fedeb950
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Concetti Chiave

  • Carlo Goldoni nasce a Venezia nel 1707 e studia grammatica, retorica e filosofia presso gesuiti e domenicani.
  • Goldoni è profondamente appassionato di teatro fin dall'adolescenza, influenzato dai classici greci e latini.
  • Le sue opere teatrali si ispirano a commedie classiche come quelle di Aristofane, Plauto, Menandro e Machiavelli.
  • Goldoni sviluppa una critica alla commedia dell'arte, giudicandola disordinata e priva di coerenza narrativa.
  • Contribuisce a rinnovare il teatro italiano, cercando di superare l'improvvisazione e l'approssimazione tipiche della commedia dell'arte.

Indice

  1. La formazione di Carlo Goldoni
  2. Influenze letterarie e teatrali
  3. Critica alla commedia dell'arte

La formazione di Carlo Goldoni

Carlo Goldoni nasce a Venezia il 25 febbraio del 1707 in una famiglia borghese. L’autore fece studi di grammatica e retorica presso i gesuiti per poi frequentare gli studi di filosofia nella scuola dei domenicani. Entrando in contatto con molte persone nel ambito teatrale. Carlo Goldoni dedicò tutta la sua esistenza al teatro, animato da un passione dentro di lui che ha avuto fino dall'adolescenza.

Influenze letterarie e teatrali

Sin dall’inizio le sue lettere furono subito di carico teatrale da testi classici come le commedie dei greci Aristofane e Menandro e dei latini Plauto e terenzio. Lo stesso Goldoni nell’opera “mémoires” ricorda l’incontro con una delle piu grandi commedie italiane la “mandragola” di Machiavelli che viene indicata dallo scrittore come un esempio fondamentale a cui avrebbero dovuto ispirarsi gli autori del genere comico.

Critica alla commedia dell'arte

Da queste letture a dall'esperienza ricavata dal palcoscenico Goldoni trasse una sempre più forte insofferenza verso la commedia del arte. La commedia dell’arte era un tipo di spettacolo in cui gli autori seguivano canovacci sommari e improvvisavano in scena dialoghi ed azioni. Tutto era quindi affidato all'abilità del comico del saper improvvisare. Ma queste rappresentazioni che risultavano ben accette a quei tempi erano definite da Goldoni “sconce arlecchinate, laidi e amoreggiamenti e motteggi” favole mal inventate condotte male e senza ordine.

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