Oliviero.cavallino
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Concetti Chiave

  • L'affare Dreyfus ha evidenziato in Francia una profonda divisione tra una monarchia clericale e una repubblica laica, influenzando la politica del paese fino al 1914.
  • In Inghilterra, il passaggio al potere del partito labourista ha portato a riforme sociali significative, tra cui la legislazione per il lavoro e la giustizia sociale, nonostante l'opposizione dei ceti più ricchi.
  • La Germania sotto Guglielmo II ha adottato una politica di nazionalismo aggressivo, espansionismo coloniale e potenziamento militare, causando tensioni internazionali.
  • La Russia, nonostante il progresso industriale, ha affrontato gravi squilibri sociali che hanno portato a movimenti rivoluzionari, culminati nella divisione tra bolscevichi e menscevichi.
  • In Italia, il periodo giolittiano ha visto riforme sociali ed economiche significative, con espansione industriale e coloniale, ma anche tensioni sociali e politiche che hanno portato a scioperi e divisioni interne.

Pre-guerra

Francia

Indice

  1. L'affare Dreyfus e la politica francese
  2. La politica inglese e le Trade Unions
  3. Espansionismo e politica tedesca
  4. Rivoluzione e politica in Russia
  5. Austria-Ungheria e le tensioni etniche
  6. Politica italiana e Giolitti
  7. Espansione economica e divario nord-sud
  8. Nazionalismo e impresa coloniale italiana
  9. Legislazione sociale e elezioni del 1913

L'affare Dreyfus e la politica francese

• tra l’800-900 scoppiò l’”affare Dreyfus”: il capitano Alfred Dreyfus fu accusato di spionaggio a favore della Germania e condannato.

Il popolo si divise in:

1. colpevolisti: a favore della condanna (inoltre era ebreo quindi non “francese puro”)

2. repubblicani: difendevano il capitano in nome dei diritti di cittadinanzaù

L’affare Dreyfus rese evidente l’esistenza in Francia di 2 anime. una monarchia clericale e una repubblica laica.

• Nel 1899 vinsero alle elezioni i repubblicani, radical-socialisti a difesa delle istituzioni repubblicane—> sinistra. Jean Jaurès era il leader dei socialisti, convinto che libertà e giustizia non fossero valori borghesi ma principi per cui i socialisti e lavoratori si battevano, sostenendo il partito radicale.

• Nel 1906 vinsero ancora i radicali ma il presidente del consiglio Clemenceau dovette fronteggiare numerosi scioperi guidati dall’organizzazione sindacale CGT, sindacali rivoluzionari che sostenevano impossibili le rivendicazioni dei socialisti se non attraverso rivoluzioni, scioperi appunto. Questi furono repressi.

• Davanti a questi squilibri, fu favorita la repubblica moderata con l’elezione di Poincarè, prima come presidente del consiglio poi della repubblica, che riportò l’idea di un rafforzamento dell’apparato militare e il sentimento di rivincita verso la Germania. Tuttavia nel 1914 la sinistra tornò alla ribalta con il governo radicale di Renè Viviani, che cercò di evitare una guerra che inevitabilmente si stava aprendo,

Inghilterra

La politica inglese e le Trade Unions

Alla morte della regina Vittoria (1901), il grande impero inglese, la cui flotta dominava gli oceani, si cominciò a sentire minacciato dall’accrescersi della Germania, nonostante le differenze tra le 2 (antidemocratici in Germania e Monarchia parlamentare in Inghilterra).

• La Gran Bretagna era ancora governata da conservatori e liberali-unionisti, i quali però, nelle elezioni del 1906, guidati da Chamberlain, subirono una sconfitta con la proposta di imposte doganali sui prodotti non inglesi, rifiutando il tradizionale libero-scambio.

Salì al potere il partito labourista, costituito dalle Trade Unions (associazioni operaie inglesi), che oltre al libero-scambio, proponevano attraverso soluzioni non-marxiste una maggiore giustizia sociale, rafforzando la legislazione sociale (es. pensioni, uffici di collocamento per disoccupati, 8 ore di lavoro per minatori ecc.) Proposero inoltre una tassa sul reddito per bilanciare il bilancio pubblico, finanziando anche la flotta inglese.

• Davanti alla proposta della riforma tributaria, i ceti più ricchi respinsero il progetto grazie alla camera dei Lord. Fu varato però poi un parliament act che tolse il veto assoluto alla camera dei Lord aumentando il potere della camera dei comuni, e quindi del popolo, che varò la legge.

• Nel 1912 si riaprì la questione irlandese: fu proposta l’ home tule che proponeva l’autonomia dell’Irlanda: a ciò si ribellarono

1) i nazionalisti radicali irlandesi che volevano conquistare con le armi l’indipendenza del paese. 2) i nazionalisti inglesi che pensavano all’umiliazione che avrebbe portato ciò.

3) gli “unionisti” che appoggiavano l’unione dei 2 paesi.

Con l’apertura della I guerra mondiale la legge non fu varata, nonostante l’approvazione della camera dei comuni.

• Si aprì in questo periodo il problema delle suffragette: donne inglesi che miravano al suffragio femminile per le elezioni politiche attraverso scioperi, cortei ecc. Il diritto di voto verrà riconosciuto dopo il conflitto mondiale nel 1918.

Germania

Espansionismo e politica tedesca

Bismark all’espansione coloniale preferiva il finanziamento industriale, che divenne migliore di quello inglese. Trovò però difficoltà in agricoltura e i materiali industriali provenivano tutti dall’estero, doveva quindi inserirsi nella battaglia coloniale per raggiungere tali risorse—> con l’ascesa di Guglielmo II la Germania si inserì nella battaglia coloniale con lo scopo di trasformarla nella più grande potenza, sgretolando così il sistema di alleanze tessuto da Bismark:

1) Non rinnovò l’alleanza segreta con la Russia in caso di guerra con la Francia, e le 2 potenze si alleeranno preoccupate dall’espansione tedesca nella duplice intesa.

2) Allarmò l’Inghilterra davanti al potenziamento navale e davanti alla costruzione della ferrovia Costantinopoli-Baghdad, che assicurava la presenza tedesca in Turchia nonché una minaccia per l’India.

• Adottò quindi un nazionalismo aggressivo, caratterizzato da una politica espansionistica basata sul diritto del più forte, che iniettò nella mente del popolo attraverso giornali di propaganda che esaltavano la forza del kaiser e della Germania.

Russia

Rivoluzione e politica in Russia

• Anche la Russia aveva conosciuto un grande sviluppo (nell’industria, nel mercato, con la Transiberiana) che però soffriva di gravi squilibri: le industrie erano concentrate in poche città e l’80% della popolazione viveva ancora di agricoltura. Inoltre a causa dell’autocrazia zarista i contadini e operai vivevano in miseria con salari bassissimi, inoltre gli scioperi e i diritti non godevano di alcun riconoscimento:

- a difesa delle classi contadine entra in gioco il partito socialista rivoluzionario, che si opponeva allo zar e si batteva per il socialismo e la centralità dei contadini.

- a difesa degli operai entra in gioco il partito operaio socialdemocratico russo che sotto l’influenza marxista proponeva un ribaltamento sociale a opera degli operai

• Intanto con Lenin si aprì l’idea di abbreviare il percorso verso la rivoluzione attraverso un gruppo di intellettuali e la nascita di un nuovo partito rivoluzionario pur in assenza delle condizioni previste da Marx. Il partito socialdemocratico si divise in 2:

1) i bolscevichi: favorevoli a Lenin (maggioranza)

2) i menscevichi: rimasero fedeli a marx (minoranza)

domenica di sangue: Nel 1905 una folla si riunì sotto il palazzo dello zar chiedendo una giornata di 9 ore lavorative e 1 giorno di riposo, abolizione di imposte indirette e una costituzione; lo zar reagì sparando sulla folla e causando scioperi di operai, ribellione di contadini e soldati, costringendo lo zar a concedere libertà politiche e civili nonché un Parlamento (Duma).

il parlamento aveva dato la maggioranza al partito dei Cadetti (liberali-democratici), che cercarono di imporre delle riforme. Ciò portò lo zar, per evitare che venisse rieletto quel partito, a emanare una nuova legge elettorale secondo cui 1 voto di un proprietario terriero valeva come 260 voti di contadini. Intanto Stolypin iniziò una repressione delle rivolte (fucilazione e deportazione in siberia) e attuò una riforma agraria che incoraggiava i contadini a suddividere le terre acquisendo dei lotti per sè; l’obiettivo fu raggiunto solo in parte a causa della sua morte.

Austria-Ungheria

Austria-Ungheria e le tensioni etniche

In questo periodo l’Austia-Ungheria fronteggiò un periodo di squilibrio: nell’impero vi erano troppe differenze etniche, religiose, linguistiche e anche a livello di sviluppo economico (vi erano aree rurali e are più industrializzate)—> in Boemia vi erano contrasti tra tedeschi e ciechi, in Ungheria nonostante il compromesso (1867) c’era un clima teso e nei Balcani le aspirazioni d’indipendenza erano tali da far pensare ad una guerra in cui di certo sarebbe intervenuta la Russia.

A inasprire i contrasti con la Russia vi fu la rivoluzione dei giovani turchi (1908) in Turchia, dove fu indebolito il ruolo del sultano e dell’impero ottomano; l’Austria approfittò di ciò per annettere a la Bosnia ed Erzegovina, aumentando l’odio dei serbi verso gli austriaci.

Italia

Politica italiana e Giolitti

• Governo Rudinì

• a Crispi subentrò di nuovo Rudinì, che abbandonò le mire coloniali e si riavvicinò alla Francia.

• Intanto vi furono diverse polemiche da parte dei liberali-conservatori riguardo al popolo nella vita

politica, poiché secondo loro solo le classi più alte vi dovevano partecipare—> essendo impossibile limitare di nuovo il suffragio, si decise di limitare il potere del parlamento—> Sonnino con lo scritto “Torniamo allo statuto” proponeva di tornare a quando il governo non dipendeva dal parlamento ma solo dal re—> accresciuti i poteri del re.

• Intanto nel 1898 il paese fu scosso dalla “protesta dello stomaco” a causa dell’aumento del prezzo del pane, e anziché abbassarlo si intervenì con la forza: tra il 6 e il 9 Maggio Bava Beccaris sparò sulla folla provocando morti e feriti.

• Governo Pelloux

• Il successivo governo Pelloux proseguì una politica repressiva cercando di far approvare leggi che limitassero la libertà di stampa, di associazione, di insegnamento, di sciopero—> leggi liberticide (1899). Ma i parlamentari di sinistra, liberal-democratici e socialisti riuscirono, attraverso la tecnica dell’ostruzionismo (interruzioni, discorsi infiniti, ecc) a bloccare l’iter delle leggi.

• Nel 1899 Pelloux col sostegno del re provò comunque ad emanare le leggi visto che non occorreva il consenso del parlamento, ma fu bloccato dalla Corte di Cassazione—> vittoria dei liberal-democratici e socialisti.

• Uccisione di Umberto i

• Il 29 Luglio 1900 Umberto I fu ucciso con 3 colpi di pistola da Gaetano Bresci, emigrato in America e tornato per vendicare le vittime della strage di Bava Beccaris—> salì Vittorio Emanuele III, che assecondò la svolta progressista italiana affidando il governo a Zanardelli—> corso politico liberal-riformista.

• Zanardelli - Giolitti

• Giolitti fu nominato ministro degli interni e puntò a un progetto liberale di coinvolgimento delle masse—> migliorando le condizioni delle classi popolari e estendendone i diritti si sarebbe potuta vincere la sfida dei partiti estremi. Perciò laddove fossero sorti conflitti tra capitale e lavoro, lo stato sarebbe stato neutrale. Riconobbe così il diritto di sciopero e la libertà d’associazione, intervenendo con la forza solo nel caso di minacce per la sicurezza.

• Fase economica espansiva: aumento dei salari, le camere del lavoro passarono da 17 a 76, le leghe bracciantili si riunirono nella federterra.

• Fase sociale espansiva: tutela del lavoro femminile e minorile, municipalizzazione dei servizi pubblici per ridurne i costi, ma il governo non riuscì a far passare una riforma tributaria per l’aumento delle imposte dirette.

• Giolitti

• Quando Zanardelli diede le dimissioni, il potere esecutivo passò a Giolitti che invitò al suo fianco Filippo Turati, leader del PSI, che però rifiutò, consapevole che una parte del suo partito non l’avrebbe seguito. Il PSI era infatti diviso in:

1) massimalisti: rivoluzionari

2) minimalisti: riformisti

Nel VI congesso del PSI (1900) i minimalisti prevalsero sostenendo una riforma del sistema capitalistico-borghese attraverso l’ampliamento de suffragio, una migliore legislazione sociale e la riforma tributaria, appoggiati ovviamente da Giolitti che puntava ad uno stato liberale con riconoscimento dei diritti dei lavoratori.

• Dopo il rifiuto dei socialisti di entrare al governo, riprese l’dea di Depretis del trasformismo, puntando su una vasta aggregazione di deputati per la costruzione di un sistema liberale.

• il suo progetto di modernizzazione politico-economico puntava sulla convergenza di borghesia industriale e proletariato del Nord il cui sviluppo avrebbe trainato anche il sud arretrato.

• Nel 1904 i massimalisti prevalsero nel PSI e organizzarono sciopero generale; ma Giolitti, fedele alle sue idee, non intervenì e lo sciopero si esaurì da se.

• Nascita della CGDL

• nel 1906 nacque la confederazione generale del lavoro (CGDL), Organizzazione in cui confluiscono le camere del lavoro e le leghe bracciantili, che divenne fin da subito di stampo riformista. con l’allontanamento dell’ala rivoluzionaria, il PNI e la CGDL divennero parti integranti del sistema giolittiano.

• Statalizzazone delle ferrovie

• Nel 1905 Giolitti riuscì, nonostante alcune proteste di liberali che temevano come conseguenza la limitazione del diritto di sciopero, a far modernizzare la rete ferroviaria

• Oppositori a Giolitti

• Sonnino cercò di trovare un alternativa al sistema giolittiano elaborando una serie di riforme che risolvesse la questione meridionale favorendo la proprietà contadina ma, urtando con gli interessi degli industriali al nord e dei grandi agrari al sud, la sua proposta fallì.

• Altri oppositori furono i meridionalisti che consideravano giolitti come un “Giano bifronte”, liberale al nord ma che, secondo Gaetano Salvemini, al sud si serviva di “mazzieri” che costringevano gli elettori a votare a favore del candidato ministeriale. Si mostrava comprensibile e autorevole con i salariati ma al tempo stesso favoriva gli interessi del capitale industriale.

Espansione economica

Espansione economica e divario nord-sud

con Giolitti si ebbero notevoli passi avanti nell’industrializzazione, la politica protezionistica diede i suoi frutti e furono realizzate nuove infrastrutture e migliorata la marina e l’esercito. Allo sviluppo economico contribuì la riorganizzazione degli istituti di emissione (sistema bancario), lavori di bonifica, nuovi impianti di irrigazione ecc. in agricoltura, investimenti industrial, sopratutto nell’industria meccanica e nella produzione delle automobili (naquero la FIAT, la Lancia ecc.). Gli operai raddoppiarono e in questo clima nel 1910 nacque la confindustria, associazione rappresentativa delle imprese manifatturiere costituita da imprenditori che gestivano i rapporti col governo e con la CGDL.

Divario nord-sud

L’economia era cresciuta però principalmente al Nord, sopratutto dal “triangolo

industriale” (Genova, Torino, Milano); mentre il sud aveva poche industrie e si basava ancora su una economia agricola. Si cercò quindi di favorire il Mezzogiorno attraverso lavori di bonifica, costruzioni di infrastrutture, industrializzazione (per lo più a Napoli), ma ciò non bastò e si arrivò ad una situazione di migrazione verso l’estero, che in un certo senso favorì lo stato in quanto le “rimesse” dei migranti ne favorirono l’economia.

Nazionalismo

Nazionalismo e impresa coloniale italiana

davanti alla fuga di manodopera dall’Italia si lamentarono i nazionalisti contro l’ “Italietta Giolittiana” che invece di favorire la propria manodopera attraverso l’espansione coloniale la si cedeva a potenze estere. Davanti a questa nazione dove il proletariato riesce a far prevalere il proprio interesse, era necessaria un espansione coloniale.

Nel 1910 nacque l’Associazione Nazionalista italiana, che puntava all’instaurazione di un moderno ordinamento autoritario.

per contrastare l’opposizione nazionalistica si dedicò all’impresa coloniale in Libia, terra turca, dove secondo un accordo con la Francia, l’Italia aveva libertà d’azione. Nel 1911 la questione libica divenne importante con l’occupazione francese del Marocco e con il pericolo imminente della Germania. L’Italia dichiarò quindi guerra ai turchi e il 1912 il conflitto si con la pace di Losanna dove l’impero ottomano riconobbe il controllo italiano sulla Libia. Questa terra però non aveva le caratteristiche necessarie per favorire i braccianti italiani in quanto era solamente un cumulo di sabbia.

• Legislazione sociale

Legislazione sociale e elezioni del 1913

• In ambito sociale Giolitti emanò una legislazione sociale investendo sull’istruzione elementare (aumentando lo stipendio dei maestri, creando nuove scuole nelle zone più povere, ecc.). Decise poi di istituire nuove assicurazioni sulla vita e, per garantire il rispetto delle norme dell’assicurazione e la legge che garantiva 24 ore settimanali di riposo, fu istituito l’ispettorato del lavoro. Fu creato poi l’istituto nazionale di credito per la cooperazione che voleva aiutare la piccola imprenditorialità.

Elezioni 1913

• nuova legge elettorale: estendeva il diritto di voto a tutti i maschi che avessero 30 anni. Nel 1913 nelle elezioni si registrò una avanzata del PSI ma la vittoria andò ai liberali, grazie ai cattolici che avevano sostenuto il patto Gentiloni proposto da Vincenzo Gentiloni: egli offriva l’appoggio dei cattolici se si fossero sottoscritti i 7 punti del patto (es: opposizione al divorzio, difesa delle scuole cattoliche, insegnamento religioso nelle scuole pubbliche, ecc.). Il non expedit venne sospeso in 330 collegi.

• si rafforzò quindi la corrente clerico-moderata mentre fu emarginata quella democratico- cristiana, secondo cui i cattolici non dovevano schierarsi in difesa del sistema liberale ma battersi per una partecipazione diretta delle classi più umili.

• Nel 1913, Giolitti, non più appoggiato dai radicali si dimise e salì al suo posto Salandra, esponente dei liberali-conservatori. Nel 1914 dovette affrontare numerosi scioperi, nati in seguito all’uccisione di 3 dimostranti—> settimana rossa; tra questi uno sciopero generale della CGDL che si propagò e aveva come fine ultimo la proclamazione della repubblica;

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le conseguenze dell'affare Dreyfus in Francia?
  2. L'affare Dreyfus evidenziò la divisione della società francese in due anime: una monarchia clericale e una repubblica laica, portando a un rafforzamento dei repubblicani radical-socialisti.

  3. Come reagì la Gran Bretagna alla crescita della Germania all'inizio del XX secolo?
  4. La Gran Bretagna, sentendosi minacciata dall'espansione tedesca, vide una sconfitta dei conservatori e liberali-unionisti nel 1906, portando al potere il partito labourista che promosse giustizia sociale e riforme fiscali.

  5. Quali furono le principali sfide interne affrontate dalla Russia prima della Prima Guerra Mondiale?
  6. La Russia affrontò gravi squilibri economici e sociali, con una popolazione prevalentemente agricola e una forte repressione politica, portando alla nascita di partiti socialisti rivoluzionari e socialdemocratici.

  7. Quali furono le tensioni principali nell'Impero Austro-Ungarico prima della guerra?
  8. L'Impero Austro-Ungarico affrontò tensioni etniche, religiose e linguistiche, con contrasti interni in Boemia e Ungheria e aspirazioni di indipendenza nei Balcani, aggravate dall'annessione della Bosnia ed Erzegovina.

  9. Quali furono le politiche principali di Giolitti in Italia e le loro conseguenze?
  10. Giolitti promosse un progetto liberale di coinvolgimento delle masse, migliorando le condizioni delle classi popolari e riconoscendo il diritto di sciopero, ma affrontò critiche per il divario economico Nord-Sud e l'espansione coloniale in Libia.

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