Concetti Chiave
- Il fascismo, guidato da Benito Mussolini, si è affermato in Italia come regime totalitario attraverso la Marcia su Roma e la promozione di ideali di estrema destra.
- Le leggi fascistissime del 1925 hanno consolidato la dittatura in Italia, eliminando l'opposizione politica e centralizzando il potere nel Partito Nazionale Fascista.
- Queste leggi hanno trasformato il ruolo del governo, con il Capo del governo che rispondeva solo al re, e hanno abolito le autonomie locali e le elezioni comunali.
- Il regime ha limitato la libertà di stampa e istituito una polizia segreta per reprimere l'opposizione, intensificando il controllo statale sulla società.
- La trasformazione dello Stato liberale in Stato totalitario è stata completata con una legge elettorale che riduceva le elezioni a plebisciti controllati dal Gran Consiglio del fascismo.

Indice
La definizione e le caratteristiche del fascismo in Italia
Il fascismo è stato un movimento politico che si è progressivamente affermato durante la prima metà del ventesimo secolo in Italia, per opera di Benito Mussolini.
Più specificatamente, il fascismo ha ottenuto il dominio dell’Italia dopo la Marcia su Roma. Si tratta di un partito basato su ideali di estrema destra, attraverso il quale si è progressivamente affermato un regime totalitario e dittatoriale.
Un importante contributo all’affermazione dell’ideologia fascista deriva dal filosofo Giovanni Gentile, che scrisse il “Manifesto degli intellettuali fascisti”. L’ideologia e la propaganda fascista si basava sul culto di Roma, nel senso che l’Italia fascista veniva paragonata alla Roma imperiale.
Per approfondimenti sul regime fascista vedi anche qua
Il fascismo in Italia e la promulgazione delle leggi "fascistissime"
A partire dalla prima metà del ventesimo secolo (in particolare, dal 1925) il regime fascista in Italia fece approvare una serie di leggi. Queste leggi sono note come leggi fascistissime e hanno segnato formalmente la definitiva trasformazione del fascismo in una dittatura e l’inizio del periodo dell’Italia fascista. Questo nuovo quadro legislativo ha tratto ispirazione dal giurista Alfredo Rocco, vissuto tra la seconda metà del diciannovesimo secolo e la prima metà del ventesimo secolo.
Le leggi fascistissime hanno introdotto una serie di cambiamenti, quali:
- Il riconoscimento di un unico partito politico, vale a dire il Partito nazionale fascista e la negazione di qualsiasi altro partito o qualsiasi altra formazione politica. Di conseguenza, sono stati sciolti tutti i partiti di opposizione.
- La sostituzione della figura del Presidente del Consiglio con la figura del Capo del governo. Le leggi fascistissime stabilivano che il Capo del governo fosse responsabile solo di fronte al re e non di fronte al Parlamento. Inoltre, tali leggi prevedevano anche un rafforzamento dell’autorità del Capo del governo nei confronti degli altri ministri; più specificatamente, gli riconoscevano il potere legislativo.
- La negazione delle autonomie locali e delle elezioni comunali. Le leggi fascistissime prevedevano l’abolizione della carica di sindaco e la sua sostituzione con la carica del podestà, che veniva nominato direttamente dal governo, senza dare alcuna voce in capitolo al popolo e ai cittadini.
- Una grande limitazione della libertà di stampa e di associazione, nonché la chiusura di tutti i giornali e le testate giornalistiche che si opponevano al fascismo.
- È stata istituita una polizia segreta (denominata “OVRA”, vale a dire Opera di Vigilanza per la Repressione Antifascista), alla quale sono stati affidati ampi poteri. Nello specifico, la polizia segreta era incaricata di individuare e arrestare gli oppositori.
- Nel novembre del 1926 è stato istituito il Tribunale speciale per la difesa dello Stato, a cui era affidato il compito di giudicare con efficienza gli oppositori. Il Tribunale speciale comminò decine di condanne a morte e oltre 28.000 anni di carcere.

La trasformazione dello Stato liberale in Stato totalitario
In modo parallelo rispetto alla riorganizzazione dello Stato, il presidente del Consiglio Benito Mussolini si è anche occupato della normalizzazione del partito. Nel nuovo quadro istituzionale, la violenza squadrista non era più né opportuna né necessaria. Di conseguenza, le cariche gerarchiche vennero assegnate direttamente da Benito Mussolini, mentre è stata eliminata la direzione del partito a Roberto Farinacci, squadrista della prima ora, tra i più radicali e violenti.
Il partito fascista si riorganizzò in una struttura burocratica sottoposta localmente ai prefetti.
Nello specifico, il vertice era rappresentato dal Gran Consiglio del fascismo, affidato alla presidenza di Benito Mussolini, unico organo del partito in cui si discuteva collegialmente di linea politica. Questo organismo doveva garantire il collegamento tra il partito e le Istituzioni. Di conseguenza, questo organismo ha anche assunto compiti di rilevanza costituzionale, come ad esempio la designazione del Capo del governo.
Nel 1928, la trasformazione dello Stato liberale in Stato totalitario fu completata con una nuova legge elettorale. Questa legge ha affidato al Gran Consiglio il compito di preparare la lista unica di candidati. Se la lista avesse ottenuto almeno la metà più uno dei voti sarebbe stata approvata dai cittadini, i quali non avevano quindi più la possibilità di scegliere i loro rappresentanti, potevano solo approvare o meno la lista proposta dal partito. Possiamo dunque notare come le elezioni sono state trasformate in "plebisciti-farsa" a favore del governo.
Per approfondimenti sul regime fascista di Benito Mussolini vedi anche qua
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali caratteristiche del fascismo in Italia?
- Cosa sono le leggi "fascistissime" e quale impatto hanno avuto?
- Come è avvenuta la trasformazione dello Stato liberale in Stato totalitario sotto Mussolini?
- Qual era il ruolo del Gran Consiglio del fascismo?
- Quali misure furono adottate per sopprimere l'opposizione al regime fascista?
Il fascismo in Italia, guidato da Benito Mussolini, era un movimento politico di estrema destra che si affermò come regime totalitario e dittatoriale, ispirato al culto di Roma e sostenuto da intellettuali come Giovanni Gentile.
Le leggi "fascistissime", emanate nel 1925, hanno formalizzato la dittatura fascista in Italia, introducendo cambiamenti come il riconoscimento di un unico partito politico, la negazione delle autonomie locali, e la limitazione della libertà di stampa.
La trasformazione è avvenuta attraverso la riorganizzazione del partito fascista, l'assegnazione delle cariche gerarchiche da parte di Mussolini, e l'istituzione del Gran Consiglio del fascismo, culminando con una nuova legge elettorale che eliminava la scelta dei rappresentanti da parte dei cittadini.
Il Gran Consiglio del fascismo, presieduto da Mussolini, era l'organo del partito che discuteva collegialmente la linea politica e aveva compiti di rilevanza costituzionale, come la designazione del Capo del governo.
Il regime fascista adottò misure come l'istituzione della polizia segreta OVRA, la chiusura di giornali oppositori, e la creazione del Tribunale speciale per la difesa dello Stato, che giudicava e condannava gli oppositori.