Concetti Chiave
- Augusto trasformò lo Stato da Repubblica a Impero, mantenendo un'apparente continuità per soddisfare il Senato e il popolo.
- Nel 27 a.C., Augusto si fece nominare Princeps senatus e ottenne l'incarico proconsolare a vita, diventando capo dell'esercito.
- Utilizzò la propaganda augustea e coinvolse intellettuali per diffondere i suoi valori e rafforzare il suo prestigio.
- Investì i guadagni dei nuovi territori in elargizioni di denaro, costruendo una politica del consenso e accentrando il potere su di sé.
- Grazie alla sua strategia, Roma raggiunse un periodo di massima potenza e splendore sotto il suo governo.
Indice
La trasformazione dello Stato romano
Con Augusto si attua un’operazione di modifica dello Stato (da Repubblica a Impero). Egli dovette presentare alla fine del suo operato uno Stato che apparentemente non presentasse modifiche ma di un profondo rinnovamento interno per andare incontro al Senato e al contempo al popolo.
Strategie di consenso e propaganda
Fare in modo che il senato accettasse i suoi progetti non fu un’impresa semplice; nel 27 si fece nominare Princeps senatus, si fece dare l’incarico proconsolare a vita che gli consentì di diventare capo dell’esercito. La strategia più importante fu fare affidamento alla propaganda augustea per far conoscere rinnovati impegni della sua amministrazione; in quello stesso periodo si aprì il circolo di mecenate. Gli intellettuali avrebbero dovuto trasmettere i valori di Augusto quali la fides, l’arte, la religione, per accrescere il suo prestigio.
Investimenti e politica del consenso
Ebbe anche la possibilità di fare degli investimenti: tutti i guadagni dei nuovi territori non li teneva più per se ma li investiva procedendo con elargizioni di denaro, costruendo così una politica del consenso, che gli permetteva di ritenere giusto quello che voleva accentrando su di se il potere. La sua strategia, il modo in cui riuscì ad avere il favore del popolo e del senato, fecero si che Roma conobbe con lui il periodo di massima potenza e massimo splendore.