
Negli ultimi giorni, si è parlato molto dei casi di studenti che hanno deciso di fare "scena muta" all'orale di Maturità per protesta. Ma c'è chi lo aveva fatto prima che diventasse una "moda" mediatica, scegliendo però di rivelarlo solo adesso, a suo dire per evitare fraintendimenti.
A raccontarlo è uno studente della provincia di Brescia che lo scorso 24 giugno, nei primissimi giorni di colloqui, ha deciso di non sostenere il confronto con la commissione, per lanciare - come per gli altri suoi colleghi che hanno fatto lo stesso - un messaggio contro il sistema scolastico.
E anche stavolta, come negli altri casi, nonostante la scena muta, questo studente modello, con una media dell'8, ha comunque ottenuto il diploma con una votazione di 61/100.
Indice
I motivi della protesta
Lo studente bresciano, anche attivista del Fronte della Gioventù Comunista, ha deciso di raccontare a Radio Onda d’Urto, cosa lo ha spinto a rifiutare di sostenere l’esame orale.
"I due scritti sono stati l’origine del mio gesto. Il voto della prima prova ho ritenuto che non fosse rappresentativo del mio percorso scolastico degli ultimi cinque anni. La seconda prova era in linea con quello che ho sempre fatto anche se, potranno testimoniarlo tutti i miei compagni di scienze umane, la traccia era particolarmente difficile”.
E c'è di più: il ragazzo ha ribadito di aver deciso di non sostenere l'orale "ben prima che diventasse un caso mediatico", sottolineando come la sua protesta non sia da "imputare al lavoro della commissione", ma al sistema scolastico nel suo complesso.
Non volevo essere frainteso
Il giovane spiega anche i motivi del perché ha deciso di raccontare la sua protesta dopo alcune settimane: “Ho deciso di parlarne solo ora perché non volevo essere frainteso, non volevo che la colpa ricadesse sulla commissione che mi ha seguito e sui professori con cui ho avuto un buon rapporto in questi anni. Non l’ho esplicitata subito come protesta perché non ce l’ho con loro, ma con il sistema scolastico”.
Per lo studente, il negarsi all'esame orale rappresenta "il rifiuto di una scuola incentrata solo sui voti, come se fossero solo i voti a doverci rappresentare. Una scuola sempre più alienante, cieca ai bisogni degli studenti, con un’impostazione quasi ossessiva sul risultato, che ha perso di vista l’obiettivo di farci crescere come persone, di farci apprendere con piacere. È un problema sistematico e profondo”.
Professori vittime del sistema
Non solo gli studenti, anche i professori soffrono le storture del sistema, secondo il neodiplomato: "I professori - dice - sono spesso vittime dello stesso sistema, che li vorrebbe sempre più burocrati e burocratizzati, sommersi di scartoffie, spinti e costretti da questa stessa burocrazia a mettere in secondo piano l’aspetto educativo e umano. Il sistema scuola non è diverso dal sistema economico che ci vuole alienati, senza fare altro che studiare o lavorare allo sfinimento per obiettivi che non ci appartengono”.
Le parole sul Ministro Valditara
E sul ministro Valditara? Le parole del giovane sono nette: “È sempre stato pronto a reprimere la voce degli studenti piuttosto che dare una risposta al disagio che esprimiamo. Ha una visione ottocentesca dell’istruzione”.
Aggiungendo: “Un Ministro che ci vorrebbe tutti tranquilli e obbedienti”. E ancora: “Va in questa direzione anche la proposta di riformare la Maturità vietando l’astensione all’orale, con bocciatura immediata”.
Dopo il liceo l'università
Mam nonostante la protesta, il percorso di studi del ragazzo del bresciano non si ferma qui: "Mi iscriverò all'università, a Scienze sociologiche a Padova oppure a Sociologia a Trento", ha dichiarato, dimostrando che la sua è una critica al sistema, non certo alla sete di conoscenza.
I casi precedenti di scena muta
Fare scena muta all'orale della Maturità per protesta contro il sistema scolastico basato sui voti sembra essere stata la "moda" degli Esami di Stato svolti nel 2025.
Anche se a farlo, per quanto ne sappiamo, sono stati 6 studenti su un totale di oltre 500mila "maturandi", in questi giorni non si parla d'altro. E anche se già in passato si erano verificati casi simili, non hanno mai avuto lo stesso clamore mediatico di quest'anno.
Il primo caso di cui si ha notizia è stato quello di un diciannovenne di Padova; poi c'è stata la storia di una studentessa di Belluno, che si è esplicitamente lamentata con i docenti per non essere stata compresa.
Successivamentem è venuto il turno di un altro studente veneto di Treviso, di uno studente di una scuola privata di Firenze e infine di una studentessa della provincia di Pesaro e Urbino, demoralizzata da un sette in condotta.