
La situazione degli studenti fragili è particolarmente complicata. Questo perché, essendo affetti da una patologia grave o immunodepressi, dall'inizio della pandemia sono tra quelli rimasti più isolati.
Secondo l'ordinanza che il MI ha emesso a ottobre 2020, infatti, le scuole possono fare ricorso, per gli studenti fragili (in assenza di disabilità), alla didattica digitale integrata o all’istruzione domiciliare. Come nel caso di questa studentessa di Messina che ci scrive parlandoci della sua condizione di "studentessa fragile" e di come è cambiata la sua vita con la pandemia. Non solo ha perso una delle persone più care a causa del virus, come tanti altri giovani, ma ha anche dovuto rinunciare alla scuola e alle sue passioni da più di un anno a soli 17 anni.
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Giulia, studentessa "fragile" in Dad da oltre un anno
"Ciao, sono Giulia, tra un mese compio 17 anni. Oggi sono qui a sfogarmi con il mondo dei social, perché come sono stanca io, lo siamo tutti, dato che da un anno la nostra vita è cambiata del tutto, ormai le mascherine sono diventate le nostre migliori amiche. Da un anno che il mondo intero si è fermato a causa della pandemia.Questa pandemia mi ha fatto capire il valore della vita, ma anche quanto sia importante abbracciare una persona a cui vuoi tanto bene. Nel 2020 ho perso mia nonna. Non la vedevo, non l’abbracciavo o baciavo per paura che potessi trasmetterle il virus. Ma ho perso comunque la persona più cara che avessi. Chissà, tutto questo finirebbe prima se tutti rispettassimo le regole con cui conviviamo da oltre un anno: mettersi la mascherina, rispettare il distanziamento, non andare nei posti affollati, non fare assembramento... non costa nulla! Rispettiamoci l’uno con l’altro per andare avanti, se continuiamo così non usciremo mai da questo maledetto virus. Io sono una studentessa "fragile", e come tanti altri ragazzi come me faccio la DAD da più di un anno, in quanto affetta da una patologia. Vi assicuro che non è facile affrontare tutta questa situazione, è complicato seguire le lezioni quando la propria classe sta in aula e i sono costretta a casa. Oltre a non potere vedere i miei compagni e professori, spesso c’è il rimbombo dell’aula per cui non si capisce nulla. In più, sono esausta di stare dietro uno schermo per 10 ore se non di più, ogni giorno per 5 volte alla settimana.
A causa della mia patologia, oltre a non andare a scuola, non posso più fare sport, sono ferma da un anno. Non mi sento più me stessa, e sono sempre infelice perché lo sport è la mia passione. Ma questo grande amore mi è stato tolto. Lo sport, oltre a far bene alla mia salute, mi aiuta in tutto. Ormai da quando è iniziata la pandemia non posso far altro che studiare e basta, non ho più uno sfogo e una vita sociale. Mi sento stressata. Ciò che chiedo è che tutti si comportino con responsabilità, per fermare questo virus, in modo che io e altri come me possiamo finalmente di riprenderci la nostra vita."
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