Sara5657
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Concetti Chiave

  • L'Illuminismo, originato dal termine tedesco "Aufklärung", è stato il più significativo movimento intellettuale del XVIII secolo in Europa, enfatizzando la centralità della ragione e il rifiuto delle tradizioni non dimostrate scientificamente.
  • Il movimento si sviluppò principalmente in Francia, dopo le sue origini inglesi con John Locke, e promosse una laicizzazione della cultura, criticando l'oscurantismo e l'intolleranza religiosa.
  • Gli intellettuali illuministi, come Voltaire e Montesquieu, miravano a educare la società, promuovere il progresso e la libertà individuale, e favorire la separazione dei poteri politici.
  • Personaggi chiave come Diderot e D'Alembert, attraverso l'Enciclopedia, cercarono di diffondere la cultura illuminista, benché principalmente tra i borghesi, non tra le classi lavoratrici.
  • Rousseau, sebbene parte del movimento, differì dagli altri illuministi rifiutando l'idea di progresso e sottolineando la degenerazione della società causata dalla proprietà privata.
Questo appunto di Filosofia riguarda l’Illuminismo, illustrandone le caratteristiche, i personaggi storici che hanno contrassegnato questo periodo e i valori di cui è stato promotore.
Il periodo dell’Illuminismo: spiegazione e figure più importanti articolo

Indice

  1. L’età dei lumi e la centralità della ragione
  2. Il ruolo dell’intellettuale nel periodo illuminista
  3. Gli intellettuali più famosi di questo periodo

L’età dei lumi e la centralità della ragione

L’Illuminismo, il cui nome deriva dal tedesco Aufklärung («rischiaramento») fu il più importante movimento intellettuale dell’Europa del Settecento. Viene espressa la convinzione che l'uomo debba essere illuminato, ossia guidato dalla luce della ragione. Le origini dell'Illuminismo risalgono in Inghilterra alla fine del Seicento, in particolare grazie alla filosofia di John Locke. Tuttavia, il movimento conobbe il suo sviluppo più intenso in Francia, proprio a partire dal primo trentennio del Settecento. La massima fioritura dell'Illuminismo. Inizio con la fine delle guerre nel 1763 e terminò nel 1009 con lo scoppio della Rivoluzione francese. Quella che precede la rivoluzione è proprio la primavera dei Lumi. In pochissimo tempo il movimento conquistò l'intera Europa. La caratteristica fondamentale dell'Illuminismo fu la fiducia nella ragione che era lo strumento principale di un uomo e che consente adesso di risolvere problemi e di controllare la natura. Tuttavia, non era una fiducia cieca, poiché alcuni illuministi riconobbero anche l'importanza del sentimento e molti respinsero la filosofia razionalista elaborata da Cartesio, che pretendeva di fare della ragione l'unica fonte della conoscenza umana. Riconobbero invece che la ragione andava proprio applicata all'esperienza, secondo quanto propugnato da Galileo e da Newton. L'Illuminismo riusciva a realizzare quella laicizzazione della cultura che era iniziata sin dal Rinascimento. Affidarsi alla ragione voleva dire respingere il valore della tradizione, cioè tutte quelle conoscenze e dottrine che non erano dimostrate scientificamente, ma che erano considerate vere solo attraverso la consuetudine e l'autorevolezza di chi le aveva elaborate. La ragione veniva interpretata come spirito critico che era l'atteggiamento opposto di chi crede ciecamente in una cosa. L'Illuminismo denunciò l'oscurantismo del passato e diede la responsabilità soprattutto alle religioni positive, le cui verità vanno ad avvilire lo spirito critico e inducono a intolleranza e fanatismo. Essi consideravano infatti la Chiesa cattolica la massima espressione di questi atteggiamenti.

Il ruolo dell’intellettuale nel periodo illuminista

L'Illuminismo coltivava l'ambizione di fondare una nuova epoca e questo è quello che emerge dalla celebre risposta alla domanda “Che cosa è l'Illuminismo?” elaborata dal filosofo tedesco Immanuel Kant. Il filosofo nel 1783 pubblicò la sua risposta nel «Berlinische Monatsschrift»:
«L’Illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l’incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stesso è questa minorità, se la causa di essa non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! È questo il motto dell’Illuminismo».
L'Illuminismo avrebbe consentito, attraverso la centralità della ragione, di aprire un'epoca nuova, libera da tutti i dogmi del passato, esattamente come aveva fatto il Rinascimento che aveva liberato l'umanità dall'oscurantismo medievale. Un altro tratto messo in luce e la fiducia nel progresso. Infatti, molti sostenevano che la storia fosse un passaggio a forme superiori di civiltà e nella battaglia per il progresso il ruolo fondamentale era riservato all'intellettuale chiamato ad educare gli uomini all'esercizio della ragione e a liberarli dall'ignoranza. L'attività culturale veniva vista come un'impresa politica, in quanto la cultura doveva incidere sull'esistenza degli uomini, dando conoscenze tecniche e indicando modelli di organizzazione dello Stato efficaci. L'intellettuale è vero filosofo, è proprio colui che si impegna a divulgare le conoscenze e lotta perché esse siano applicate. Allo stesso modo anche la contrapposizione tra le nazioni che aveva provocato numerose guerre doveva essere superata dall'ideale del cosmopolitismo, ossia che tutti gli uomini potessero far parte di una comunità mondiale della ragione che era perpetuamente in pace. Misti contrapponevano la religione naturale a quella positiva ed esaltavano l'uguaglianza propria del diritto naturale rispetto ai privilegi del passato. Uno degli intellettuali più famosi di questo periodo, Rousseau scrisse in un celebre passo dell'”Emilio”: «Tutto è perfetto quando esce dalle mani dell’autore delle cose, tutto degenera fra le mani dell’uomo».
Il periodo dell’Illuminismo: spiegazione e figure più importanti articolo

Gli intellettuali più famosi di questo periodo

Alcuni intellettuali famosi del periodo illuminista furono:

  1. Voltaire = Era l'intellettuale francese più rappresentativo del partito dei filosofi. Grande drammaturgo, autore di saggi, di filosofia e di storia e anticonformista. Il suo obiettivo era quello di creare una società rispettosa delle libertà individuali, retta da uno Stato tollerante, ma anche in grado di imporre rispetto della legge, perché la libertà consiste proprio nel non dipendere da nient'altro, se non dalla legge. Per ottenere questo era necessario condurre una fervida battaglia contro l'antico regime, attraverso la mobilitazione dell'opinione pubblica.
  2. Diderot e D’Alembert = Sotto la loro direzione, nell'arco di un ventennio, vennero stampati i volumi dell'Enciclopedia. Essa rappresenta la cultura illuminista giunta nella sua fase più matura e rivolta ad una società che sentiva ormai l'esigenza di comprendere mutamenti, anche radicali, nelle sue strutture politiche e sociali. È l'obiettivo principale. Era proprio la conquista della libertà. L'opera fu letteralmente un successo editoriale. tuttavia gli illuministi con quest'opera non volevano educare tutti gli uomini ma la loro azione era rivolta principalmente ai borghesi. Come disse Voltaire: «Io intendo per popolo la plebaglia che non ha che le proprie braccia per vivere. Dubito che questa categoria di cittadini abbia il tempo o la capacità di istruirsi morirebbero di fame prima di diventare filosofi: mi sembra essenziale che ci siano dei pezzenti ignoranti. Se voi faceste fruttare come me una tenuta, e aveste degli aratri, sareste del mio parere, non è la manovalanza che bisogna istruire, è il borghese medio, è l’abitante della città».
  3. Montesquieu = Fu un avversario dell'assolutismo fu presidente del Parlamento di Bordeaux nel 1016. Cerco sin da subito di rivalutare il ruolo storico e politico dell'antica nobiltà contro ogni forma di governo dispotico. Egli ritiene che i sistemi giuridici debbano essere adattati alle condizioni ambientali, culturali e politiche che sono ovviamente differenti da uno Stato all'altro ed è per questo motivo che lo Stato può avere solo un denominatore comune che è rappresentato dalle tre funzioni fondamentali: il potere legislativo, che è quello di fare le leggi, il potere esecutivo, che è quello di governare applicando le leggi e il potere giudiziario che ha il potere di punire i delitti e giudicare le liti tra privati. Fu quindi il primo teorizzatore della separazione dei poteri che rappresenta uno dei punti cardine della tradizione costituzionalista, elaborata inizialmente dal pensiero politico inglese.
  4. Rousseau = respinse l'ottimista, fiducia nel progresso. Propria della maggior parte degli illuministi, e infatti la storia per lui non rappresentava un cammino di civiltà, ma un processo di degenerazione che aveva solo peggiorato la condizione dell'uomo. La causa di questo peggioramento è stata individuata proprio nella formazione della proprietà che nello Stato di natura era sconosciuta. La conseguenza fu la generazione di una diseguaglianza che distinse gli uomini in poveri e ricchi. Per ripristinare la condizione dello Stato di natura è necessario risalire a un contratto sociale in cui l'individuo cede tutto se stesso al nuovo corpo sociale che esprime, quindi la sovranità attraverso la volontà di tutti.
Per ulteriori informazioni sull’Illuminismo vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Qual è la caratteristica fondamentale dell'Illuminismo?
  2. La caratteristica fondamentale dell'Illuminismo è la fiducia nella ragione come strumento principale per risolvere problemi e controllare la natura, pur riconoscendo l'importanza del sentimento e l'esperienza.

  3. Qual era il ruolo dell'intellettuale durante il periodo illuminista?
  4. L'intellettuale aveva il compito di educare gli uomini all'esercizio della ragione, liberandoli dall'ignoranza e promuovendo il progresso attraverso la cultura e la conoscenza.

  5. Chi erano alcuni degli intellettuali più famosi del periodo illuminista?
  6. Alcuni intellettuali famosi del periodo illuminista includevano Voltaire, Diderot, D’Alembert, Montesquieu e Rousseau, ciascuno con contributi significativi alla filosofia e alla società.

  7. Come veniva vista la cultura durante l'Illuminismo?
  8. La cultura era vista come un'impresa politica, destinata a incidere sull'esistenza degli uomini, fornendo conoscenze tecniche e modelli di organizzazione dello Stato efficaci.

  9. Qual era la visione di Rousseau riguardo al progresso e alla storia?
  10. Rousseau respingeva l'ottimismo degli illuministi riguardo al progresso, vedendo la storia come un processo di degenerazione che aveva peggiorato la condizione dell'uomo, causato dalla formazione della proprietà e dalla disuguaglianza.

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