Concetti Chiave
- Schopenhauer's philosophy emphasizes the world as a representation, rejecting Hegelian panlogism and idealism, focusing on phenomena rather than the thing-in-itself.
- The concept of the world as will highlights a pessimistic view where life is driven by an irrational force, leading to a perpetual struggle and dissatisfaction.
- Kierkegaard contrasts with Hegel by focusing on individual existence, emphasizing personal choice and the existential angst it brings.
- Marx critiques Hegelian abstraction, advocating for a philosophy grounded in material conditions, emphasizing class struggle as a driver of historical change.
- Marx's theory of surplus value explains capitalist exploitation, where workers' labor creates more value than they receive, leading to wealth accumulation for capitalists.
Indice
- Il mondo come rappresentazione
- L'amore e la volontà
- L'ottimismo e la storia
- Kierkegaard e l'esistenza umana
- L'ironia socratica e l'incertezza
- Vecchi e giovani hegeliani
- Marx e la sinistra hegeliana
- Il manifesto del partito comunista
- La filosofia di Marx
- Materialismo storico e dialettica
- Il capitalismo e il plusvalore
- Alienazione e plusvalore digitale
Il mondo come rappresentazione
Il mondo come rappresentazione.
Si distacca dai filosofi precedenti, infatti:
Contrario al panlogismo hegeliano (= la realtà si identifica con la razionalità)
Infatti considera inutile cercare di trovare un senso razionale al mondo, in quanto irrazionale.
Contrario all’idealismo, poiché è impossibile andare oltre la conoscenza dei fenomeni e cogliere la cosa in sé, considerandola come produzione del soggetto.
Contrario al realismo, poiché non è possibile uscire dal soggetto e attingere la realtà in sé tramite la conoscenza.
Quindi come è possibile conoscere il mondo?
La conoscenza del mondo è la conoscenza di fenomeni e apparenze (risultato di una relazione tra soggetto + oggetto) → il mondo è una mia rappresentazione.
Funzioni conoscitive del soggetto:
Sensibilità = funzione di nervi afferenti, attraverso le sue forme a priori → Spazio e tempo, la cui unione forma la materia, come condizione.
Intelletto = funzione della massa cerebrale, attraverso la causalità (sintesi delle 12 categorie kantiane) → l’intelletto collega causa ed effetto, producendo una conoscenza intuitiva, paragonabile al conoscere sensibile. Infatti la possiedono anche gli animali
Ragione = capacità di formare concetti e di connetterli in ragionamenti (≠ animali) → conoscenza riflessa e immediata.
Principio di ragion sufficiente = fondamento logico della conoscenza scientifica se si applica ai:
processi naturali → otteniamo le scienze naturali
conoscere razionale → principio di conoscenza sufficiente
enti aritmetici e geometrici (spazio/tempo) → matematiche
motivi dell’agire → scienze morali
N.B. = Il tempo e lo spazio sono estranei ai concetti, i quali, invece, sono espressi tramite le rappresentazioni sensibili delle parole, che insieme formano il linguaggio.
→ La parola è l’espressione del concetto.
Il linguaggio è lo strumento della ragione attraverso il quale si fa portatrice di civiltà.
Tuttavia, la ragione può essere fonte di errori che tormentano l’umanità.
N.B. = La conoscenza della ragione non permette di fuoriuscire dal mondo come rappresentazione.
Volontà = è una forza cieca, inconscia, senza finalità, libera ed arbitraria.
Tutto ciò che esiste è proprio la manifestazione della Volontà.
Le idee sono forze eterne, ma oggettivazioni della realtà ( = leggi fisiche).
Gli uomini sono manifestazioni della volontà di vivere, che non fanno altro che portare avanti quest’ultima, realizzandola.
L’uomo deve quindi andare oltre la tirannia del desiderio, per arrivare alla noluntas (non volontà di vivere) → le vie della catarsi.
Visione pessimistica dell’uomo e della storia.
Pessimismo radicale (cosmico, storico, sociale, universale) → La vita e la volontà non hanno finalità e senso razionale.
Ogni forma di armonia che vediamo non è altro che illusoria → miraggio dell’esistenza, che vede imporsi la Volontà.
L’uomo non può non desiderare, ma così non si accontenta mai, perché una volta realizzato un desiderio o soddisfatto un bisogno, il piacere si consuma → Noia.
Si ritorna alla sofferenza, poiché si è di nuovo divorati da un nuovo desiderio.
La vita è tensione continua (“lotta continua”) → es. formica gigante dell’Australia = se tagliata a metà, le due parti, capo e coda, iniziano a lottare tra loro. Il capo morde la coda che si difende col pungiglione.
➪ La vita non è bella, ma è come un pendolo che oscilla tra il dolore e la noia, passando fugacemente per il piacere.
La morte è la disfatta finale della vita.
La consapevolezza di ciò, non fa altro che aumentare il dolore dell’esistenza.
Prospettiva della società e della storia → Convivenza sociale e civile regolano la vita degli uomini, tuttavia basta poco affinché la vera natura umana si scateni e così i suoi istinti primordiali → autoconservazione senza alcuno scrupolo per gli altri.
La ragione è subordinata agli istinti primordiali, infatti fornisce gli strumenti per soddisfarli e la maniera di giustificarli.
L'amore e la volontà
L’amore illude l’individuo di essere felice, rendendolo in realtà schiavo della passione della quale la Volontà si serve per perpetuare la vita e le sue forme.
l'amore ha la sua radice solo nell'istinto sessuale, è un inganno della natura → lo scopo è la conservazione della specie.
→ Caso-limite è la mantide femmina, che divora il maschio dopo l'accoppiamento.
La stessa attrazione tra due innamorati è già la volontà di vivere del nuovo individuo: il matrimonio dunque è sempre infelice perché si preoccupa della generazione futura e non di quella presente.
Nell’amore non c’è altruismo, poiché l’abnegazione nasce dalla Volontà.
La vera pietas è l’amore disinteressato → prendersi cura di una persona.
L'ottimismo e la storia
→ L’ottimismo non è altro che una menzogna che le persone si raccontano per distogliere lo sguardo dalla sofferenza della vita.
➔ Viviamo nel peggiore dei mondi possibili.
La storia è il risultato delle azioni (egoismo, lotte di potere) degli individui → cieca fatalità.
Completamente diverso dalla percezione di Hegel → la storia era la manifestazione e realizzazione dello Spirito.
Da questa situazione esiste una liberazione → prendere coscienza di vivere nell’illusione.
Il nostro conoscere deve, quindi, divenire capace di cogliere le Idee e la Volontà come fondamento di tutto → diventare conoscitore universale (non più individuale).
Per fare questo il nostro conoscere deve spogliarsi dell’individualità, portando la nostra coscienza al di sopra del volere.
Questo processo, così raro, è riservato solo a uomini eccezionali → genio, filosofo o santo.
Arte → prima via della liberazione
L’arte è portatrice di verità e ci libera dagli interessi pratici → funzione metafisica.
Ogni arte corrisponde a un’Idea → es. pittura esprime le Idee del regno animale, la scultura le Idee del corpo umano e la bellezza, etc…
La musica è l’arte dell’interiorità, poiché la sua potenza espressiva non passa attraverso materiali.
Moralità → seconda via della liberazione
Dopo la breve sensazione di libertà che provoca l’arte, l’uomo desidera un’autentica liberazione.
L’attività morale offre all’uomo i mezzi per rendergli sopportabili le pene dell’esistenza.
La morale è l’agire buono e virtuoso indipendentemente da finalità o interesse, tra cui la felicità → in accordo con l’imperativo categorico di Kant.
Tuttavia ciò che porta all’azione morale è la compassione → una sorta di religiosità naturale e perenne nell’uomo, come il dolore.
Dalla compassione derivano la giustizia (impedire l’egoismo) e la carità (trattare gli altri come sé stessi).
Ascesi → unica possibilità di redenzione.
La salvezza sta nella noluntas → abnegazione e rinuncia totale alla Volontà.
N.B. = Schopenauer condanna il suicidio → fallimento dell’esistenza.
La noluntas consiste nella rinuncia e nell’astinenza (es. castità), che causano il “quietativo della volontà” (= spengono la pulsione delle passioni).
Questo processo di esercizio ascetico termina nel Nirvana → totale negazione del mondo, dell’illusione e della Volontà.
N.B. = Questo concetto è ripreso dal Buddhismo.
Infatti la liberazione non porta all’estasi divina. Il Nirvana, ottenuto grazie all’ascesi, è solo un’anticipazione di ciò che avviene dopo la morte → trionfo dello spirito sulla Volontà.
Infatti Schopenhauer si definisce un mistico senza Dio → Misticismo ateo.
Insieme a Schopenhauer è tra i più grandi esponenti antihegeliani.
I motivi:
Kierkegaard e l'esistenza umana
Per Kierkegaard conta più il singolo individuo e la sua esistenza
Esamina ed analizza l’esistenza umana del singolo (diverso dal sistema hegeliano)
Le singole vite non possono essere interpretate da un Assoluto.
Dio non è un’entità già data, bensì il fine di una ricerca dolorosa.
N.B. = Kierkegaard critica aspramente il bigottismo religioso → viene cresciuto col padre che predica un Dio cattivo, che punisce l’uomo per ogni colpa.
Questa educazione si riflette nei rapporti che avrà nella sua vita → non riesce a portare a termine l’amore della sua vita con Regina Olsen (tenterà il suicidio).
Kierkegaard parte dalla sua esistenza per analizzare l’esistenza umana → proto esistenzialista con Pascal.
L'ironia socratica e l'incertezza
Socrate è il grande maestro di Kierkegaard → l’ironia socratica è il momento in cui percepiamo di essere incompleti = la contraddizione socratica → l’uomo e la sua vita sono piene di contraddizioni.
(Es. Devi divertirti → se forzato non è più divertente)
Per Kierkegaard la condizione di incertezza è normale, fa parte dell’essere uomini.
Quindi gli aspetti irrazionali diverranno parte dell’esistenza (diverso da Hegel).
L’ironia preromantica, invece, è una decostruzione che porta a tendere all’infinito.
Kierkegaard è il filosofo dell’impossibilità della scelta, poiché ognuna di esse comporta una rinuncia e a un’esistenza possibile.
Ciò comporta la paralisi, dovuta a quest’angoscia esistenziale.
La nostra identità dipende dalle scelte che compiamo, la paralisi porta a danneggiare anche quest’ultima.
Gli esistenzialisti del 900 ripartiranno proprio dalla fragilità dell’esistenza.
i 3 stadi → 3 esistenze possibili che si escludono reciprocamente. (“Aut Aut”)
Seduttore Don Giovanni o Casanova
Cerca di vivere nell’attimo e nel godimento, rendendo la propria vita un’opera d’arte (es. D’Annunzio, Dorian Gray) → esteti.
L’atto seduttivo è breve, tendendo quindi a ripetersi di continuo → Noia.
La noia è negativa, ma anche positiva → porta al cambiamento a una scelta.
Marito
Protestante, dalla forte etica lavorativa e famigliare.
Il marito sceglie una moglie, di avere dei figli, di mantenerli con il lavoro (etica lavorativa) → altruista.
Tuttavia per quanto si impegni, l’uomo rimane insoddisfatto e precipita nella disperazione di fronte all’universo e alla morte.
Vita religiosa → Abramo
Una via di salvezza, bensì paradossale → la fede infatti è uno slancio irrazionale.
Abramo incarna la vita religiosa, poiché ha obbedito a Dio per tutta la vita, affidandosi a lui. Storia Abramo e Isacco → Abramo pronto a sacrificare suo figlio per dimostrare la sua fede.
L’uomo religioso non sceglie di esserlo, ma è scelto da Dio.
Vecchi e giovani hegeliani
Dopo la morte di Hegel, i discepoli di Hegel si dividono in due correnti:
Vecchi hegeliani = Proseguono in maniera decisa e fedele l’insegnamento di Hegel → conservatori.
Giovani hegeliani → La sinistra hegeliana è data dagli intellettuali che opereranno un cambiamento o una rottura rispetto agli insegnamenti di Hegel.
Gli argomenti di rottura tra gli intellettuali:
Destra hegeliana = La religione è una manifestazione della ragione, ad un grado più semplice per i popoli, rispetto alla filosofia.
Sinistra hegeliana = Sostengono che mettendo la religione a un grado inferiore rispetto alla filosofia, si sostiene che la prima non sia un’adeguata manifestazione della ragione, poiché pecca di quest’ultima.
Per Feuerbach la religione è una manifestazione dell’alienazione.
Destra hegeliana = la realtà è sempre razionale
Sinistra hegeliana = la realtà non è ancora razionale nel presente, lo sta diventando. La filosofia serve appunto a rendere razionale la realtà, comprendendone il grado e rendendola a un livello superiore.
N.B. = La filosofia serve ad analizzare, denunciare e rivoluzionare la realtà attraverso la ragione, non a legittimare l’esistente.
Marx e la sinistra hegeliana
Nasce in Germania nel 1818 da una famiglia ebrea ma si convertirà ad una religione liberle come il padre; quest'ultimo si converte per poter esercitare la professione di avvocato.
Vediamo come una categoria sociale sia oppressa da un’altra categoria: per Marx, la storia è formata da detentori di risorse economiche più consistenti che opprimono le classi sociali più umili.
filosofo di un periodo di dinamicità sia sul livello storico che politico, infatti in seguito a Marx si riferirono numerosi movimenti politici, enti territoriali e stati: Comunismo (stati come Unione sovietica, Cina, Cuba…)
→regimi totalitari
filosofia che viene tradotta in molti linguaggi: economico, sociologico…
Il manifesto del partito comunista
Il “manifesto del partito comunista” (pamphlet del 1848): uno spettro (del comunismo) si aggira per l'Europa, ma non è ancora definito e per questo intimorisce i regimi politici contemporanei. Inizia dunque a frastagliarsi e a dare origine a diverse ramificazioni dello stesso “spettro”.
Non sempre la corrente Comunista coincide con il pensiero filosofico dello stesso scrittore! Molte opere di Marx sono state pubblicate post-mortem poiché sul momento non sono state spiegate dettagliatamente da lui: chi è venuto dopo ha tradotto le sue idee, questo è appunto stato il tradimento di Marx - è stato tradotto in pratiche autoritarie e totalitarie.
La filosofia di Marx
Marx inizia come giovane della sinistra hegeliana (Marx rimprovera ad Hegel l’assoluta astrazione): volontà di mettere al centro della riflessione qualcosa di immateriale, difficile da prendere: l’idea, l’assoluto, da cui si fa derivare tutto ciò che poi abbiamo visto, attraverso la dialettica.
Marx si appropria di alcuni tratti filosofici di Hegel: Hegel fa spesso riferimento a tratti storici così come fa Marx, ma non allo stesso modo poiché Hegel lo usa come giustificazione, mentre la concezione di Marx (marxiana*) trova che la storia non abbia un percorso lineare ma che ogni singolo individuo debba immedesimarsi singolarmente, anche in base alle classi sociali.
Marx fa riferimento ad una dialettica non più tesa a conservare uno status quo, ma una dialettica vista in maniera opposta: dialettica che fa da motore per il cambiamento. In Marx tutto quello che costituisce il nucleo della sua corrente di pensiero è la concretezza: Marx parte dalle condizioni concrete del sociale (in particolare parte dalle classi sociali più basse) - la teoria viene elaborata immergendosi nel sociale.
Friedrich Engels (figlio di operaio) è portatore, nella riflessione di Marx, di un'esperienza diretta del rapporto con la grande questione che solleverà Marx: questione delle classi sociali operaie. Porterà a Marx una visione concreta di ciò che lui analizza attraverso il suo pensiero.
Engels è il fondatore assieme al sodale Karl Marx del marxismo classico e del socialismo scientifico.
Idea della storia di Marx, prossima a quella di Hegel, però se quest’ultimo crede che la storia sia una perfezione di assoluto, per Marx la storia è perfezionamento dell’Uomo, della condizione umana. Marx ha inoltre, come Hegel, una prospettiva sistemica: nella filosofia si possono intrecciare altri campi del sapere - parla delle attività dell’uomo a tutto tondo, non c'è aspetto della vita dell’uomo che non sia trattato dalla filosofia.
Prima fase di Marx: giovane studente universitario che frequenta luoghi del divertimento berlinese - inizia a dare via alla sua vita filosofica attraverso la scrittura di pamphlet e nel 1843 attira l’attenzione del governo che fa chiudere la “gazzetta renana” (nata nel 1841).
È arrivato il momento che la filosofia si occupi di cambiare il mondo: continuamente Marx è in contrasto anche con alcuni rappresentanti della sinistra hegeliana poiché questi restano sul piano dell’astratto - la filosofia per Marx deve declinarsi nella pratica, non ha senso se resta sul piano astratto.
La filosofia marxiana viene considerata pericolosa perché è possibile attuarla concretamente, che non rimane nella sfera del pensiero - i cambiamenti sono invocati a gran voce e sono radicali (ha come punto di riferimento la rivoluzione francese).
Marx è un unicum nel panorama filosofico, il suo intero panorama filosofico è stato preso ed utilizzato per organizzazioni statali - anche se ci sono stati alcuni rapimenti della sua originale teoria.
Marx vive una vita libertina, fa parte della sinistra progressista europea: non ha vita facile - viene cacciato dalla Germania e si rifugia in Francia, dove non ha pace. Lascia la Francia e va in Belgio, a Bruxelles, dove conosce Engels, figura capace di completare la sua visione filosofica e politica che dai suoi studi emergerà.
1864, Marx muore poverissimo, conduce una vita da miserabile (alcune volte aveva impegnato i suoi abiti, al banco dei pegni).
Studia non solo diritto ma anche storia, encomia… porta nei suoi scritti la sua cultura generale, vi sviluppa un sistema che investe la globalità delle questioni sociali a cui lui si interesserà.
Prende le distanze da Hegel, e rimprovera ai giovani hegeliani la visione astratta dei pensieri: bisogna andare oltre l’interpretazione del mondo per cambiare concretamente il mondo stesso. Questo cambiamento non è tranquillo, l'idea che lui ha di cambiamento è rivoluzione.
Mondo ideale: innanzitutto va operata un’analisi della vita dell’uomo comune, Marx dice di partire dalle condizioni reali (Marx è il padre del materialismo storico ed Hegel cerca di illustrare questa condizione). Le condizioni materiali in cui gli uomini vivono sono descritte dalla storia, storia nella quale gli uomini manifestano bisogni reali legati alla propria sopravvivenza (il luogo prioritariamente manifesta bisogni per sopravvivere). Nella storia, gli uomini hanno cercato il modo di produrre migliore di cui hanno bisogno, una volta prodotto ha eventualmente potuto produrre qualcosa che soddisfacesse i suoi bisogni spirituali.
Nel tempo devono definirsi le “strutture e le sovrastrutture”, nella storia questi fattori cambiano, ma cosa sono? Le strutture = insieme di condizioni materiali che rendono possibile la sopravvivenza dell’uomo, la struttura comprende anche le modalità attraverso le quali questi beni vengono prodotti.
Nella sovrastruttura sono comprese tutte quelle espressioni culturali che giustificano i modi di produzione e le relazioni esistenti tra i diversi fattori della produzione.
Mentre per Hegel la dimensione dialettica è positiva perché consente il superamento dell’opposizione tra tesi e antitesi. Per Marx assume una connotazione negativa: la dialettica oppone sistematicamente nella storia alcuni uomini ad altri - siamo in presenza della storia dei conflitti (come vedremo nel manifesto del comunismo). Una classe sociale si oppone ad un’altra in un conflitto assai sanguinario in alcuni casi. La sua concezione della storia è di tipo materialistico (no astrattismo, si vita reale quotidiana di tutti gli uomini).
La storia è la storia di produzione dei mezzi che servono all’uomo per la sopravvivenza.
Marx analizza il rapporto stato-società: per Hegel questo rapporto è un rapporto che fa derivare la società dallo stato, Marx inverte questa relazione - la società genera lo stato - sono le relazioni tra gli uomini a determinare il tipo di stato che viene a costituirsi.
In ogni stato, astrattamente, ci si basa sul principio dell’uguaglianza, almeno formalmente! -> (Stati teocratici, molti stati islamici, sono fondati su uno stato che si basa sulla religione - Marx si basa sugli stati fondati sul diritto - post rivoluzione francese).
L’articolo 3 della costituzione italiana proclama eguaglianza formale - la possibilità che l’uomo sia considerato realmente libero può essere messa in crisi da determinate situazioni: non si parla più di piano spirituale ma piano materiale! Eguaglianza difficile da praticare proprio per condizioni di nascita per esempio - oggettivamente già questa è una differenza. Condizione che non possiamo ignorare secondo Marx, è proprio nella natura economica della persona.
Materialismo storico e dialettica
Concetto di materialismo storico: la storia non è un concetto astratto, non è uno sviluppo di un’idea ma è uno sviluppo materiale. Si mettono insieme modi di produzione in una società: le forze produttive e i rapporti di produzione.
Forze produttive: insieme dei lavoratori, dei mezzi utilizzati per produrre e le conoscenze tecnico-scientifiche che rendono possibile il processo di produzione.
Rapporti di produzione: le relazioni che esistono tra tutti gli elementi che costituiscono le forze produttive.
Riferimento storico: da società primitive, in cui tutti gli uomini sono in rapporto con la natura operando con le loro conoscenze e la loro forza, al fine di sopravvivere. Segue poi la società antica, dove i rapporti di forza hanno portato alla suddivisione radicale tra uomini liberi e schiavi (si costituisce un ordine sociale: alcuni uomini diventano padroni di altri), questa condizione rimane anche nella società feudale, dove ci sono uomini che vivono in condizione di schiavitù - progressivamente Marx, facendo riferimento al modo in cui si produce, individua fasi nelle quali l’ordine precedente viene messo in discussione da un’azione rivoluzionaria, come accade con la rivoluzione francese quando il terzo stato mette in discussione il regime.
Quella rivoluzione rimane incompiuta, qualcosa secondo Marx va ancora fatto: è mancata ai protagonisti della rivoluzione la reale coscienza (coscienza di classe) delle proprie possibilità, dei propri diritti, per questo la lotta si è smorzata. Anziché veder nascere una nuova società fondata sull’uguaglianza, si fonda una società fondata sul capitale.
Il capitalismo e il plusvalore
Le caratteristiche del capitalismo: il capitalismo è il modo in cui la società ha trovato una nuova via per realizzare un diverso modo di produzione e una diversa utilizzazione di ciò che viene prodotto, la merce.
Prima del capitalismo, le leggi economiche prevedevano: la produzione di merci da parte di ogni uomo, quando mancava di qualcosa, l’uomo scambiava il proprio surplus con del denaro (vendita) e con il denaro acquisito acquistava merce che non era in grado di produrre in maniera autonoma.
Dice Marx che questo scambio avveniva secondo l'uso di una formula elementare: merce-denaro-merce→ Ragionamento economico che precede il sistema economico capitalistico, dove questo rapporto viene del tutto ribaltato: il capitalismo trasforma il denaro in merce per cui il processo che si mette in moto non parte più dalla merce ma dal denaro che si trasforma in merce e ritorna ad essere denaro: denaro-merce-denaro. Il lavoro viene considerato merce, anzi, l’individuo e la sua attività nel capitalismo sono considerati merce a causa dell’impoverimento di gran parte della popolazione.
Categoria sociale che fa più figli per possedere più forza lavoro = proletariato.
Alienazione e plusvalore digitale
Per fare profitto, succede qualcosa di drammatico (Marx riprende questo concetto da Hegel), perché l’uomo stesso vive una quadruplice forma di alienazione:
Rispetto alla propria essenza (la sua possibilità di lavorare)
Alienazione positiva se l’artigiano che produce qualcosa di cui è soddisfatto, ma nel capitalismo non esiste più perché c’è un’alienazione rispetto a mio che un lavoratore produce, ciò che produce è a solo scopo di avere un salario - luogo non ha più rapporto con il frutto del proprio lavoro o con gli altri uomini (lavoro sociale diventa un contesto nel quale l’uomo perde il contatto con i suoi simili e diventa invece un ambiente di conflitto).
Anche Rousseau partecipa a questa questione - egli dice: “l’uomo nasce libero ma è ovunque in catene, come è possibile? Non lo so” e non dà risposta. Da quando è nata l’economia industriale, ci si chiede come possa essere possibile che il capitalista guadagni così tanto mentre il lavoratore viva nella povertà. Enigma del plusvalore *
Anche nel manifesto del comunismo di Engels e Marx la catena ritorna ma in modo diverso: per Rousseau la catena è qualcosa di astratto mentre per i due filosofi sono l’industria e il capitalismo a creare delle catene.
* Marx fa un esempio per rispondere: il servo della gleba lavora un po' per se, un po' per il padrone, nel sistema capitalistico industriale invece (non era ancora stato compreso prima di Marx) il lavoratore vende le proprie ore di lavoro mentre il capitalista vende il frutto di quelle ore di lavoro (5h lavoratore ripaga i proprio stipendio mentre per le 5h successive il lavoratore lavora gratis e ciò che produce in più sono soldi regalati al padrone - il padrone si arricchisce e realizza il plus guadagno). Enigma che Marx riesce a spiegare. L’obiettivo degli operai è quello di ridurre le ore di lavoro.
Si è prodotto negli ultimi anni un nuovo plusvalore che è il plusvalore digitale: quello che la piattaforma fa dei nostri dati è molto di più di quello che possiamo fare noi, infatti la piattaforma possiede dati di milioni di persone e accumulando i dati forma una sorta di capitale - vantaggi che si traducono in vendita di dati, automazione di macchine… quando navighiamo su web produciamo un plus valore.
Abbattimento della società capitalista = abbattimento società privata - solo in una società dove ad un individuo viene dato solo in base alle sue qualità è possibile raggiungere una società basata sull’uguaglianza.
Domande da interrogazione
- Qual è la visione di Schopenhauer sul mondo come rappresentazione?
- Come Schopenhauer descrive il concetto di volontà?
- Quali sono le vie di liberazione secondo Schopenhauer?
- Qual è la critica di Kierkegaard al sistema hegeliano?
- Come Marx interpreta la storia e il rapporto tra stato e società?
Schopenhauer considera il mondo come una rappresentazione, dove la conoscenza è limitata ai fenomeni e alle apparenze, risultato della relazione tra soggetto e oggetto. Egli si distacca dal panlogismo hegeliano e dall'idealismo, ritenendo impossibile cogliere la realtà in sé.
Schopenhauer descrive la volontà come una forza cieca, inconscia e senza finalità, che si manifesta in tutto ciò che esiste. Gli uomini sono manifestazioni della volontà di vivere, e la vita è vista come una continua tensione tra dolore e noia.
Le vie di liberazione secondo Schopenhauer sono l'arte, che libera dagli interessi pratici, e la moralità, che offre mezzi per sopportare le pene dell'esistenza. L'ascesi, con la rinuncia alla volontà, è vista come l'unica possibilità di redenzione.
Kierkegaard critica il sistema hegeliano per la sua astrazione, concentrandosi invece sull'esistenza del singolo individuo. Egli ritiene che le vite individuali non possano essere interpretate da un Assoluto e che Dio sia il fine di una ricerca personale e dolorosa.
Marx interpreta la storia come un processo di produzione materiale, dove le condizioni concrete del sociale determinano lo stato. Egli inverte la relazione hegeliana, sostenendo che la società genera lo stato e che le relazioni tra gli uomini determinano il tipo di stato che si costituisce.