Concetti Chiave
- La crisi della prima Repubblica iniziò alla fine degli anni Settanta con l'impatto della terza rivoluzione industriale, portando a cambiamenti nel settore lavorativo e una sconfitta per il sindacato e il PCI.
- Negli anni Ottanta, il pentapartito dominava la scena politica italiana, con il PSI di Bettino Craxi al potere, mentre Giovanni Spadolini formò il primo governo non democristiano.
- I partiti della Repubblica italiana spesso non riuscirono a svolgere correttamente il loro ruolo, dando origine a fenomeni come il clientelismo e la partitocrazia.
- All'inizio degli anni Novanta, il sistema politico fu sconvolto dal crollo del comunismo e dalle inchieste sulla corruzione, portando alla nascita di nuovi partiti come Forza Italia e la Lega Nord.
- Nel 1993, una riforma della legge elettorale ha introdotto il sistema maggioritario, favorendo il bipolarismo e portando a una competizione più diretta tra due schieramenti principali.

Indice
La crisi della prima Repubblica
Alla fine degli anni Settanta, anche in Italia incominciarono a essere forti gli effetti della terza rivoluzione industriale.
Le grandi fabbriche affidarono sempre più spesso la produzione ai robot lasciando ai lavoratori il compito di assistere le macchine. Queste trasformazioni imponevano di diminuire il numero degli operai.
Gli anni Ottanta si aprirono con una grande sconfitta del sindacato e del PCI, in quanto non riuscirono a risolvere i problemi dei lavoratori, i quali il 14 ottobre del 1980 30-40000, chiedevano al sindacato la sospensione dello sciopero, che durava da 34 giorni, e di tornare a lavorare. In effetti, il sindacato aveva respinto la proposta da parte della FIAT di Torino di lasciare in cassa integrazione per tre mesi gli operai ma essi avrebbero comunque ricevuto una parte del loro salario.
Dal punto di vista politico, gli anni Ottanta furono caratterizzati dai Governi del pentapartito. I governi, infatti, furono formati da cinque partiti:
- la Democrazia Cristiana
- il Partito Liberale
- il Partito Repubblicano
- il Partito Socialdemocratico
- il Partito Socialista.
Nel 1981, la crisi della DC determinò una novità. Il repubblicano Giovanni Spadolini formò il primo governo a guida non democristiana della Repubblica. Il pentapartito fu dominato dai socialisti di Bettino Craxi che fu capo del governo dal 1983 al 1987. Il PSI durante gli anni Ottanta, raggiunse l’apice delle sue fortune politiche quasi tutte le principali cariche dello Stato e degli enti pubblici erano nelle mani dei socialisti. Nel 1978 il socialista Sandro Pertini era divenuto presidente della Repubblica.
Il ruolo dei partiti della Repubblica italiana
La Costituzione della Repubblica italiana assegna un ruolo molto importante ai partiti: essi sono uno strumento al servizio dei cittadini, ma spesso non sono stati capaci di svolgere correttamente la loro funzione dando origine al clientelismo, ossia un fenomeno che riguardava l'acquisizione dei voti. Per conquistare voti, spesso, gli esponenti di partito fanno favori ai cittadini che chiedono raccomandazioni per ottener un lavoro, una licenza ecc..
I partiti sono delle macchine complesse, con veri e propri dipendenti, diventano delle aziende che devono disporre di molto denaro per pagare i dipendenti e per organizzare le varie iniziative. Negli anni della Guerra Fredda, l’URSS e gli USA finanziavano i partiti che erano loro vicini; negli anni più recenti invece i partiti hanno fatto ricorso alle tangenti, in pratica si sono fatti versare del denaro dalle aziende pubbliche che controllavano o dai privati che dovevano fare affari con l’amministrazione pubblica. Per aumentare il loro potere, i partiti hanno cercato di dominare ogni settore dello Stato e hanno imposto il loro controllo sui rappresentanti eletti dai cittadini. Questo strapotere di controllo si chiama partitocrazia: significa che il potere è usato dai partiti per un proprio tornaconto e non a servizio delle istituzioni e del Paese. I difetti dei partiti italiani sono stati esasperati dal fatto che la nostra democrazia era bloccata, gli italiani infatti sono stati privati dell’arma fondamentale del cittadino cioè quella di smettere di votare i politici di cui non è soddisfatto.
La situazione politica a partire dagli Anni Novanta
Il sistema politico italiano all’inizio degli anni Novanta fu travolto dalla fine del comunismo con il crollo del Muro di Berlino avvenuto il 9/11/1989 e lo scioglimento dell’URSS con la nascita del CSI del dicembre 1991. Si ebbe lo scioglimento del PCI e la nascita del PDS, e i comunisti che contestavano lo scioglimento del PCI si raccolsero in una nuova formazione detta Rifondazione Comunista. Il sistema dei partiti fu definitivamente messo in crisi dalle inchieste della magistratura sulla corruzione politica quali l’inchiesta di Mani Pulite. Al posto dei partiti travolti dalla crisi sono nati altri partiti come Forza Italia,una formazione di ispirazione liberale guidata da Silvio Berlusconi imprenditore che si è affermato nelle elezione del 1994. Anche l’estrema destra si è sciolta e al posto del MSI è nata Alleanza Nazionale, poi sono sorte formazioni locali e ricordiamo la Lega Nord il cui esponente è Umberto Bossi.
Dalla riforma della legge elettorale avvenuta nell’aprile del 1993 ha preso l’avvio una fase di riorganizzazione dello Stato tuttora in corso e con un referendum si modificò il sistema elettorale da proporzionale a maggioritario, cioè in tutti i collegi elettorali risulta eletto il candidato che ha ottenuto più voti.
La nuova legge elettorale ha favorito il bipolarismo cioè la formazione di due schieramenti alternativi in competizione per il governo del Paese. Questa nuova legge è stata applicata per la prima volta nelle elezioni del 1994 in cui si sono affrontati il Polo delle libertà formato da Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega, CCD e poi i progressisti formati da PDS, Rifondazione Comunista e altri partiti,La vittoria è andata al Polo con la costituzione del nuovo governo da parte di Silvio Berlusconi. Nel 1996 invece la vittoria è andata all’Ulivo uno schieramento di centro-sinistra. Il leader dell’Ulivo Romano Prodi ha formato il nuovo Governo (giugno 1996)ma il 9 ottobre 1998 cadde.Le elezioni del 13 Maggio 2001 sono state vinte dalla coalizione di centro-destra, la Casa della libertà guidata da Berlusconi sconfiggendo la coalizione di centro-sinistra l’Ulivo guidato da Francesco Rutelli.
Per ulteriori approfondimenti sulla crisi della Repubblica Italiana vedi anche qua
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali della crisi della prima Repubblica Italiana?
- Quali partiti componevano il pentapartito negli anni Ottanta?
- Come influenzò la fine del comunismo il sistema politico italiano negli anni Novanta?
- Quali furono le conseguenze della riforma elettorale del 1993?
- Chi furono i leader delle principali coalizioni politiche nelle elezioni del 1994 e del 2001?
La crisi fu causata dalla terza rivoluzione industriale, che portò a una riduzione degli operai, e dalla sconfitta del sindacato e del PCI negli anni Ottanta, oltre alla corruzione politica e al clientelismo.
Il pentapartito era composto dalla Democrazia Cristiana, il Partito Liberale, il Partito Repubblicano, il Partito Socialdemocratico e il Partito Socialista.
La fine del comunismo portò allo scioglimento del PCI e alla nascita del PDS, mentre le inchieste sulla corruzione politica, come Mani Pulite, misero in crisi il sistema dei partiti.
La riforma elettorale del 1993 introdusse un sistema maggioritario, favorendo il bipolarismo e la formazione di due schieramenti alternativi in competizione per il governo del Paese.
Nel 1994, il leader del Polo delle libertà era Silvio Berlusconi, mentre nel 2001, la Casa della libertà era guidata da Berlusconi, che sconfisse l'Ulivo guidato da Francesco Rutelli.