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Concetti Chiave

  • La Rivoluzione Russa fu influenzata da problemi economici e sociali, amplificati dalla sconfitta nella guerra russo-giapponese e dal fallito tentativo rivoluzionario del 1905.
  • I bolscevichi, guidati da Lenin, utilizzarono i soviet per diffondere la loro ideologia tra i ceti sociali, ottenendo un controllo diffuso e emergendo come forza rivoluzionaria dominante.
  • La Rivoluzione di Febbraio 1917 portò alla fine dell'impero russo e a un governo provvisorio, mentre la Rivoluzione di Ottobre 1917 vide i bolscevichi prendere il potere con un colpo di stato guidato da Lenin.
  • La guerra civile russa (1918-1921) vide i bolscevichi, nonostante fossero una minoranza, vincere grazie a una migliore organizzazione rispetto ai Bianchi supportati dalle potenze occidentali.
  • Sotto il regime di Stalin, l'Unione Sovietica adottò i piani quinquennali per l'industrializzazione e la collettivizzazione forzata, eliminando i kulaki e imponendo un controllo totale tramite le purghe e il realismo socialista.

Indice

  1. L'ingresso della Russia in guerra
  2. Le difficoltà interne della Russia
  3. La crisi del governo zarista
  4. L'ascesa dei bolscevichi
  5. Il ruolo di Lenin
  6. L'influenza di Rasputin
  7. La rivoluzione di febbraio
  8. Il governo provvisorio e Kerensky
  9. Il ritorno di Lenin
  10. La rivoluzione di ottobre
  11. La guerra civile russa
  12. La nuova politica economica
  13. L'ascesa di Stalin
  14. Il regime di Stalin
  15. Le purghe di Stalin

L'ingresso della Russia in guerra

La Russia entrò in guerra a fianco dell’intesa; il suo grande vantaggio era quello di avere un esercito molto numeroso, i suoi svantaggi erano la grandezza del paese, la mancanza di collegamenti, le grandi difficoltà economiche e sociali.

Le difficoltà interne della Russia

Queste problematiche erano già state notate nel tentativo rivoluzionario del 1905 in cui cerano state una serie di manifestazioni per problemi di approvvigionamento e problemi economici che, però, furono represse con la forza.

Questo tentativo rivoluzionario era stato coincidente con la guerra russo-giapponese, del 1905, in cui i russi vennero sconfitti dai giapponesi.

La crisi del governo zarista

Tutto ciò, la sconfitta contro i giapponesi e i movimenti rivoluzionari falliti, avevano indebolito l’autorità del governo.

L'ascesa dei bolscevichi

Cominciò una crisi che venne peggiorata dall’entrata in guerra nel 1914 perché la Russia non ce la fece a mantenere una guerra così consistente per tanto tempo.

Infatti all’inizio i russi ebbero alcune vittorie ma poi i tedeschi li sconfissero e cominciarono a retrocedere.

Lo zar, in quel momento, era Nicola 2 che veniva definito “autocrate” cioè colui che governa per se stesso.

In Russia dal 1905 era stato concesso un parlamento così da alleviare le tensioni.

Il parlamento, essendoci lo zar, aveva un potere consultivo cioè quello che diceva il parlamento andava bene solo se lo zar lo accettava.

All’interno del parlamento si formarono dei partiti tra i quali cera quello dei corrispondenti socialisti europei che in Russia si dividevano in bolscevichi e menscevichi.

I bolscevichi erano di più dei menscevichi, entrambi avevano una rappresentanza ma entrambi erano minoritari.

I bolscevichi (erano i predecessori dei comunisti) avevano creato una organizzazione perché il loro scopo era quello di disporsi all’interno dei ceti sociali.

Per questo motivo crearono il sistema delle cellule cioè creavano dei gruppi di appartenenti al partito all’interno dei luoghi di lavoro come nell’esercito o nelle fabbriche.

Queste cellule presero il nome di “soviet” e avevano il compito di mantenere viva l’ideologia del partito e di fare propaganda così da allargare il partito.

I bolscevichi, attraverso i soviet, riuscivano ad entrare e a controllare i vari ceti di quel tempo, quindi erano presenti dappertutto.

Cerano anche altri partiti che avevano la maggioranza però i bolscevichi erano quelli più attivi ed erano coloro che sapevano organizzarsi e arrivare ovunque volessero.

Gli altri partiti non riuscivano a far arrivare la loro idea come ci riuscivano i bolscevichi, per questo motivo erano i bolscevichi ad emergere.

Con l’andare avanti della guerra lo scontento delle persone iniziò a fari sentire perché morivano molte persone e veniva sprecato molto materiale e cibo.

Il cibo doveva andare all’esercito perché doveva combattere e per mandarlo all’esercito mancava in città perché cera un sistema di approvvigionamento che non funzionava.

Il ruolo di Lenin

I bolscevichi erano guidati da vari personaggi ma il loro capo era Lenin.

Lenin era sempre stato un agitatore politico ed era sempre stato uno scontento perché aveva avuto un fratello che era stato condannato a morte per aver organizzato un attentato contro le autorità, per questo motivo, Lenin ce l’aveva con lo zar e questo contribuiva ad essere un agitatore politico.

Molti definirono Lenin come un ragioniere della rivoluzione perché era una persona molto fredda, calcolatrice e non lasciava mai niente a caso.

Lenin venne arrestato e quando fu rilasciato fece un po’ di attività politica ma poi andò in esilio da solo perché aveva paura di essere arrestato di nuovo.

Durante l’esilio andò in molti posti, tra cui Capri, ma trascorse la maggior parte del suo esilio in Svizzera in cui stette durante la guerra.

Lenin dalla Svizzera riusciva a comandare i movimenti bolscevichi in Russia.

L'influenza di Rasputin

Intanto il prestigio della famiglia imperiale, che dopo la rivoluzione del 1905 si era abbassata, sia abbassò ancora di più a causa degli “imbrogli” di Rasputin.

Rasputin era un prete ortodosso si origine contadina che godeva della fama di essere un guaritore.

La famiglia imperiale aveva un problema, l’unico erede al trono maschio, di nome Alessio, era malato di emofilia e la famiglia imperiale avevano paura della fine che avrebbe fatto l’impero.

La moglie dello zar, Alessandra, venne a sapere delle doti di Rasputin e quindi lo zar lo chiamò per vedere se riusciva a far guarire il figlio e ce la fece, infatti, Alessio cominciò a stare meglio.

Vedendo i miglioramenti del figlio Alessandra fece rimanere a corte Rasputin così da stare accanto al figlio.

Con la scusa di rimanere a corte per il figlio, Rasputin, cominciò a mettere le mani ovunque, ad esempio, decideva chi doveva avere la nomina di ministro.

Però fece dei grossi errori nominando persone che non andavano bene e così le persone cominciarono a cercare un modo per mandarlo via.

No riuscendo a mandarlo via organizzarono una congiura contro di lui per ucciderlo e nel 1916 il principe Jusupov, cugino dello zar, invitò a casa sua Rasputin e, con la scusa di una cena, lo avvelenò.

Non morendo Jusupov gli diede altro veleno, Rasputin si accorse che Jusupov stava cercando di avvelenarlo e quindi se ne andò dalla casa.

Jusupov lo insegui, gli sparò molti colpi e alla fine morì.

Con la morte di Rasputin l’autorità dello zar si abbassò ancora di più.

La prima rivoluzione che si scatenò in Russia fu la “rivoluzione di febbraio”.

RIVOLUZIONE DI FEBBRAIO

La rivoluzione di febbraio

La rivoluzione di febbraio partì spontaneamente durante delle manifestazioni per la mancanza di cibo e, durante queste manifestazioni, ci furono delle ribellioni all’interno dell’esercito perché i soldati non volevano andare al fronte perché sapevano che sarebbero morti.

Quindi, la rivoluzione di febbraio partì spontaneamente e non furono i bolscevichi ad organizzarla.

Allo zar arrivò la notizia della rivolta mentre era in viaggio verso il fronte, si impressionò per le rivolte nelle città e così decise di abdicare pensando di poter andare in esilio in Inghilterra in cui i sovrani erano dei suoi cugini.

Lo zar lasciò il trono al fratello Michele Romanov che però.

Appena venuto a sapere delle rivolte, rifiutò il trono e così si ebbe la fine dell’impero russo.

Il governo provvisorio e Kerensky

a questo punto, dopo la rinuncia del trono, a causa della situazione che si era creata venne nominato un governo provvisorio in cui il presidente era un liberale ed era il principe Levosso.

Il principe e in suo governo si trovarono in una situazione in cui dovevano assicurare, al popolo, un buon funzionamento degli approvvigionamenti e si dovevano occupare anche della guerra che stava proseguendo.

La rinuncia dello zar e del fratello al trono causò un vuoto di potere e così si fecero avanti i partiti più attivi tra i quali i bolscevichi, i menscevichi e il partito social-rivoluzionario.

I social rivoluzionari erano dei rivoluzionari (equivalgono al partito social democratico di oggi) e il loro capo era Alexander Kerensky che diventerà il presidente del consiglio provvisorio.

Kerensky doveva risolvere il problema dello zar, all’inizio lo lascia vivere nei palazzi imperiali, poi, lo zar chiede di poter andare in esilio all’estero, Kerensky lo avrebbe anche voluto aiutare ma aveva paura dei bolscevichi e dei partiti più estremi che stavano minacciando di prendere il potere del governo provvisorio pur essendo una minoranza.

Il ritorno di Lenin

Mentre Kerensky cerca di risolvere alcuni problemi della Russia e cerca anche di far uscire la Russia dalla guerra, improvvisamente, Lenin nel 1917 torna dalla Svizzera in Russia.

Lenin tornò perché aveva capito che era una buona occasione per i bolscevichi prendere il potere.

Per andare dalla Svizzera alla Russia, Lenin, dovette passare per la Germania (via terra).

Attraversò la Germania con un treno blindato che i tedeschi gli avevano dato dopo aver fatto un accordo in cui Lenin prometteva che se fosse riuscito a salire al potere, la Russia si sarebbe ritirata dalla guerra lasciando i tedeschi liberi su quel fronte.

Così i tedeschi lo aiutano a tornare in Russia dandogli il treno blindato e lo finanziano anche perché vogliono che la rivoluzione continui così che la Russia si ritiri dalla guerra.

Una volta tornato in Russia, Lenin, fa un discorso, che verrà poi pubblicato con il nome di “tesi di aprile”, in cui sostiene che lo scopo del partito dei bolscevichi è prendere il potere con la forza perché i bolscevichi rappresentano il popolo e quindi tutto il potere deve essere del popolo.

In questo discorso pronunciò anche la frase che poi sarà usata anche dai comunisti: “proletari di tutto il mondo unitevi”.

Con questo discorso, Lenin, dice che la rivoluzione deve essere fatta in Russia e minaccia anche di volerla estenderla in tutti i paesi europei.

Questo fu uno dei motivi per cui nacquero il fascismo e il nazismo, perché c’era molta paura del comunismo e quindi vennero fuori i movimenti che volevano opporsi al sistema.

I bolscevichi si organizzano per prendere il potere e così scoppia la seconda rivoluzione russa “la “rivoluzione di ottobre”.

RIVOLUZIONE DI OTTOBRE

La rivoluzione di ottobre

La rivoluzione di ottobre nasce dal desiderio di Lenin con i bolscevichi di prendere il potere.

Venne organizzato un colpo di stato militare in cui, agli inizi di novembre del 1917, le forze bolsceviche assaltano il palazzo d’inverno (era la reggia degli zar) in cui non si trovava più lo zar, perché aveva abdicato, ma era la sede del governo.

L’inizio della rivolta venne segnalato dal cannone di una nave militare chiamata “Aurora”.

Il cannone diede l’inizio della rivolta e quindi i bolscevichi assaltarono il palazzo d’inverno, lo conquistarono ed estromisero il governo provvisorio guidato da Kerenski che fugge in America.

Il potere venne preso da Lenin che aveva con se dei collaboratori molto efficaci tra cui un ebreo russo di nome Leon Trotsky che fu il fondatore del nuovo esercito russo, cioè, “l’armata rossa” (il rosso rappresenta il colore del partito comunista) e, un altro collaboratore era Stalin.

Lenin prende il potere in maniera assoluta ma promette che ci saranno delle elezioni appena la situazione si sarà calmata.

Lenin per fare in modo che la rivoluzione sia a favore dei bolscevichi deve ritirarsi dalla Guerra, quindi, firma nel 1918 la “pace di Brest-Litovsk” con Germania e Austria nella quale dovette cedere molti territori alla Germania.

La capitale venne spostata da San Pietroburgo a Mosca perché San Pietroburgo venne considerata troppo vicina al confine e quindi più difficile da proteggere.

In seguito a questi avvenimenti molte parti dell’impero russo si staccano diventando indipendenti tra cui Finlandia e paesi baltici (Estonia, Lettonia, Lituania) che diventarono indipendenti nel 1917 e fra il 1918 e il 1921 ci fu l’indipendenza dell’Ucraina, della Georgia e dell’Armenia.

Alcune di queste nazioni rimasero indipendenti, come la Finlandia, altre come l’Estonia, Lettonia e la Lituania vennero riconquistate dalla Russia nel 1940.

L’Ucraina, la Georgia e l’Armenia vennero riconquistate dopo 2- 3 anni da quando si dichiararono indipendenti ma tornarono ad essere indipendenti con la fine del comunismo.

L’attività dei bolscevichi era stata favorita anche da un tentativo di colpo di stato fatto prima della rivoluzione di ottobre comandato da Kornilov.

Kornilov era un generale dell’esercito che voleva fare un colpo di stato per togliere di mezzo i rivoluzionari, infatti, fece marciare le truppe su San Pietroburgo ma venne respinto dai bolscevichi.

Questo avvenimento abbassò il prestigio di Kerenski ma alzò quello dei bolscevichi che diventarono degli eroi della rivoluzione essendo riusciti a fermare il colpo di stato.

Questo rese più facile la presa del potere durante l’assalto al palazzo d’inverno dei bolscevichi, perché nonostante fossero la minoranza, in quel momento, godevano della simpatia di molti.

La rivoluzione di ottobre portò alla formazione del governo sovietico, cioè bolscevico (chiamato così perché indicava che erano i soviet a comandare).

Dopo il trattato di pace che portò alla fine della guerra venereo fatte delle nuove leggi in cui vennero istituiti i tribunali dei popoli in cui i giudici venivano eletti tra le persone comuni.

Vennero fatte anche leggi economiche in cui nazionalizzarono le banche cioè tutte le banche diventarono dello stato, il commercio con i paesi esteri diventò dello stato, la flotta mercantile, la flotta commerciale, le ferrovie e le fabbriche andarono tutti in mano allo stato e ciò portò all’inizio del regime comunista.

A novembre 1917 vennero fatte le elezioni per l’assemblea costituente perché Lenin aveva promesso di fare una nuova costituzione democratica a cui tutti quanti avrebbero potuto partecipare.

I bolscevichi cercarono in tutti i modi di vincere ma non ce la fecero perché andò a votare meno del 50% degli elettori e del 50% il 58% votò il partito social-rivoluzionario (quello di Kerenski) e i bolscevichi ottennero solo il 25% dei voti.

Avendo ottenuto solo il 25% Lenin disse che le elezioni non erano valide e quindi vennero sospese.

La guerra civile russa

Tra il 1918 e il 1921 scoppia la guerra civile russa inevitabile perché la maggior parte dei russi non volevano il comunismo e così una parte dell’esercito si mise contro i russi.

Durante la guerra civile ci furono due fazioni fondamentali:

1. I rossi= i bolscevichi. Erano la minoranza ma erano più organizzati rispetto ai bianchi.

2. I bianchi= che erano tutti coloro che non volevano al potere il partito comunista. Erano la maggioranza ma non riuscivano ad andare d’accordo. I bianchi erano appoggiati dalle potenze occidentali, inglesi e francesi, che mandarono truppe ad aiutare i bianchi.

Nel 1918 venne uccisa tutta la famiglia imperiale perché i bolscevichi, una volta preso il potere, cominciarono a torturare e a deportarono la famiglia imperiale sui monti urali nella città di nome Ekaterinburg dove vennero rinchiusi.

I rossi che si trovavano a Ekaterinburg vennero a sapere che i bianchi si stavano avvicinando e avendo paura che riuscissero a liberare lo zar chiesero il permesso a Lenin di ucciderli e, quindi, uccisero tutta la famiglia imperiale.

Durante la guerra civile venne istituita una nuova forma economica chiamata “comunismo di guerra” e fu la prima forma economica organizzata dal regime bolscevico.

Nel comunismo di guerra era tutto in mano allo stato, case fabbriche, ferrovie, magazzini erano tutte di proprietà dello stato (fecero ciò dicendo che lo stato rappresentava il popolo).

Durante il comunismo di guerra il mercato non era livero, quindi, i contadini dovevano dare i loro prodotti allo stato per venderli.

La guerra civile venne vinta nel 1921 dai Rossi e con questa vittoria si apre la strada al nuovo stato sovietico.

La nuova politica economica

La struttura economica venne modificata e si iniziò a parlare di “nuova politica economica”, NEP.

La NEP era un gruppo di persone creato da Lenin che dovevano cercare di superare le difficoltà economiche che si erano create.

La NEP prevedeva la liberalizzazione del mercato così che i contadini potessero vendere i loro prodotti da soli e fu anche un modo per cercare di risollevare l’economia.

Questo fu fatto soprattutto per evitare altre ribellioni come quella che si scatenò nel 1921 in cui i contadini si ribellarono.

Sempre nel 1921 ci fu un'altra ribellione, la “ribellione dei marinari di Kronstadt”.

I marinai si ribellarono al regime perché, secondo loro, la rivoluzione non aveva portato a ciò che aveva promesso ma, ansi, aveva portato a una dittatura.

Per questo motivo, Lenin, decise di fondare la NEP.

Nel 1921 venne fondata la CEKA, cioè, la polizia segreta comunista che poi con Stalin diventò KGB.

La CEKA era formata da borghesi che erano incaricati di controllare tutte le manifestazioni che si potevano creare e avevano anche il compito di controllare quello che le persone pensavano.

Lo scrittore russo, Boris Pasternak, scrisse un romanzo intitolato “il dottor Zivago” in cui evidenziava tutti i difetti del sistema russo; lo fece uscire il Francia e vinse il premio Nobel per la letteratura ma venne obbligato dai russi a non andare a ritirare in premio Nobel.

La nuova politica economica decadde quando andò al potere Stalin.

STALIN

L'ascesa di Stalin

Stalin entra nel gruppo dirigente bolscevico durante la rivoluzione ma si fece strada molto lentamente perché a Lenin Stalin non piaceva e, quindi, lo teneva a distanza senza fargli prendere incarichi importanti.

Nel 1922 il partito comunista si trasforma in partito comunista dell’Unione Sovietica, infatti, la Russia diventa ufficialmente Unione Sovietica.

L’Unione Sovietica è l’unione della Russia con le altre nazioni che facevano parte dell’impero russo, la Russia riconquista con la forza l’Ucraina e i paesi del Caucaso che diventano parte dell’Unione Sovietica.

Diventando Unione Sovietica la Russia, sulla carta, diventa uno stato federale ma in realtà rimane sempre comunista.

Nel 1924 Lenin muore e con la sua morte decade anche la sua teoria secondo la quale il comunismo doveva essere diffuso in tutto il mondo.

Lenin, pensando a una espansione del comunismo, aveva creato una organizzazione comunista internazionale.

Esistono almeno 3 forme di organizzazione comunista internazionale:

1. La prima risale al periodo precedente alla rivoluzione russa

2. La seconda era quella creata da Lenin

3. La terza era quella creata da Stalin

Quando venne fondata l’unione sovietica lo scopo era quello di riunire insieme tutti i partiti comunisti che si stavano formando nel mondo per incentivare lo sviluppo della rivoluzione mondiale, perché secondo Lenin la rivoluzione doveva essere estesa a tutto il mondo (infatti una delle famose frasi di Lenin fu “proletari di tutto il mondo unitevi”).

L’organizzazione comunista internazionale aveva lo scopo di utilizzare i principi teorici rivoluzionari per diffonderli in tutto il mondo.

Quando Lenin morì si capì che in Russia c’era bisogno di un capo autoritario e forte, ci furono molti che si contesero questo titolo ma i due principali furono Stalin e Trotsky.

Trotsky era colui che riuscì a vincere la guerra civile e aveva un modo di vedere il comunismo molto diverso da Stalin.

Stalin non credeva all’espansione della rivoluzione fuori dalla Russia perché credeva che ormai in Russia la rivoluzione fosse finita.

Invece, Trotsky diceva che dopo una rivoluzione così grande, come fu la rivoluzione russa, il potere va in mano a un tiranno e per fare in modo che il potere non andasse in mano a un tiranno bisognava fare in modo che gli effetti di rinnovamento sociale diventassero permanenti.

Oltre a Stalin e a Trotsky cerano altri due personaggi che volevano prendere il posto di Lenin ed erano Zinoviev e Bucharin ed entrambi volevano che al potere ci andasse un gruppo di persone.

Il regime di Stalin

Negli anni 20 Stalin prese il posto di Lenin diventando tiranno dell’Unione Sovietica e organizzò il potere sovietico nella “maniera stalinistica”.

Gli elementi esecutivi del potere sovietico erano:

• Il capo che rivestiva le funzioni ufficiali di segretario del partito dell’unione Sovietica e capo del governo dello stato.

• “Il presidium” che era un gruppo di persone del partito che si riuniva periodicamente.

• Ogni repubblica sovietica aveva il parlamento comunista chiamato “soviet repubblicano” e tutti insieme eleggevano i rappresentanti che poi avrebbero formato il parlamento dell’Unione Sovietica chiamato “il soviet supremo”.

Stalin fece nuove riforme così da rafforzare il paese e una di queste fu quella di togliere la nuova politica economica ed inaugurare un nuovo sistema economico molto controllato che era quello de “piani quinquennali”.

Nei piani quinquennali vengono convocati i principali esperti comunisti delle varie categorie sociali che stabiliscono i risultati che i lavoratori devono ottenere in 5 anni.

Quindi, secondo il piano quinquennale, ogni 5 anni ci sono nuovi obbiettivi che i lavoratori devono raggiungere.

Il piano quinquennale prevede la collettivizzazione delle campagne cioè i contadini diventano dei sottomessi allo stato perché si creano delle grandi aziende statali nelle campagne che sono di proprietà dello stato.

Queste grandi aziende statali si dividono in:

1. Sovchoz

2. Kolchoz, si differenziano solo perché nei Kolchoz c’era un po’ più di libertà di produzione per coloro che lavoravano

In entrambi i casi i contadini lavoravano per lo stato quindi erano costretti a collettivizzarsi, cioè, a mettersi insieme.

I contadini erano costretti a dare tutto il loro raccolto allo stato tranne quel poco che lo stato decideva di lasciargli.

Questa collettivizzazione venne forzata perché non tutti i contadini erano d’accordo, soprattutto i Kulaki.

I kulaki erano contadini benestanti, con una piccola proprietà terriera e si erano formati con la NEP grazie alla quale avevano avuto l’occasione di allargare le loro possibilità economiche.

Stalin, decidendo questa collettivizzazione, eliminò i kulaki perché non ci potevano più essere differenze ma dovevano essere tutti uguali sotto lo stato.

I kulaki che protestavano venivano uccisi con l’accusa di essere contrari allo spirito sovietico.

Si calcola che in questa collettivizzazione forzata vennero uccisi tra i 300mila e 1milione di contadini e kulaki perché non volevano perdere le piccole terre che possedevano per darle allo stato.

L’uccisione dei contadini e dei kulaki fu uno dei crimini che Stalin commise.

Stalin ebbe anche alcuni meriti:

• Promosse l’industrializzazione in tutta la Russia

• Vinse la seconda guerra mondiale

Stalin estese moltissimo l’industria, infatti, dopo la seconda guerra mondiale la Russia era il paese che produceva di tutto con prevalenza per i prodotti pesanti.

Le purghe di Stalin

Dal 1928 Stalin diventò padrone assoluto della Russia togliendo di mezzo tutti coloro che lo potevano ostacolare nella presa al potere.

Riuscì a togliersi di mezzo i “suoi concorrenti” organizzando un sistema di processi con prove false.

I processi contro i vari oppositori vennero chiamati “le purghe di Stalin” che erano insieme di processi fatti a posta contro gli oppositori che venivano accusati di aver tradito il popolo e la nazione sovietica, per questo motivo, vennero tutti condannati a morte.

In questo modo lo stato sovietico controllava tutto.

Ad esempio, venne importa una determinata forma d’arte chiamata “realismo socialista” in cui venivano fatte tutte opere realistiche dove di vedevano raffigurazioni del trionfo del popolo e della gloria di Stalin o Lenin.

Stalin rimase al potere fino a dopo la guerra, nel 1953.

Quindi, ricapitolando, Stalin comincia ad avere potere nel 1924, nel 1928 diventa padrone assoluto fino al 1953.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono i principali fattori che portarono alla Rivoluzione di Febbraio in Russia?
  2. La Rivoluzione di Febbraio fu innescata da manifestazioni spontanee per la mancanza di cibo e ribellioni all'interno dell'esercito, poiché i soldati non volevano andare al fronte sapendo che sarebbero morti. Non furono i bolscevichi a organizzarla, ma lo scontento generale e le difficoltà economiche furono determinanti.

  3. Chi era Lenin e quale ruolo ebbe nella Rivoluzione Russa?
  4. Lenin era il leader dei bolscevichi, noto per essere un abile agitatore politico. Tornò in Russia nel 1917 per guidare la Rivoluzione di Ottobre, con l'obiettivo di prendere il potere con la forza, sostenendo che i bolscevichi rappresentavano il popolo.

  5. Come si sviluppò la Rivoluzione di Ottobre e quali furono le sue conseguenze immediate?
  6. La Rivoluzione di Ottobre fu un colpo di stato militare organizzato dai bolscevichi, che assaltarono il Palazzo d'Inverno e presero il potere, estromettendo il governo provvisorio. Lenin divenne il leader e firmò la pace di Brest-Litovsk, ritirando la Russia dalla guerra.

  7. Quali furono le principali riforme economiche introdotte da Lenin e successivamente da Stalin?
  8. Lenin introdusse la NEP (Nuova Politica Economica) per superare le difficoltà economiche, liberalizzando il mercato. Stalin, invece, abolì la NEP e introdusse i piani quinquennali, collettivizzando le campagne e promuovendo l'industrializzazione.

  9. Quali furono le purghe di Stalin e quale impatto ebbero sul potere sovietico?
  10. Le purghe di Stalin furono una serie di processi con prove false contro gli oppositori, accusati di tradimento. Questi processi consolidarono il potere di Stalin, eliminando i suoi concorrenti e rafforzando il controllo dello stato sovietico.

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