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Concetti Chiave

  • Giovanni Gentile, filosofo neoidealista, ha svolto un ruolo cruciale nel contesto fascista italiano, contribuendo anche alla sfera educativa.
  • Il "Manifesto degli intellettuali fascisti", pubblicato il 21 aprile 1925, è stato un documento chiave per promuovere l'ideologia fascista tra gli intellettuali italiani.
  • L'Anti-manifesto di Benedetto Croce, pubblicato il 1 maggio 1925, ha rappresentato l'opposizione intellettuale al fascismo, creando una divisione tra gli intellettuali italiani.
  • Il Manifesto di Gentile giustifica le azioni fasciste con argomentazioni teologiche e filosofiche, presentandole come necessarie per la rigenerazione politica dell'Italia.
  • La concezione idealistica di Gentile vede il fascismo come un momento storico determinante per restituire all'Italia gli antichi splendori del Risorgimento.
Questo appunto di Italiano tratta del “Manifesto degli intellettuali fascisti” del filosofo e pedagogista Giovanni Gentile. Dopo una breve introduzione sul ruolo di Giovanni Gentile nel contesto fascista italiano, viene delineata sinteticamente la nascita e la pubblicazione del Manifesto e dell’Anti-manifesto. Infine, vengono presentati gli obiettivi e i punti più salienti del libro il “Manifesto degli intellettuali fascisti”, con una specifica attenzione alla concezione idealistica della storia espressa dall’autore Giovanni Gentile.
Manifesto degli intellettuali fascisti di Giovanni Gentile articolo

Indice

  1. Giovanni Gentile e il fascismo in Italia
  2. La pubblicazione del Manifesto e dell’Anti-manifesto
  3. Gli obiettivi del “Manifesto degli intellettuali fascisti” e la concezione idealistica della storia

Giovanni Gentile e il fascismo in Italia

Giovanni Gentile è stato un filosofo, esponente della corrente filosofica neoidealista e attualista in Italia.

È vissuto tra la seconda metà del Diciannovesimo secolo e la prima metà del Ventesimo secolo (tra il 1875 e il 1944). Oltre alla sfera politica e filosofica, è stato anche un pedagogista e ha dato un importante contributo anche al contesto scolastico italiano.
A partire dal 1923, Giovanni Gentile aderisce al Partito Fascista e assume un ruolo politico determinante nel contesto fascista italiano. In particolare, è noto per la pubblicazione del libro il “Manifesto degli intellettuali fascisti”, con il quale delinea ed esalta l’ideologia fascista. Sebbene fosse sostenitore delle idee e concezioni fasciste, è importante sottolineare che il filosofo era contrario all’emanazione delle Leggi Razziali e che si è opposto anche ai patti lateranensi. Giovanni Gentile muore nel 1944, assassinato da un gruppo di partigiani.
Per approfondimenti sulla vita e il pensiero filosofico di Giovanni Gentile vedi anche qua.

La pubblicazione del Manifesto e dell’Anti-manifesto

Tra il 29 e il 30 marzo 1925, Giovanni Gentile ha organizzato a Bologna un congresso per riunire gli intellettuali italiani (artisti, scrittori, giornalisti, ecc.) e promuovere il pensiero fascista.
Dopo tale congresso, il filosofo ha elaborato il “Manifesto degli intellettuali fascisti”, che è stato pubblicato il 21 aprile 1925 sui giornali più celebri del tempo, quali ad esempio “Popolo d’Italia”. Questa data è stata scelta per il suo valore simbolico, in particolare, secondo quanto attestano le leggende narrate dagli storici antichi, in questa data si celebra la ricorrenza della fondazione di Roma (che sarebbe avvenuta per opera di Romolo proprio il 21 aprile del 753 a.C.). Infatti, per promuovere il consenso dell’opinione pubblica, il fascismo veniva a origini importanti dal punto di vista storico (ad esempio, Roma e il Risorgimento). Allo stesso modo, Benito Mussolini veniva associato a figure rilevanti per la storia italiana, quali ad esempio Giulio Cesare, Niccolò Macchiavelli e Giuseppe Garibaldi.
I firmatari del “Manifesto degli intellettuali fascisti” contavano 250 intellettuali e tra coloro che hanno aderito spiccavano gli autori: Gabriele D'Annunzio, Giuseppe Ungaretti e Luigi Pirandello.
Dopo la pubblicazione del “Manifesto degli intellettuali fascisti”, per opera di Giovanni Gentile, nello stesso anno, Benedetto Croce (un altro importante esponente del neoidealismo italiano) ha redatto e pubblicato un vero e proprio “anti-manifesto” o “contro-manifesto”, intitolato “Manifesto degli intellettuali antifascisti” e pubblicato il Primo Maggio 1925. I firmatari dell’Anti-manifesto comprendono: Corrado Alvaro, Eugenio Montale, Marino Moretti, Giuseppe Levi, Marta Felicina Faccio (Sibilla Aleramo) e Luigi Einaudi.
In questo contesto si è creata una vera e propria frattura tra gli intellettuali: da un lato coloro, che hanno deciso di aderire al Partito Fascista per svolgere le proprie attività intellettuali liberamente; dall’altro lato, coloro che preferiscono non rinunciare ai propri ideali.
Per approfondimenti sul pensiero filosofico di Benedetto Croce vedi anche qua.
Manifesto degli intellettuali fascisti di Giovanni Gentile articolo

Gli obiettivi del “Manifesto degli intellettuali fascisti” e la concezione idealistica della storia

L’obiettivo di Giovanni Gentile con la pubblicazione del “Manifesto degli intellettuali fascisti” è prettamente propagandistico. Ad esempio, l’autore esprime delle giustificazioni alle violenze fasciste e alle limitazioni contro la libertà di stampa, fornendo all’opinione pubblica internazionale delle motivazioni valide dal punto di vista teologico, intellettuale e filosofico. Dal punto di vista teologico, viene esaltato il valore religioso del fascismo. Le violenze perpetrate dal fascismo vengono addirittura assimilate ai movimenti dell’associazione “La Giovine Italia” di Giuseppe Mazzini.
Il filosofo Giovanni Gentile sostiene una concezione idealistica della storia, secondo cui il corso della storia è la manifestazione di un principio universale, che passa attraverso le tre fasi di tesi, antitesi e sintesi. Nel Manifesto, l’autore identifica nel male che affligge l’Italia la corruzione della classe politica. Nello specifico, in seguito all’Unità d’Italia, si è avviato un processo di trasformazione dell’Italia in senso democratico, che ha portato il popolo libero a eleggere una classe politica dove alberga la corruzione e l’incapacità. Pertanto, da un punto di vista filosofico e intellettuale, nel Manifesto del fascismo viene delineato da Giovanni Gentile come una tappa necessaria, che sarebbe capace di purificare la politica italiana dalla corruzione e di risollevare l’Italia dalla decadenza. Il fascismo viene quindi presentato come un momento determinante per promuovere il progresso, la rigenerazione e il ritorno agli ideali del Risorgimento italiano. In altre parole, Giovanni Gentili sostiene che il fascismo ha l’obiettivo di conferire all’Italia lo splendore di un tempo.
Per approfondimenti sul fascismo nel contesto storico italiano vedi anche qua.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato il ruolo di Giovanni Gentile nel contesto fascista italiano?
  2. Giovanni Gentile è stato un filosofo e pedagogista che ha aderito al Partito Fascista nel 1923, assumendo un ruolo politico determinante e pubblicando il "Manifesto degli intellettuali fascisti" per esaltare l'ideologia fascista.

  3. Quando e perché è stato pubblicato il "Manifesto degli intellettuali fascisti"?
  4. Il Manifesto è stato pubblicato il 21 aprile 1925, una data simbolica che celebra la fondazione di Roma, per promuovere il consenso pubblico associando il fascismo a importanti origini storiche.

  5. Chi erano alcuni dei firmatari del "Manifesto degli intellettuali fascisti"?
  6. Tra i 250 firmatari del Manifesto spiccavano figure come Gabriele D'Annunzio, Giuseppe Ungaretti e Luigi Pirandello.

  7. Qual è stata la risposta di Benedetto Croce al Manifesto di Gentile?
  8. Benedetto Croce ha risposto con un "anti-manifesto" intitolato "Manifesto degli intellettuali antifascisti", pubblicato il Primo Maggio 1925, firmato da intellettuali come Corrado Alvaro e Eugenio Montale.

  9. Qual è la concezione della storia secondo Giovanni Gentile nel Manifesto?
  10. Giovanni Gentile sostiene una concezione idealistica della storia, vedendo il fascismo come una tappa necessaria per purificare la politica italiana dalla corruzione e promuovere il progresso e la rigenerazione del paese.

Domande e risposte

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