Concetti Chiave
- La Rivoluzione russa del 1917 ha causato il crollo dell'impero zarista, portando a un conflitto tra diversi partiti politici, tra cui i bolscevichi e i menscevichi, con i primi che alla fine presero il potere.
- La situazione economica e sociale della Russia pre-rivoluzionaria era caratterizzata da profonde disuguaglianze, con contadini impoveriti e operai malpagati che alimentavano il malcontento e le tensioni sociali.
- Il governo provvisorio instaurato dopo l'abdicazione dello Zar Nicola II cercò di continuare la guerra mondiale, mentre i Soviet e i bolscevichi, guidati da Lenin, chiedevano la pace e la redistribuzione delle terre.
- La guerra civile tra le armate bianche controrivoluzionarie e le armate rosse bolsceviche terminò con la vittoria delle forze rosse e la formazione dell'Unione Sovietica nel 1922.
- La NEP, introdotta da Lenin, rappresentò un compromesso tra economia pianificata e mercato libero, ma il potere rimase saldamente nelle mani del partito comunista, portando alla formazione di un regime totalitario sotto Stalin dopo la morte di Lenin nel 1924.
Indice
- La rivoluzione russa e le sue cause
- La politica autocratica della Russia zarista
- I partiti di opposizione e le loro ideologie
- La domenica di sangue e le sue conseguenze
- La riforma agraria di Stolypin
- L'emigrazione e i conflitti sociali
- La rivoluzione di febbraio e il governo provvisorio
- Le tesi di aprile di Lenin
- Il colpo di stato di ottobre
- Il nuovo governo rivoluzionario
- La guerra civile e la pace di Riga
- La NEP e la nascita dell'URSS
- La successione di Lenin e l'ascesa di Stalin
La rivoluzione russa e le sue cause
Con l’espressione pericolo rosso si indica la rivoluzione russa (rosso colore dei comunisti).
La rivoluzione russa è a cavallo tra due elementi: crisi economica e prima guerra mondiale.
Questa rivoluzione fa crollare l’impero zarista.
Marx stesso non credeva che la Russia potesse essere una patria comunista poiché serve una società industrializzata e non agricola.
Nel 1861 si tenta la modernizzazione:
• Abolizione della servitù della gleba (contadini)
• Liberazione (affrancamento) dei contadini.
Nonostante ciò restano le disuguaglianze sociali: contadini contro latifondisti (povertà VS ricchezza) e gli operai si lamentano per il salario troppo basso rispetto alle ore di lavoro svolte.
La politica autocratica della Russia zarista
Per quanto riguarda la politica, la Russia era un paese autocratico:
- Lo Zar riteneva che il suo potere discendesse da dio e non dal popolo
- Non esisteva un vero e proprio parlamento ma c’era la Duma che però non ha potere
- L’autocrazia condizionava molto lo Zar.
I partiti di opposizione e le loro ideologie
Però si crearono comunque dei partiti di opposizione:
• Il partito costituzionale – democratico (chiamato anche per le iniziali partito dei cadetti), era composto dalle forze borghesi liberali che volevano un paese più industrializzato
• Il partito socialrivoluzionario che voleva la ridistribuzione della terra
• Il partito operaio socialdemocratico, di orientamento marxista, che voleva uno sviluppo dell’industria per creare una rivoluzione fatta scoppiare dalle classi popolari.
All’interno di quest’ultimo partito c’erano due gruppi:
• Menscevichi, vogliono un partito moderato aperto a tutti e non vogliono la rivoluzione perché credono che le classi popolari non siano abbastanza forti
• Bolscevichi, vogliono un partito rivoluzionario aperto solo ai rivoluzionari e vogliono la rivoluzione poiché pensano che in Russia sia possibile a causa della crisi economica.
La domenica di sangue e le sue conseguenze
Nel 1905 a San Pietroburgo ci fu un grande sciopero degli operai contro l’economia del tempo.
La manifestazione si concluse con un eccidio voluto dallo Zar: gli uomini vengono uccisi a colpi di fucile tra la folla.
Ci furono molte vittime perciò quel giorno fu chiamato “domenica di sangue”.
Conseguenze:
• A San Pietroburgo nacque il Soviet dei lavoratori, mentre nelle campagne i contadini occuparono le terre dei nobili.
• Lo Zar fu costretto a concedere la creazione di un parlamento, la Duma, che aveva il potere legislativo ed era eletto dal popolo.
La riforma agraria di Stolypin
Tra il 1906 e il 1911 Stolypin, ministro dell’economia russo, realizza una riforma agraria con i seguenti obiettivi:
• Creazione di un ceto medio agrario per il rilancio dell’agricoltura con dei contributi statali
• Rilancio produzione agricola
• Garanzia stabilità sociale (classe media tra contadini e latifondisti).
Questa riforma agraria, però, ebbe degli esiti negativi:
• Contadini che non possono affrontare le spese per lavorare la terra
• Contadini che rivendono la terra ai latifondisti
• Emigrazione dei contadini verso le città abbandonando la terra.
L'emigrazione e i conflitti sociali
L’emigrazione genera:
• Aumento della manodopera
• Diminuzione costo della manodopera
• Aumento disoccupazione
• Aumento dei conflitti sociali (proteste contro i politici)
• Alleanza tra contadini e operai.
La rivoluzione di febbraio e il governo provvisorio
Nel 1917 la situazione degenera. Si ha una rivolta operaia contro cui lo Zar invia l’esercito per uccidere i rivoltosi ma l’esercito rifiuta il comando mettendosi dalla parte dei rivoltosi.
Nasce la rivoluzione di febbraio: Zar abdica e il potere è diviso tra Soviet e Governo provvisorio.
Il Soviet vuole uscire dalla guerra mondiale e tentare la redistribuzione delle terre, il Governo provvisorio, retto da Kerenskij, vuole o la continuazione della guerra o la formazione di un’Assemblea costituente da convocare entro la fine dell’anno con elezioni a suffragio universale.
Le tesi di aprile di Lenin
Nel 1917 Lenin rientra in Russia e formula le “tesi di aprile” con due punti cardine:
- Creazione di una fase intermedia tra il governo dello Zar e quello del comunismo
- Trasferimento di tutti i poteri ai Soviet.
Al potere ancora vi è, però, il Governo provvisorio che decide di continuare la guerra.
A Pietrogrado scoppia un’agitazione proletaria: sono i Bolscevichi a volere una rivoluzione.
Il Governo, però, reagisce contro i Bolscevichi: Lenin scappa in Finlandia e Trotsky (vice di Lenin) è arrestato.
Il Governo prende potere dimostrandosi forte ma in realtà non lo è poiché non ha nessun appoggio: a destra vogliono una dittatura militare, a sinistra vogliono uscire dalla guerra.
Kerenskij dovette affrontare anche il tentativo di colpo di stato di Kornilov che voleva restaurare il regime zarista. Kerenskij chiese aiuto ai bolscevichi: la loro mediazione fermò i militari e questo successo aumentò la loro popolarità. Il potere è in mano ai Soviet.
Il colpo di stato di ottobre
Il 10 ottobre 1917 i Soviet si riuniscono per dare avvia alla rivoluzione. I partecipanti devono motivare la loro scelta e tutti dicono che “tutti gli stati sono pronti alla rivoluzione perché la guerra dovrebbe animare il socialismo universale”.
I bolscevichi decisero di conquistare il potere con la forza.
Il nuovo governo rivoluzionario
Il 25 ottobre, i soldati rivoluzionari e le guardie rosse (milizie operaie armate), circondarono e s’impadronirono del Palazzo d’Inverno, sede del governo provvisorio. Nasce un nuovo governo rivoluzionario guidato da Lenin nominato premier (primo ministro, capo del governo), Trotsky (commissario per gli esteri) e Stalin (commissario per le nazionalità, tenta di tenere pacificate le varie etnie russe).
Il governo prende delle decisioni:
• Proposta di pace senza annessioni e identità con la pace di Brest-Litovsk
• Fine latifondismo e divisione terre
• Controllo lavoro nelle fabbriche
• Uguaglianza delle etnie del popolo russo
• Assemblea costituente a suffragio universale.
I bolscevichi fondano il PCR (partito comunista russo) e il potere va a loro.
La guerra civile e la pace di Riga
Incombono tre problemi: rivolte contadine, guerra civile e crisi economica.
La Russia è troppo vasta e per questo motivo alcune zone restano controrivoluzionarie guidate da armate bianche (ex armate dello Zar) e aiutate dall’occidente.
Nel 1919 si ha uno scontro tra armate bianche e armate rosse. Vincono le armate rosse che invadono la Polonia. L’Europa reagisce.
Si arriva alla Pace di Riga nel 1920 con cui si accetta il comunismo russo a patto che la Russia renda indipendenti alcuni territori che nel 1921 formeranno il cosiddetto cordone sanitario (serie di stati-cuscinetto tra Europa e Russia che servono ad assorbire un’eventuale ondata di comunismo.
La NEP e la nascita dell'URSS
Nel mondo contadino, la redistribuzione delle terre non da i risultati sperati e lo Stato decide di requisire i raccolti per distribuire i beni. Nascono i colcos ovvero un’associazione formata da tutte le grandi imprese agricole dello stato.
La soluzione che si trova è quella della NEP (nuova economia politica).
Il PCR ha tutto il potere in mano creando un regime totalitario come accadrà per fascismo e nazismo poiché Stato e partito si identificano; gli altri partiti sono dichiarati fuorilegge.
Nascono i commitern (unione dei partiti comunisti internazionale).
Nel 1918 nasce la repubblica socialista federalista sovietica e nel 1922 diventa URSS (unione repubbliche socialiste sovietiche).
La NEP si realizza sia nel mondo industriale che in quello agricolo.
In ambito agricolo:
• I contadini hanno la requisizione delle terre
• Si instaura il libero scambio tra i prodotti agricoli e industriali
• Sono eletti dei capi dei lavoratori
• Aumento dei contadini proprietari (fallimentare poiché i contadini badano di più ai propri interessi che a quelli dello stato.
In ambito industriale:
• Autonomia delle grandi industrie mentre quelle piccole restano in mano allo Stato (economia MISTA privati/pubblica)
• Non viene raggiunto l’obiettivo della semplificazione della burocrazia.
Con la NEP viene abbandonata l’idea della rivoluzione mondiale, ovvero trasportare la rivoluzione bolscevica in tutte l’Europa e perciò si tentano accordi col mondo occidentale.
La successione di Lenin e l'ascesa di Stalin
Nel 1922 Lenin si ammala e si ritira dalla vita polita pur restando il leader. Nascono dei dubbi sul suo possibile successore poiché non si sapeva se fosse stato all’altezza per i settori chiave dell’economia e per i rapporti internazionali.
Il Committern era contrario ai rapporti diplomatici poiché i partiti comunisti di ogni singolo Paese speravano di realizzare la rivoluzione.
Nel 1924 Lenin muore e nascono due tesi contrapposte per la successione:
• Trotsky che era il braccio destro di Lenin ed il suo prediletto che sperava in una rivoluzione permanente ma Lenin si era accorto della sua tendenza alla violenza
• Stalin che voleva rafforzare il comunismo sovietico ma non voleva che altri Stati fossero diventati comunisti.
Vince Stalin che crea delle accuse contro Trotsky che viene deportato.
Riesce a scappare e a rifugiarsi in Messico ma dei sicari di Stalin lo rintracciano e lo uccidono.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali della Rivoluzione russa?
- Quali furono le conseguenze immediate della "domenica di sangue" del 1905?
- Quali furono le differenze tra Menscevichi e Bolscevichi all'interno del partito operaio socialdemocratico?
- Quali furono le decisioni prese dal nuovo governo rivoluzionario guidato da Lenin nel 1917?
- Quali furono le conseguenze della morte di Lenin nel 1924?
La Rivoluzione russa fu causata principalmente dalla crisi economica e dalla Prima Guerra Mondiale, che portarono al crollo dell'impero zarista.
La "domenica di sangue" portò alla nascita del Soviet dei lavoratori a San Pietroburgo e costrinse lo Zar a concedere la creazione di un parlamento, la Duma.
I Menscevichi volevano un partito moderato aperto a tutti e non desideravano la rivoluzione, mentre i Bolscevichi volevano un partito rivoluzionario aperto solo ai rivoluzionari e sostenevano la rivoluzione.
Il governo rivoluzionario propose la pace senza annessioni, la fine del latifondismo, il controllo del lavoro nelle fabbriche, l'uguaglianza delle etnie e l'assemblea costituente a suffragio universale.
Dopo la morte di Lenin, nacquero due tesi contrapposte per la successione: Trotsky, che sperava in una rivoluzione permanente, e Stalin, che voleva rafforzare il comunismo sovietico. Stalin vinse e Trotsky fu deportato e successivamente assassinato.