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Concetti Chiave

  • La prospettiva è un metodo per rappresentare forme tridimensionali su superfici piane, introdotto nel Quattrocento con basi matematiche.
  • Durante il Medioevo, l'arte era più orientata verso il sovraumano, ma Giotto riportò l'attenzione sulla realtà e le figure corporee.
  • La prospettiva lineare può essere centrale o bifocale, con le linee che convergono in uno o due punti di fuga.
  • Brunelleschi sviluppò il metodo matematico per rappresentare lo spazio, influenzando artisti come Donatello e Masaccio.
  • Gli esperimenti di Brunelleschi portarono alla creazione di dipinti con prospettiva tridimensionale accurata, gettando le basi per la pittura rinascimentale.
In questo appunto viene descritta la scoperta della prospettiva. Di seguito vengono riportate alcune informazioni su cos’è la prospettiva, alcuni cenni storici, la prospettiva nel medioevo, le tipologie di prospettive e il contributo dell’architetto Brunelleschi per aver fondato questa tecnica architettonica.
L'evoluzione della prospettiva: da Brunelleschi a Masaccio e oltre articolo

Indice

  1. Cos’è la prospettiva
  2. Cenni storici sulla prospettiva
  3. Uso della prospettiva durante il Medioevo
  4. Tipologie di prospettive
  5. Brunelleschi: fondatore dell’architettura
  6. Brunelleschi e la prospettiva lineare

Cos’è la prospettiva

La parola “prospettiva” deriva dal termine perspicere ovvero "vedere chiaramente” e si intende il modo per rappresentare su una area piana una forma a tre dimensioni.

Fin dai primi del Trecento, Giotto aveva compreso la necessità di rappresentare lo spazio in relazione all’essere umano. Tuttavia, ci era riuscito solo attraverso soluzioni prospettiche empiriche e intuitive, non fondate su studi di geometria. All’inizio del Quattrocento venne introdotta la prospettiva lineare, basata su principi matematici. Con l’affermazione di una nuova visione dell’uomo legata alla sensibilità umanistica, nasceva infatti anche l’esigenza di un modo nuovo di rappresentare il mondo e gli artisti si posero chiaramente il problema di come ricopiare lo spazio e il distacco nei loro lavori.
Per ulteriori approfondimenti sulla scoperta della prospettiva in arte vedi anche qua

Cenni storici sulla prospettiva

Tra i primi metodi utilizzare per rappresentare la realtà si ricorda proprio la prospettiva. Però in base ai ritrovamenti storici, non si sa con certezza se gli artisti antichi utilizzassero alcuni procedimenti tecnici per rappresentare la realtà in cui vivevano. Su alcuni resti di pittura romana è stato possibile notare alcuni disegni che raffiguravano ambienti la cui architettura era stata molto semplificata. Gli artisti del tempo non utilizzavano degli schemi ben precisi ma cercavano di rappresentare la realtà in base a come i loro occhi la vedevano.
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Uso della prospettiva durante il Medioevo

Nel corso del Medioevo, gli artisti non avevano alcun interesse nel rappresentare la realtà circostante perché lo scopo delle arti figurative di quel periodo era quello di richiamare il sovraumano, quindi si utilizzavano stili raffinati e abbandonando la rappresentazione di oggetti reali. Più tardi, intorno al 1200, con Giotto, l’importanza della realtà e delle figure corporee cominciò a ritornare come obiettivo di molti artisti. Perciò diventò quasi indispensabile sviluppare dei metodi per ottenere figure quasi identiche a quelle reali. Infatti, già intorno alla metà del Trecento, si cominciò a rappresentare sempre di più la realtà circostante.
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Tipologie di prospettive

La proiezione perpendicolare si chiama “punto di fuga” (PF). Nella prospettiva lineare, tutte le linee perpendicolari al quadro prospettico coincidono nel punto di fuga. La prospettiva lineare può essere al centro, acquisita attraverso l’ideale coincidenza delle linee dei corpi raffigurati verso un punto di fuga unificato posto all’infinito, oppure bifocale, qualora i punti di fuga siano due (A e B) posti alle estremità della combinazione.
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Brunelleschi: fondatore dell’architettura

Filippo Brunelleschi

fu colui che trovò un procedimento matematico utile a riprodurre lo spazio, mentre Donatello e Masaccio riuscirono a concretizzare questo procedimento nella scultura e nella pittura. In pittura soprattutto l'interesse per la riproduzione prospettica dello spazio portò ad ambientare le scene in ampi paesaggi ricchi di alberi, architetture e figure che scalano in lontananza: la prima conseguenza fu la scomparsa del fondo oro, tipico dei dipinti medievali.
Gli elementi principali per la prospettiva lineare scoperti da Brunelleschi furono teorizzati da Leon Battista Alberti nel trattato intitolato “De pictura” del 1435. Per Alberti, un bozzetto o un dipinto è come una tapparella aperta che limita la scena da raffigurare. Questa finestra è definita dall’intersezione tra il piano del foglio o la superficie pittorica e la piramide visiva (o cono ottico), formata dai raggi che delineano i contorni delle figure o degli oggetti da riprodurre e che convergono all’occhio dell’osservatore. Il punto in cui si pone l’occhio costituisce il vertice della piramide visiva ed è chiamato “punto di vista”. Nella visione prospettica gli oggetti in primo piano appaiono, in proporzione, molto più grandi di quelli sullo sfondo: se, per esempio, vicino al punto di vista si pone una matita, la sua proiezione sul quadro prospettico sembrerà grande quanto un albero posto all'altezza del quadro stesso.
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L'evoluzione della prospettiva: da Brunelleschi a Masaccio e oltre articolo

Brunelleschi e la prospettiva lineare

Brunelleschi portò avanti vari esperimenti tra il 1415 e il 1420, tra cui la realizzazione di dipinti con la corretta prospettiva del Battistero di Firenze e di Palazzo Vecchio. I risultati sono stati composizioni con una prospettiva accurata. Gli studi di Brunelleschi sulla prospettiva furono ampliati da ulteriori studi sull'argomento di Leon Battista Alberti, Piero della Francesca e Leonardo da Vinci. Utilizzando le regole della prospettiva di Brunelleschi, gli artisti potevano rappresentare su tela panorami e scene fantastici con una precisa prospettiva tridimensionale. Il più importante trattato su un dipinto del Rinascimento fu pubblicato nel 1436 ed era dedicato agli esperimenti artistici di Brunelleschi. Per mezzo di Brunelleschi e i suoi studi, un dipinto poteva diventare un'attenta finestra tridimensionale sul mondo. Il dipinto La Santissima Trinità di Masaccio nel Santa Maria Novella, Firenze, era un buon esempio del nuovo stile che creava accuratamente l'illusione delle tre dimensioni e ricreava lo stile architettonico del Brunelleschi. Questo fu l'inizio del metodo standard di pittura studiato dagli artisti fino al XIX secolo.
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Domande da interrogazione

  1. Cos'è la prospettiva e come si è evoluta nel tempo?
  2. La prospettiva è un metodo per rappresentare su una superficie piana una forma tridimensionale. È evoluta da soluzioni empiriche di Giotto nel Trecento a una prospettiva lineare basata su principi matematici nel Quattrocento.

  3. Qual era l'approccio alla prospettiva durante il Medioevo?
  4. Durante il Medioevo, l'arte non si concentrava sulla rappresentazione realistica della realtà, ma piuttosto su stili raffinati per richiamare il sovraumano. Solo con Giotto intorno al 1200 si iniziò a dare importanza alla realtà e alle figure corporee.

  5. Quali sono le tipologie di prospettive menzionate nel testo?
  6. Il testo menziona la prospettiva lineare, che può essere centrale o bifocale, con linee che convergono in uno o due punti di fuga.

  7. Qual è stato il contributo di Brunelleschi alla prospettiva?
  8. Brunelleschi ha sviluppato un procedimento matematico per riprodurre lo spazio, influenzando la pittura e la scultura. Ha introdotto la prospettiva lineare, teorizzata poi da Leon Battista Alberti.

  9. Come ha influenzato Brunelleschi la pittura rinascimentale?
  10. Brunelleschi ha permesso agli artisti di rappresentare scene con una precisa prospettiva tridimensionale, come dimostrato nel dipinto "La Santissima Trinità" di Masaccio, che ha creato un'illusione di profondità e ha influenzato il metodo standard di pittura fino al XIX secolo.

Domande e risposte