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Concetti Chiave

  • Il 2 e 3 giugno 1946, gli italiani scelsero la Repubblica al posto della Monarchia tramite un referendum, segnando una svolta storica nel Paese.
  • Il referendum del 1946 fu il primo in cui anche le donne poterono votare, grazie al suffragio universale riconosciuto nel 1945.
  • Il risultato del referendum fu una vittoria della Repubblica con il 54,3% dei voti contro il 45,7% per la Monarchia.
  • Il 1 gennaio 1948 entrò in vigore la nuova Costituzione, scritta dall'Assemblea Costituente eletta contestualmente al referendum.
  • La scelta repubblicana inaugurò una nuova fase politica ed economica in Italia, preludio al "miracolo economico" degli anni successivi.

Indice

  1. La nascita della Repubblica italiana
  2. Il referendum del 1946
  3. Il suffragio universale e i risultati
  4. L'Assemblea Costituente e la nuova Costituzione
  5. Il contesto storico e politico
  6. Il referendum e la divisione del paese
  7. Il conteggio dei voti
  8. I risultati definitivi e l'Assemblea Costituente
  9. La transizione politica e il governo De Gasperi
  10. La contrapposizione politica e il miracolo economico

La nascita della Repubblica italiana

In questo appunto viene descritta la Repubblica italiana, come si decise con il referendum del 2 e del 3 giugno 1946 di passare dalla forma della Monarchia dominante nel Paese fino ad allora alla forma della Repubblica.

Gli italiani scelsero con referendum la forma della Repubblica.

Il referendum del 1946

La Repubblica Italiana nasce nel 1946, a seguito del referendum istituzionale del 2 e 3 giugno dello stesso anno. Primo referendum di un’Italia uscita distrutta e lacerata dalla Seconda Guerra Mondiale e dalla dittatura fascista chiamata a scegliere la forma istituzionale dello Stato.

Il suffragio universale e i risultati

A quel referendum per la prima volta votarono anche le donne a seguito del riconoscimento del suffragio universale avvenuto nel febbraio 1945.

Il referendum vide prevalere la Repubblica, che ricevette il 54,3% di voti, mentre la Monarchia raggiunse il 45,7%.

In termini assoluti, 12 milioni 717 mila 923 cittadini italiani votarono a favore della Repubblica che sarebbe quindi diventata Repubblica italiana, mentre per la Monarchia si espressero 10 milioni 719 mila 284 cittadini.

L'Assemblea Costituente e la nuova Costituzione

Il 2 giugno 1946 i cittadini italiani furono chiamati alle urne anche per eleggere i componenti dell’Assemblea Costituente che aveva il compito di redigere la nuova Carta costituzionale. La transizione italiana: dalla monarchia alla repubblica e il suo impatto articoloIl 25 giugno l’Assemblea avviò i propri lavori eleggendo Giuseppe Saragat come proprio Presidente.

Il 28 giugno elesse Enrico De Nicola Capo provvisorio dello Stato.

Nel dicembre 1947, i Padri Costituenti terminarono i propri lavori e licenziarono la Carta fondamentale: nasceva la Repubblica parlamentare.

Il 1 gennaio 1948 la Costituzione della Repubblica Italiana entrò in vigore.

Il contesto storico e politico

Dopo il ventennio fascista e la Seconda Guerra Mondiale, l’Italia diventava per volontà popolare una Repubblica. Enrico De Nicola fu eletto primo Presidente.

Il 16 marzo 1946, il principe Umberto di Savoia annunciò, come previsto dall’accordo firmato due anni prima, che la forma istituzionale dello Stato sarebbe stata decisa direttamente dai cittadini, chiamati ad esprimere la propria scelta tramite un referendum.

Il referendum e la divisione del paese

Nel corso dell’intera giornata del 2 giugno e la mattina del 3 giugno 1946 ebbe luogo il referendum per poter scegliere tra Monarchia e Repubblica italiana.

I seggi furono affollatissimi, l’affluenza alle urne imponente. Avevano diritto al voto 28 milioni (28.005.449) di cittadini, i votanti furono poco meno di 25 milioni (24.946.878)

Circa l’89,08% degli italiani aventi diritto al voto andò alle urne: il totale di schede valide furono 23 milioni 473 mila 143.

L’Italia apparve drammaticamente divisa in due: il Nord votò per il 66% a favore della Repubblica, mentre al Sud vinse la Monarchia con il 63%.

Non tutti i cittadini italiani, però, poterono votare. Coloro che si trovavo ancora fuori del territorio nazionale al momento della chiusura delle liste, coloro che vivevano ancora nei campi di prigionia all’estero, oppure i cittadini delle province di Bolzano, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume e Zara, ancora oggetto di contesa internazionale.

Il conteggio dei voti

Ecco come andò il Referendum per decidere della nuova forma di governo della Repubblica italiana:

Il conteggio delle schede avvenne a Roma, nella Sala della Lupa del Palazzo di Montecitorio, oggi sede della Camera dei deputati.

Seduti attorno al tavolo all’interno della Sala vi erano rappresentanti della Corte di Cassazione, Ufficiali anglo-americani della Commissione alleata e giornalisti.

Erano due gli addetti al conteggio delle schede: uno annotava i voti per la Monarchia e uno quelli a favore della Repubblica. Entrambi erano dotati di una calcolatrice, ma tenevano comunque una seconda conta anche a mano.

I risultati definitivi e l'Assemblea Costituente

Il 10 giugno 1946, la Corte suprema di Cassazione comunicò i primi risultati del referendum. Solo il 18 giugno però, emise l’esito definitivo e proclamò la vittoria della Repubblica.

Repubblica: 12 717 923 voti, equivalenti al 54,3%.

Monarchia: 10 719 384 voti, equivalenti al 45,7%.

Nulli: 1 498 136 voti.

I deputati da eleggere all’Assemblea Costituente erano in totale 573, ma si votò solo per 556 dal momento che mancavano alcune province. Le liste che si erano schierate a favore della Repubblica italiana - come la Democrazia Cristiana, il Partito Comunista Italiano o il Partito Socialista italiano - ottennero un risultato sorprendente, circa l’80% dei voti. Una percentuale assai superiore a quella ottenuta dalla Repubblica. Al contrario, le liste monarchico-liberali ottennero poco meno del 10%, a fronte del 45,7% dei voti espressi in favore della monarchia.

La transizione politica e il governo De Gasperi

Con l’election day, si direbbe oggi, del 2 giugno 1946, giunse al termine il lungo e movimentato processo di transizione che era iniziato con la caduta del regime fascista il 25 luglio 1943 – al termine della drammatica seduta del Gran Consiglio del Fascismo che portò alla destituzione e all’arresto a Villa Savoia che sfiduciò l’allora Capo del Governo Benito Mussolini.

Iniziava una nuova fase della storia d’Italia, dato che i cittadini italiani decisero per la forma della Repubblica italiana: Presidente del Consiglio all’epoca del referendum istituzionale e dell’elezione dell’Assemblea costituente fu Alcide De Gasperi.

Egli guidò tre governi di unità nazionale fino al maggio 1947, quando formò il suo quarto governo che ruppe con la tradizione di unità nazionale avviatasi nel giugno 1944. Il De Gasperi quater divenne “centrista” (composto cioè da esponenti della Democrazia Cristiana-DC, del Partito Liberale Italiano-PLI, del Partito Repubblicano Italiano-PRI) e del Partito Socialisa Demcratico Italiano-PSDI di Saragat, nato dalla scissione in seno al Partito Socialista Italiano di Nenni).

Rispetto ai governi di unità nazionale, il quarto governo guidato dallo statista trentino vide l’esclusione del PCI e del PSI dalla guida del Paese.

La contrapposizione politica e il miracolo economico

Cominciò così una stagione di forte contrapposizione tra la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista Italiano. L’avanzare della Guerra Fredda che vide il confronto tra l’Alleanza Atlantica (NATO) e il Blocco filo-sovietico (Patto di Varsavia) contribuì a inasprire il confronto politico.

Sul versante economico, si stava preparando il “miracolo italiano” che cambierà profondamente il volto dell’economia, della società e della cultura italiane.

Se oggi l’Italia è una repubblica, come attesta anche il primo articolo della Costituzione Italiana, dobbiamo ringraziare solo chi, prima di noi, si è battuto affinchè i propri nipoti avessero un futuro migliore.

Progetto Alternanza Scuola lavoro.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato l'esito del referendum del 2 e 3 giugno 1946 in Italia?
  2. Il referendum del 2 e 3 giugno 1946 ha visto la vittoria della Repubblica con il 54,3% dei voti, mentre la Monarchia ha ottenuto il 45,7%.

  3. Chi ha potuto votare per la prima volta nel referendum del 1946?
  4. Per la prima volta, le donne hanno potuto votare nel referendum del 1946, grazie al riconoscimento del suffragio universale avvenuto nel febbraio 1945.

  5. Quali furono le conseguenze immediate del referendum del 1946?
  6. Dopo il referendum, l'Italia divenne una Repubblica, fu eletta l'Assemblea Costituente per redigere la nuova Costituzione, e Enrico De Nicola fu eletto Capo provvisorio dello Stato.

  7. Qual era la situazione politica in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale e il referendum?
  8. Dopo la Seconda Guerra Mondiale e il referendum, l'Italia entrò in una nuova fase politica con governi di unità nazionale guidati da Alcide De Gasperi, seguiti da un governo centrista che escludeva il PCI e il PSI.

  9. Quali furono le divisioni regionali nei risultati del referendum del 1946?
  10. Il Nord Italia votò per il 66% a favore della Repubblica, mentre al Sud prevalse la Monarchia con il 63%.

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