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Concetti Chiave

  • L'Illuminismo, emerso nel XVIII secolo, fu un movimento filosofico, politico e culturale che mirava a illuminare le menti attraverso la ragione e il metodo scientifico, opponendosi ai dogmi religiosi e all'assolutismo.
  • Montesquieu, Voltaire e Rousseau furono i principali esponenti dell'Illuminismo francese, contribuendo con idee di separazione dei poteri, progresso sotto un sovrano illuminato e democrazia basata sul contratto sociale.
  • L'Enciclopedia, ideata da Diderot e D'Alembert, rappresentò un progetto chiave dell'Illuminismo, raccogliendo e diffondendo le conoscenze umane per promuovere il progresso attraverso la ragione.
  • Il dispotismo illuminato vide sovrani europei adottare riforme ispirate alle idee illuministe, migliorando amministrazione e giustizia, ma senza modificare il potere assoluto, mantenendo privilegi nobiliari.
  • In Italia, l'Illuminismo ispirò riforme legislative, fiscali ed economiche, con figure come Beccaria che influenzarono l'abolizione della pena di morte e la promozione dell'educazione per prevenire i crimini.
Questo appunto di Storia Moderna presenta il periodo noto come “Secolo dei lumi” o Illuminismo, soffermandosi sugli aspetti e le caratteristiche principali di questa corrente, sulle novità introdotte, sia a livello scientifico che divulgativo e politico, e sui protagonisti fautori di questo movimento.
L'Illuminismo: un'epoca di trasformazioni culturali e politiche articolo

Indice

  1. L’illuminismo, breve mappa concettuale del Secolo dei Lumi
  2. Il rapporto fra Illuminismo e politica, i principali esponenti
  3. Il prodotto culturale dell’Illuminismo: L’Enciclopedia
  4. Il dispotismo illuminato e l’influenza dell’illuminismo in Italia

L’illuminismo, breve mappa concettuale del Secolo dei Lumi

La rivoluzione scientifica, nata in Italia a partire dalla dottrina galileiana, si diffuse velocemente in tutta Europa, soprattutto in Francia, che fu il luogo in cui l’Illuminismo raggiunse il suo apice.

L’illuminismo

fu un movimento filosofico, politico, sociale e culturale sorto nel XVIII secolo, e di preciso fra il 1715 e il 1789, che nacque in Inghilterra per poi diffondersi in tutta Europa. Questo movimento mirava ad “illuminare” le menti degli uomini, avvicinandoli ad un nuovo tipo di conoscenza che si basava sulla ragione e sul metodo scientifico, ecco perché questo periodo viene definito il Secolo dei lumi.
Gli illuministi, attivi in campo politico, economico, filosofico, letterario, sociale e culturale, sostenevano idee di uguaglianza, di giustizia, di libertà di pensiero e di religione, in contrapposizione ai dogmi e ai dettami imposti dalla Chiesa e dai sovrani assoluti. Gli illuministi sostenevano anche la necessità di applicare un atteggiamento di libertà all’economia, battendosi affinchè ognuno fosse libero di esercitare la professione scelta senza aiuti né limitazioni, quindi libero di produrre e di commerciare entro il proprio paese o all’estero. Nel Settecento, infatti, il commercio era ancora regolato dai sovrani, i quali imponevano dazi e tassazioni sulla compravendita di merci anche tra due regioni dello stesso Stato, oltre che per i commerci fra Stati differenti. Le idee di libertà introdotte dall’Illuminismo innescarono una profonda trasformazione dell’economia e gettarono le basi della rivoluzione industriale.

Il rapporto fra Illuminismo e politica, i principali esponenti

Attraverso gli Illuministi, le nuove idee liberali approdarono anche in politica, e queste furono teorizzate e rese note dai tre principali esponenti dell’Illuminismo francese: Montesquieu, Voltaire e Rousseau.
Charles de Montesquieu (1689-1755) nel 1748 scrisse e pubblicò “De l'esprit de lois”-Lo spirito delle leggi, opera in cui esaminava le diverse forme di governo susseguitesi nel corso della storia e sosteneva l’idea secondo cui non esisteva un modello politico ugualmente valido per tutti i popoli. Montesquieu affermò che l’autorità di uno Stato si fondava su tre diversi poteri:

  • il potere legislativo, cioè stabilire leggi valide per tutti i cittadini;
  • il potere esecutivo, governare e agire in nome e per conto dello Stato;
  • il potere giudiziario, applicare le leggi per risolvere controversie tra i cittadini e punire atti illegali.

Inoltre, Montesquieu illustrò il principio della separazione dei poteri (valido ancora oggi), ossia la preferibilità di assegnare i tre principali poteri governativi a diverse persone o organismi, così che tutti si controllino a vicenda e nessuno possa abusare del proprio ruolo, al fine di non cadere in forme di governo dispotiche ed autoritarie.
Di diverso parere invece vi fu François Marie Arouet, detto Voltaire (1694-1778) che ritenne ammissibile anche il governo di un sovrano autoritario, purché questi si mostrasse favorevole al progresso e usasse il proprio potere a beneficio dei cittadini, difendendo gli interessi della borghesia imprenditoriale, la nuova borghesia, contro la nobiltà feudale.
Lo svizzero Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) invece, delineò nel suo Contratto sociale l’idea di uno Stato democratico. Secondo Rousseau lo Stato è il prodotto di un patto stipulato fra i cittadini, che ritengono conveniente riunirsi in un’unica entità, ma che allo stesso tempo desiderano conservare la loro libertà e uguaglianza. Quindi, secondo Rousseau, il potere politico appartiene al popolo; chi governa lo fa esclusivamente per mandato e nell’interesse del popolo, al quale spetta l’approvazione delle leggi. Poiché, poi, tutti gli uomini sono uguali e la legge corrisponde alla volontà generale, essa deve riservare eguale trattamento a tutti i cittadini, senza distinzioni dettate dal ruolo o dal ceto sociale ricoperto. Questa idea, infatti, fu precursore del principio moderno secondo cui tutti sono uguali di fronte alla legge. L’opera di Rousseau riscosse un enorme successo in Europa ed influenzò sia la Costituzione degli Stati Uniti d’America, sia i principi della Rivoluzione francese.

Il prodotto culturale dell’Illuminismo: L’Enciclopedia

La convinzione illuminista secondo cui la diffusione del sapere fosse indispensabile per il progresso dell’umanità portò molti studiosi a raccogliersi intorno al progetto, ideato nel 1750 a Parigi da Denis Diderot e Jean-Baptiste D’Alembert, di raccogliere le conoscenze umane in un tomo. Il tomo in questione prese il nome di Enciclopedia o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri, la quale non rappresentava solo il primo prototipo di enciclopedia intesa in senso moderno, ma racchiudeva in sé un lungo percorso, fatto di studi e ricerche, attraverso cui si tentava di lasciare traccia di tutto il sapere umano ai posteri.
Nell’introduzione dell’Encyclopedie, che comprendeva oltre 60.000 lemmi, vi è un “discorso preliminare", il quale illustra ai lettori gli ideali illuministici ai quali si ispira l’opera, e nel quale viene reso noto ai lettori l’intento dell’opera, cioè quello di innescare il lume della ragione. L’Enciclopedia non trattava solo argomenti quali le scienze, l’arte, la letteratura o la filosofia, quindi i saperi della cultura teorica, ma trattava in maniera sistematica tutti i campi del sapere, includendo anche i saperi pratici delle arti e dei mestieri che derivano dalle esperienze dirette degli artigiani, dei tecnici e degli operai del periodo.
L'Illuminismo: un'epoca di trasformazioni culturali e politiche articolo

Il dispotismo illuminato e l’influenza dell’illuminismo in Italia

Alcuni importanti sovrani europei, tra cui Maria Teresa e Giuseppe II d’Asburgo, Federico II in Prussia e Caterina II di Russia, influenzati dalle idee illuministe, diedero vita nei rispettivi stati a un’efficace riformismo, originando una fase di trasformazioni politiche e sociali chiamata dispotismo illuminato (o assolutismo illuminato). Tale ispirazione portò i sovrani coinvolti ad ammodernare la burocrazia e l’amministrazione della giustizia, a creare un sistema scolastico pubblico, a introdurre elementi di tolleranza religiosa e di libertà di opinione e ad adottare misure di liberalizzazione dell’economia. A seguito di queste misure i loro regni ottennero benessere e maggior prestigio politico.
Tuttavia, le idee illuministe non arrivarono a modificare il potere stesso dei sovrani, i quali imposero le riforme dall’alto senza cercare il consenso delle nuove classi sociali. Così facendo rafforzarono ulteriormente i regimi assolutistici di cui erano a capo, infatti molti problemi che si protraevano da secoli rimasero insoluti, e allo stesso modo la nobiltà riuscì a conservare i propri privilegi rispetto alle nuove classi sociali emergenti, soprattutto rispetto alla borghesia.
L’Illuminismo si diffuse anche in Italia; tra i principali illuministi italiani si ricordano Antonio Genovesi, Ferdinando Galiani, Cesare Beccaria e i fratelli Pietro e Alessandro Verri. Nella penisola, l’influenza di questi studiosi riuscì ad ispirare i sovrani di alcune regioni, fra cui gli Asburgo in Lombardia, i Borbone a Napoli e i Lorena in Toscana, che sulla scia delle nuove idee avviarono una serie di riforme: in campo legislativo affermarono il potere dello Stato a scapito di quello ecclesiastico; in campo fiscale si impegnarono a dare una base razionale alla tassazione, determinando i redditi di ciascun cittadino e registrando le sue proprietà in un catasto; in campo economico resero più produttiva l’agricoltura bonificando zone paludose e introducendo nuove tecniche di raccolta. I regnanti illuminati eliminarono, inoltre, i dazi sul commercio. Nel 1768 il granduca di Toscana Pietro Leopoldo abolì la pena di morte, influenzato dal libro Dei delitti e delle pene, pubblicato 4 anni prima da Cesare Beccaria. L’autore milanese sottolineava nella sua opera la necessità di prevenire i crimini con l’educazione e con il timore della legge. Affermava, inoltre, l’inutilità della pena capitale, al cui posto proponeva la “pena di schiavitù perpetua”, cioè l’ergastolo, inteso non come punizione a vita, ma come strumento di rieducazione del cittadino.
Per Ulteriori approfondimenti sull'Illuminismo vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le caratteristiche principali dell'Illuminismo?
  2. L'Illuminismo è un movimento filosofico, politico, sociale e culturale del XVIII secolo che promuoveva la ragione e il metodo scientifico, sostenendo idee di uguaglianza, giustizia, libertà di pensiero e di religione, in opposizione ai dogmi della Chiesa e dei sovrani assoluti.

  3. Chi sono i principali esponenti dell'Illuminismo francese e quali idee hanno promosso?
  4. I principali esponenti dell'Illuminismo francese sono Montesquieu, Voltaire e Rousseau. Montesquieu ha teorizzato la separazione dei poteri, Voltaire ha accettato un sovrano autoritario favorevole al progresso, e Rousseau ha delineato l'idea di uno Stato democratico basato su un contratto sociale.

  5. Qual è il significato dell'Enciclopedia nell'ambito dell'Illuminismo?
  6. L'Enciclopedia, ideata da Denis Diderot e Jean-Baptiste D’Alembert, rappresenta un tentativo di raccogliere e diffondere il sapere umano, promuovendo l'ideale illuminista che la conoscenza è essenziale per il progresso dell'umanità.

  7. In che modo l'Illuminismo ha influenzato il dispotismo illuminato?
  8. L'Illuminismo ha influenzato il dispotismo illuminato portando sovrani come Maria Teresa d'Asburgo e Federico II di Prussia a introdurre riforme politiche e sociali, modernizzando la burocrazia, promuovendo la tolleranza religiosa e liberalizzando l'economia, pur mantenendo il potere assoluto.

  9. Quali sono stati gli effetti dell'Illuminismo in Italia?
  10. In Italia, l'Illuminismo ha ispirato riforme legislative, fiscali ed economiche, come l'abolizione della pena di morte in Toscana, influenzate da pensatori come Cesare Beccaria, che ha promosso l'educazione e la prevenzione dei crimini.

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