Concetti Chiave
- La rivalità tra Mario e Silla ha lasciato un'impronta duratura nella storia di Roma, culminando in episodi come la rivolta di Sertorio e quella degli schiavi guidata da Spartaco.
- Giulio Cesare emerge come una figura chiave in un periodo di crisi della Repubblica, iniziando la sua carriera nel partito dei popolari e scontrandosi con l'establishment conservatore.
- Il primo triumvirato tra Cesare, Pompeo e Crasso segna il declino della Repubblica, con una divisione del potere e delle cariche politiche a loro vantaggio.
- La guerra civile tra Cesare e Pompeo culmina con la vittoria di Cesare a Farsalo e la fuga di Pompeo in Egitto, dove viene assassinato.
- Cesare implementa riforme significative a Roma, ma il suo crescente potere porta alla sua uccisione da parte di una congiura di senatori, guidata da Bruto e Cassio.
Indice
Conflitti e rivolte a Roma
Lo scontro che era avvenuto tra Mario e Silla (e i loro eserciti) continuava a riverberarsi nella storia di Roma. La rivolta di Quinto Sertorio e la successiva repressione da parte di Pompeo ne è un esempio. Sertorio venne ucciso a tradimento nel 72 a.C.
Appare una nuova minaccia per Roma: la rivolta degli schiavi guidati da Spartaco del 73 a.C., sfociata a Capua. Dopo una vittoria schiacciante presso Modena, Spartaco ritorna verso sud, forse alla ricerca di un imbarco per l’Oriente, Subendo una definitiva sconfitta nel Cilento ad opera di Crasso.
Ascesa di Cicerone
In questo momento Pompeo e Crasso erano “Padroni” di Roma. Ma un altro Homo novus (ovvero un uomo senza avi in politica) entra nel panorama politico di Roma: Marco Tullio Cicerone. Con l’assenza di Pompeo da Roma Marco Tullio Cicerone divenne uno dei personaggi politici più importanti. Era amico di Pompeo e strenuo difensore della Repubblica: egli credeva nella Concordia Ordinum (collaborazione tra i vari ordini sociali).
Giulio Cesare e la politica
Giulio Cesare entra nella politica romana mentre la Repubblica esisteva solo formalmente.
Vi sono quindi due uomini, troppo grandi, per condividere il potere: Gneo Pompeo e Giulio Cesare.
Quest’ultimo, in gioventù, aveva iniziato la sua carriera nel partito dei popolari. Ciò gli procurò l’odio del massimo esponente del partito conservatore degli Ottimati: Silla che voleva morto quel giovane e che di lui disse: “Voi non capite che in lui vi sono molti Mario”.
La congiura di Catilina Questo episodio rese maggiormente palese la crisi della Repubblica e allo stesso tempo la forza ed il ruolo di Cicerone, che la scongiurò.
“Il tramonto della Repubblica”
Mario, Silla e il tentativo di colpo di stato di Catilina avevano reso evidente la crisi della Repubblica: “Grandi uomini segnano la fine di grandi epoche”.
Il primo triumvirato
Quando Pompeo ritorna da trionfatore dall’Oriente chiede la distribuzione di terre ai propri veterani e ciò porta allo scontro con il Senato, e alla successiva alleanza tra Pompeo, Crasso e Cesare: il primo triumvirato, nel 60 a.C.
Guerre di Cesare in Gallia
Cesare, Pompeo e Crasso si impegnavano a dividersi le cariche politiche e i relativi vantaggi.
- Pompeo ottenne le terre per i propri veterani
- Crasso ottenne grossi vantaggi per i pubblicani (suoi sostenitori ) affinché potessero avere più facilmente appalti per la riscossione della tasse.
- Cesare ottenne il consolato e la carica di proconsole per 5 anni in Gallia.
Qui combatté contro Belgi, Sequani, Veneti, Edui ed Elvezi: Giulio Cesare in due anni (57 a.C.) aveva praticamente sottomesso l’intera Gallia
Egli sfruttò sempre la consolidata regola militare e politica:“Divide et impera” (Dividi e governa).
Successivamente l’ Accordo di Lucca, 56 a.C., fu un’ulteriore conferma della fine della Repubblica. I tre grandi di Roma si spartiscono il potere e le aree di influenza:
- Cesare avrebbe avuto per altri 5 anni il comando in Gallia
- Pompeo il governatorato della Spagna
- Crasso quello dell’Oriente.
Qui quest’ultimo trovò la morte nel 53 a.C. nella battaglia di Carre (nell’attuale Turchia)
Mentre Cesare esplorava le regioni meridionali della Britannia, in Gallia scoppiò un vasto movimento di liberazione capeggiato da Vercingetorige. Questi, alla guida dei Galli, seppe tenere in scacco le legioni romane per due anni, Poi la strategia di Cesare ebbe la meglio ad Alesia (52 a.C).
Guerra civile e Rubicone
I successi conseguiti da Cesare provocarono timori presso il Senato e soprattutto presso il suo principale avversario Pompeo, il quale per timore di Cesare e delle sue legioni, decise di rafforzare il proprio esercito.
Quando a Cesare arrivò la richiesta di presentarsi a Roma come semplice cittadino, egli chiese che anche Pompeo facesse altrettanto.
Il Senato non prese in considerazione la proposta di Cesare. Come conseguenza l’esercito di Cesare varca il Rubicone (oggi in Romagna), un fiume che nessun comandante militare romano poteva attraversare con il proprio esercito. Era il 10 gennaio del 49 a.C.
Questo segnò l’inizio della guerra civile contro Pompeo. Le legioni di Cesare piombarono su Roma. Le sue legioni erano formate da veterani (soldati esperti), avevano seguito il loro generale per quasi dieci anni, avevano combattuto contro avversari temibili e agguerriti e avevano vinto. L’esercito di Pompeo fu sbaragliato Fuga di Pompeo verso oriente Battaglia decisiva a Farsalo (48 a.C.) in Tessaglia. Cesare sconfisse le legioni del suo avversario. Pompeo, sconfitto, scappò in Egitto. Qui il re dell’Egitto, Tolomeo, fece assassinare Pompeo, ma un uomo romano non poteva essere ucciso in questo modo così Cesare privò Tolomeo del trono che affidò alla sorella del “faraone”: Cleopatra.
Fine di Pompeo e ascesa di Cesare
L’anno successivo alla battaglia di Farsalo, Cesare dovette domare una rivolta in Asia Minore. In poco tempo la rivolta fu stroncata. Per enfatizzare il proprio successo, Cesare inviò al Senato questa celebre frase: “Veni, vidi, vici” (venni, vidi, vinsi).
Congiura e morte di Cesare
Cesare, a capo di Roma, riordinò lo stato con una serie di leggi, allargò la cittadinanza agli abitanti (romani o italici) delle province della Gallia, distribuì terre ai suoi veterani, riformò il calendario, amnistiò i nemici (concesse il suo perdono e la sua clemenza) per pacificare gli animi di Roma.
Il Senato gli conferì il titolo di “imperator” però questa somma di poteri civili e militari rendeva il suo governo come una monarchia.
Sì formò una congiura di circa 60 senatori, capeggiati da Bruto (Marco Giunio Bruto) e da Cassio. Cesare fu ucciso con 23 colpi di pugnale nella Curia Pompeia davanti alla statua di Pompeo alle idi (15) di marzo del 44 a. C.
Domande da interrogazione
- Quali eventi hanno portato alla crisi della Repubblica Romana?
- Qual è stato il ruolo di Giulio Cesare nella politica romana?
- Come si è formato il primo triumvirato e quali erano i suoi obiettivi?
- Quali furono le conseguenze della guerra civile tra Cesare e Pompeo?
- Come e perché è stato assassinato Giulio Cesare?
La crisi della Repubblica Romana è stata evidenziata da eventi come lo scontro tra Mario e Silla, la rivolta di Quinto Sertorio, la rivolta degli schiavi guidata da Spartaco, e il tentativo di colpo di stato di Catilina.
Giulio Cesare è entrato nella politica romana come membro del partito dei popolari, ha partecipato al primo triumvirato con Pompeo e Crasso, e ha ottenuto il consolato e il comando in Gallia, dove ha sottomesso l'intera regione.
Il primo triumvirato si è formato nel 60 a.C. tra Pompeo, Crasso e Cesare, con l'obiettivo di dividersi le cariche politiche e i vantaggi, come la distribuzione di terre ai veterani di Pompeo e vantaggi per i pubblicani di Crasso.
La guerra civile tra Cesare e Pompeo portò alla sconfitta di Pompeo, che fuggì in Egitto dove fu assassinato. Cesare divenne il capo di Roma, riordinò lo stato, e il suo governo assunse caratteristiche monarchiche.
Giulio Cesare è stato assassinato il 15 marzo del 44 a.C. da una congiura di circa 60 senatori, guidati da Bruto e Cassio, a causa della sua crescente somma di poteri civili e militari che minacciava la Repubblica.