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Sei studenti non ammessi alla Maturità a Trento: i genitori sono d'accordo con la scuolaSono sei gli studenti non ammessi alla Maturità nella scuola di Trento. La decisione non sarebbe stata presa per punirli, ma per difenderli e offrire loro la possibilità di un futuro migliore tramite la permanenza di un anno in un ambiente sicuro come quello della scuola.
I genitori si dicono d’accordo con la decisione.

È successo in un Liceo delle Scienze umane di Trento. A riportare la notizia ‘Orizzontescuola’, che riprende un articolo del ‘Corriere del Trentino’.

Il preside: “Non chiamateli bocciati”

La vicenda va abbastanza controtendenza: si parla spesso del fatto che all’ultimo anno di superiori si boccia poco, e in questo caso abbiamo invece 6 studenti non ammessi alla Maturità. Un dato che però il dirigente scolastico non giudica in maniera negativa o drammatica. Come fa sapere il ‘Corriere del Trentino’, queste le sue parole: Non chiamateli bocciati. Preferisco definirli studenti che hanno la possibilità di fare un percorso per approfondire alcune competenze. Non è uno stigma, ma un bisogno a cui dobbiamo rispondere.

Procedere con una decisione del genere non è stato semplice. Il corpo docente ha valutato con attenzione i curriculum dei ragazzi, arrivando alla conclusione che lo stop sarebbe stata la scelta giusta per garantire agli studenti un percorso formativo migliore.

Spiega il preside: “Due ragazzi non avevano la frequenza necessaria, il 75% del monte ore scolastico, e non sono stati valutati né ammessi ai voti, come previsto dalla legge. Non siamo lì con il contagocce: chi è assente per malattia o in casi particolari adottiamo delle deroghe”. Continua il dirigente scolastico: “Ma in quella classe si sono combinati alcuni fattori. Il loro secondo anno è coinciso con la pandemia e per legge non è stato bocciato nessuno. L’anno dopo, in terza, si alternavano lezioni in presenza e didattica a distanza, quarantene e lockdown, e anche l’anno dopo abbiamo soprasseduto su alcune valutazioni per dare il tempo agli studenti di recuperare”.

Il preside si sofferma ancora sulle motivazioni che hanno portato il consiglio di classe a non ammettere i ragazzi: “Alcuni di loro hanno evidenziato difficoltà oggettive nel lavorare stando al passo con la classe e assimilare competenze, soprattutto sulle materie di indirizzo ma anche nel comporre un testo o esprimere un concetto; non tanto per l’esame di maturità, quanto per affrontare la vita oltre il liceo qualsiasi scelta vorranno fare. All’università rischiano di arenarsi ai primi esami e di mollare subito, e quando si cade lì non c’è più recupero”.

Promuovere quando non si dovrebbe? Una decisione da vigliacchi

Dunque, si è optato per la bocciatura non in un’ottica punitiva, ma in una di investimento: l’obbiettivo è quello di difendere i ragazzi attraverso una permanenza di un anno in più in un contesto protetto, come quello del liceo, che consente di recuperare, acquisire competenze e una maturazione per affrontare il diploma e proseguire con gli studi”.

Come precisa il preside, il corpo docente avrebbe anche potuto chiudere un occhio, come spesso si usa fare in situazioni del genere. Ma sarebbe stato rischioso e, soprattutto, da vigliacchi. “Questo ruolo scomodo rientra nel patto educativo che firmiamo con le famiglie quando ci affidano i loro figli”.

I genitori sono d’accordo con la scuola

Una decisione che ha incontrato il favore dei genitori degli studenti, che hanno compreso a pieno la situazione e la bocciatura. “Se l’è meritata”, è il commento di alcuni. Altri hanno ringraziato la scuola.

Conclude il dirigente scolastico: “In pochi richiedono l’accesso agli atti, visto che con il registro elettronico tutto è trasparente. Tuttavia, con studenti di 18-19 anni, coinvolgiamo direttamente il ragazzo negli incontri con il coordinatore di classe. Abbiamo un rapporto diretto con gli studenti che va oltre la comunicazione formale, qualche mese prima della decisione definitiva, in cui vengono informati che non hanno i requisiti per accedere all’esame se non recuperano in breve tempo. Alcuni fanno finta di essere sorpresi, ma sarebbe un danno per loro se fossimo noi adulti a far finta di nulla.