimento dello sport
  3. Affermazioni dei diritti: lo sport è anche teatro di lotte politiche
  4. Razzismo nello sport: un problema ancora troppo presente

Lo sport: veicolo di valori fondamentali

Nel 1992 il Consiglio d’Europa a Rodi delinea la sua definizione di sport presentandolo come: “Qualsiasi forma di attività fisica che, mediante una partecipazione organizzata o meno, abbia come obiettivo il miglioramento delle condizioni fisiche e psichiche, lo sviluppo delle relazioni sociali o il conseguimento di risultati nel corso di competizioni a tutti i livelli”.

Al di là, dunque, della sua importanza nella crescita e formazione (fisica e psichica) di ciascun individuo, è interessante notare una cosa. E cioè che il concetto di sport non può prescindere dallo “sviluppo delle relazioni sociali”. L’attività sportiva non è solo un mezzo attraverso cui ci si forma caratterialmente e si lavora su se stessi per raggiungere i propri obiettivi. Non è dunque solo una rincorsa a dei goal personali. È soprattutto il miglioramento di se stessi in vista di una vita in società. E insegna il metodo per agire e pensare in relazione al prossimo, seguendo i valori fondamentali del rispetto. Si basa su lavoro di squadra, confronto con i propri limiti e con le abilità degli altri, i principi di una coesistenza pacifica tra gli individui.

Per ulteriori approfondimenti sul tema del razzismo vedi qui

Razzismo negli stadi, il fallimento dello sport

Però, a volte questi valori vengono meno. E prevale la cattiva competizione, lo sfottò, il senso di superiorità di una fazione rispetto ad un’altra. O di un individuo rispetto ad un altro. Ed è facile sfociare nella violenza della discriminazione razziale. Negli ultimi anni purtroppo, in Europa, soprattutto gli stadi di calcio (e questo è sicuramente anche perché il calcio è tra gli sport più seguiti in assoluto in Italia, e quindi di più se ne parla), sono stati teatro di uno scempio, spesso rimasto impunito, spesso addirittura idolatrato.
Cori razzisti e striscioni contro giocatori di altre nazionalità, e contro tifosi di altre fedi calcistiche sono ormai all’ordine del giorno nei campionati di calcio europeo. E questi atteggiamenti non solo segnano il fallimento individuale di chi li pratica e li rincorre (e la logica di gruppo aiuta anche a fomentarli), ma anche della società che li permette e non fa abbastanza per scoraggiarli. Le stesse federazioni sportive ammettono il loro disagio al verificarsi di tali episodi, ma agire sembra complicato, a volte impossibile. Lo stesso direttore dell’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) in un’intervista del 2019 ha affermato: “la strada per combattere il razzismo negli stadi sarà lunga e richiederà un grado di coraggio molto alto per non cedere ai ricatti dei violenti”.

Per ulteriori approfondimenti sulla discriminazione razziale vedi qui

Affermazioni dei diritti: lo sport è anche teatro di lotte politiche

Quello della violenza e discriminazione razzista però, non è una questione solo contemporanea. E non è, ovviamente e sfortunatamente, limitata solo all’ambito calcistico. Tanti sono infatti gli episodi che hanno segnato la storia e gli sport, dando a questo grave problema dei famosi precedenti. Ma, specchio della società, il panorama sportivo si è illuminato anche grazie ad episodi di dimostrazioni antirazziste e di lotte politiche contro le discriminazioni di razza. Un caso celebre fu quello di Jesse Owens, atleta afroamericano che vinse la medaglia d’oro durante le Olimpiadi del 1936 di Berlino. Organizzati sotto il regime nazista di Hitler, i giochi olimpici dovevano essere l’ennesima assurda dimostrazione di superiorità della razza e della grandezza del popolo tedesco. E di fatto furono una più evidente dimostrazione che non esiste razza né tantomeno superiorità razziale.

il tema del razzismo

Un famoso episodio di lotta politica però, fu ancora quello del pugile nero Cassius Clay, conosciuto con il nome di Muhammad Ali. Oltre ad essere un grande sportivo, Muhammad Ali (che cambiò il proprio nome, simbolo segregazionista, in segno di protesta) fu un simbolo di rivincita e riscatto personale. Lottò infatti per il Black Power, affinché i neri avessero gli stessi diritti dei bianchi, e fu grande amico e sostenitore di Malcom X e Martin Luther King Jr. Prese anche dei rischi per portare avanti le sue lotte e convinzioni politiche verso un’America razzista. Nel 1967 infatti gli venne tolto il titolo mondiale perché rifiutò di combattere in Vietnam contro i Vietcong.
Rimase comunque un monumento per la lotta antirazzista che mise la lotta per la propria gente al primo posto. Celebre fu infatti la sua affermazione: “Come mi piacerebbe essere ricordato? Come un uomo che non ha mai venduto la sua gente. Ma se questo è troppo, allora come un buon pugile”.

Per ulteriori approfondimenti sul tema dell’uguaglianza vedi qui

Razzismo nello sport: un problema ancora troppo presente

Come si è cercato di argomentare, il problema del razzismo nello sport purtroppo è ancora troppo reale. Al di là di tifoserie, di sport, di nazioni, e di livelli amatoriali o professionali, spesso è il sistema sportivo stesso ad essere discriminatorio. E questo anche perché, ad esempio, mancano regolamentazioni e leggi che agevolino riconoscimenti di cittadinanza. Pochi, infatti, sono gli atleti neri che vengono ammessi alle olimpiadi, spesso perché la visione di chi dirige e gestisce è molto nazionalista. Ad andare a fondo alla questione la strada da fare è ancora tanta, non solo nello sport, ma nelle società stesse, di cui lo sport, spesso in questi casi, è una spiacevole espressione.

Per ulteriori approfondimenti sul tema del razzismo nello sport vedi qui

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo dello sport secondo il Consiglio d'Europa?
  2. Il Consiglio d'Europa definisce lo sport come un'attività che migliora le condizioni fisiche e psichiche, sviluppa le relazioni sociali e persegue risultati nelle competizioni, sottolineando l'importanza dello sviluppo delle relazioni sociali.

  3. Quali sono le manifestazioni di razzismo negli stadi di calcio europei?
  4. Negli stadi di calcio europei si verificano cori razzisti e striscioni contro giocatori di altre nazionalità e tifosi di altre fedi calcistiche, episodi che spesso rimangono impuniti e rappresentano un fallimento della società.

  5. Come lo sport è stato teatro di lotte politiche contro la discriminazione razziale?
  6. Lo sport ha visto episodi di dimostrazioni antirazziste, come le vittorie di Jesse Owens alle Olimpiadi del 1936 e le lotte di Muhammad Ali per i diritti dei neri, che hanno sfidato le discriminazioni razziali.

  7. Quali sono le difficoltà nel combattere il razzismo negli stadi secondo l'Unar?
  8. L'Unar sottolinea che combattere il razzismo negli stadi richiede coraggio e una lunga strada, poiché è complicato agire contro i ricatti dei violenti e le federazioni sportive ammettono il loro disagio.

  9. Perché il razzismo nello sport è ancora un problema attuale?
  10. Il razzismo nello sport persiste a causa di un sistema sportivo spesso discriminatorio, mancanza di regolamentazioni e leggi adeguate, e una visione nazionalista che limita la partecipazione di atleti neri alle competizioni internazionali.

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