Concetti Chiave
- Lo stato liberale ha origine nel 17° secolo in Inghilterra e si è diffuso in Europa e oltre, basandosi sul principio del liberalismo.
- Il concetto di stato minimo si riferisce all'intervento limitato dello Stato, con compiti principali di ordine pubblico e difesa.
- I diritti nello stato liberale sono considerati negativi, garantendo la non interferenza statale nelle libertà individuali.
- L'uguaglianza è intesa come trattamento equo dei cittadini di fronte alla legge, promuovendo l'eguaglianza formale.
- In economia, il liberalismo di Adam Smith sostiene il laissez-faire, con lo Stato che evita di soffocare la concorrenza.
Lo Stato Liberale
Lo stato liberale ha origine nel 17 secolo in Inghilterra e si è esteso in molti altri paesi europei ed extra - europei. Tale forma di stato è espressione del principio del liberalismo, secondo il quale ci deve essere una illimitata ingerenza delle pubbliche autorità nelle libere attività dei cittadini, si pensa cioè che i cittadini siano capaci di autodeterminare liberamente le loro modalità di vita.
Lo stato viene definito come stato minimo perché i suoi compiti devono limitarsi all’ordine pubblico, alla difesa dalle aggressioni esterne e ad una ristretta serie di interventi nel campo delle opere pubbliche; si usa anche l’immagine di stato guardiano notturno per indicare che è sufficiente che esso protegga di notte le case e le banche dai furti dei ladri, mentre il modo migliore per realizzare le altre funzioni sociali è quello di affidarle alla libera iniziativa dei privati.

I principi giuridici fondamentali dello Stato liberale consistono nella tutela delle libertà individuali di opinione, di pensiero e di azione. I diritti sono considerati come diritti negativi nel senso che gli uomini hanno diritto di non essere ostacolati dai pubblici poteri nell’esercizio delle proprie libertà. Lo stato, in tale contesto, deve astenersi dall’intervenire in modo troppo ingerente nelle attività dei privati. Il principio di uguaglianza è concepito come uguale trattamento dei cittadini di fronte alla legge: è questa l’eguaglianza formale, questo lo dice la nostra costituzione all’articolo 3.
In campo economico si afferma la teoria del liberalismo, questa teoria è affermata da Adam Smith secondo il quale valgono i principi della mano invisibile e del lascia fare portati avanti dagli economisti classici, cioè lo stato deve limitarsi alle opere pubbliche o in parte, e far sì che non ci siano imprese troppo potenti da schiacciare le più piccole.
per approfondimenti vedi anche:
Stato liberale
Stato liberale - Cittadino
Stato liberale - Crisi
Dallo Stato liberale allo Stato sociale
Stato assoluto, liberale e democratico
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine dello Stato liberale e quali sono i suoi principi fondamentali?
- Quali sono i compiti principali dello Stato liberale?
- Come si applica il principio di uguaglianza nello Stato liberale?
Lo Stato liberale ha origine nel 17° secolo in Inghilterra e si basa sul principio del liberalismo, che prevede una limitata ingerenza delle autorità pubbliche nelle attività dei cittadini, promuovendo la loro autodeterminazione.
Lo Stato liberale è definito come stato minimo, con compiti limitati all'ordine pubblico, alla difesa dalle aggressioni esterne e a interventi ristretti nel campo delle opere pubbliche, lasciando le altre funzioni sociali alla libera iniziativa dei privati.
Il principio di uguaglianza nello Stato liberale è concepito come uguale trattamento dei cittadini di fronte alla legge, noto come eguaglianza formale, come indicato nell'articolo 3 della costituzione.