Concetti Chiave
- Il colonialismo italiano iniziò con l'acquisto del porto di Assab, segnando l'inizio della politica coloniale nel Corno d'Africa.
- Nel 1885, l'Italia occupò il porto di Massaua in Eritrea, espandendo la sua influenza nella regione.
- La conquista dell'Etiopia era un obiettivo chiave, ma incontrò resistenza a causa della presenza di un sovrano e di un esercito locale.
- Il trattato di Uccialli creò tensioni, poiché le versioni in italiano ed etiope differivano sulla natura dell'alleanza.
- La battaglia di Adua rappresentò una significativa sconfitta per l'Italia, portando a una crisi politica e alla caduta di Crispi.
Indice
Origini del colonialismo
Il fenomeno del colonialismo aveva avuto le sue origini nell’Inghilterra del 600 ma adesso i motivi che spingeva le nazioni ad acquistare o conquistare le colonie erano 3: economicamente le colonie rappresentavano una sorgente di materie prime ed erano delle altre zone dove poter esportare e vendere i prodotti della madrepatria e costituivano una fonte di prestigio internazionale.
Espansione italiana in Africa
L’Italia, bruciata sul tempo dalla Francia per la conquista della Tunisia, decide di fare un’azione concreta per avere una colonia e, poiché nel nord Africa era tutto finito, l’unica zona ancora in mano a popolazioni indigene era il corno d’oro, o corno d’Africa: l’Italia allora, in modo alquanto sobrio, decide di iniziare una politica coloniale a partire da tale zona acquistando da una compagnia italiana il porto di Assab che ora diventava di Stato.
Conflitti e trattati con l'Etiopia
Dopo aver inviato in tale zona dei soldati e delle guarnigioni nell’85 il governo decide di occupare il porto di Massaua in Eritrea, conquistando la prima zona significativa: la parte più ambita era però l’Etiopia, quella anche più estesa territorialmente, ma lì vi era un sovrano legittimo e un esercito, anche se ancora attrezzato in parte con lance. Ogni tanto le guarnigioni che erano stanziate in Eritrea sconfinavano fuori dalla loro zona di appartenenza facendo incursioni per vedere se si poteva avanzare: nell’87 però un battaglione fu sconfitto a Dogali e l’Italia decise allora di stipulare un trattato di alleanza con l’Etiopia ad Uccialli.
Il trattato di Uccialli e le sue conseguenze
Il trattato era scritto sia in italiano che in etiope ma, mentre nella parte etiope era scritto che vi era una semplice alleanza con l’Italia, nella parte italiana era scritto che l’Etiopia era un protettorato italiano e che l’Italia avrebbe rappresentato l’Etiopia anche nei congressi internazionali. Al primo congresso gli Etiopi, capendo l’accaduto, annullano il trattato sentendosi presi in giro e allora Crispi decide di fare un’azione più mirata, che gli costerà la poltrona e portò alla crisi di fine secolo: nella battaglia di Adua migliaia di uomini furono uccisi e l’esercito sconfitto
Domande da interrogazione
- Quali furono i motivi principali che spinsero l'Italia a intraprendere una politica coloniale?
- Quali furono le prime azioni concrete dell'Italia nel suo progetto coloniale?
- Cosa accadde con il trattato di Uccialli tra Italia ed Etiopia?
L'Italia fu spinta a intraprendere una politica coloniale per motivi economici, come l'acquisizione di materie prime e nuovi mercati per i prodotti della madrepatria, e per ottenere prestigio internazionale.
L'Italia iniziò il suo progetto coloniale acquistando il porto di Assab e successivamente occupando il porto di Massaua in Eritrea, segnando l'inizio della sua espansione coloniale.
Il trattato di Uccialli fu scritto in modo ambiguo, con l'Italia che lo interpretava come un protettorato, mentre l'Etiopia lo vedeva come una semplice alleanza. Quando gli Etiopi compresero l'inganno, annullarono il trattato, portando a tensioni e alla successiva sconfitta italiana nella battaglia di Adua.