Concetti Chiave
- La prospettiva centrale, attribuita a Brunelleschi, segna un cambiamento radicale, creando l'illusione della terza dimensione su superfici bidimensionali.
- Il sistema prospettico si basa su regole geometriche precise per creare profondità, con tutte le linee di profondità che convergono verso un unico punto di fuga.
- Brunelleschi sviluppò tecniche innovative, come l'uso del riflesso su una lamina argentata, per definire il punto di vista e la rappresentazione del cielo.
- Nella prospettiva rinascimentale, le dimensioni dei personaggi variano in base alla loro posizione nello spazio, non più secondo una scala gerarchica.
- Questa prospettiva è più realistica perché rispetta la percezione umana, riflettendo l'antropocentrismo classico.
Indice
La rivoluzione della prospettiva
La prospettiva centrale, attribuita a Brunelleschi, segna il cambiamento ed il distacco totale. La prospettiva è un sistema grafico rappresentativo che serve a creare l’illusione della terza dimensione su un rapporto bidimensionale, si fonda su regole geometriche precise creando la profondità, l’artista si immagina le cose contornate e poi le reinventa nella grafica.
L'intuizione di Giotto e Brunelleschi
Giotto fece una prospettiva intuitiva e questa sua intuizione diventò la regola di Brunelleschi, il quale si presentò in piazza con una lamina di argento, su cui aveva dipinto il battesimo ma non aveva dipinto il cielo, essendo d’argento riflette. Poi fece un buco in corrispondenza del punto di vista, girò la lastra, guardò attraverso il buco guardò lo specchio posto davanti poi dipinse il cielo come lo vedeva.
Regole fisse della prospettiva
Ricava da qui regole fisse:
1. Il punto di vista corrisponde al punto di fuga, ovvero il punto più lontano dello spazio, e tutte le linee che misurano la profondità convergono verso quel punto;
2. Nel mondo Medievale ed antico, i personaggi variano di dimensione a seconda della scala gerarchica, qui invece a seconda della prospettiva/posizione dello spazio;
3. È più realistica perché rispetta la percezione reale ma umano-oculare, come l’uomo vede e qui ritroviamo l’antropocentrismo classico;