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scuola sabato e domenica proposta de micheli

È di queste ore la proposta della Ministri dei Trasporti, De Michele, per aiutare a non congestionare il traffico e il trasporto pubblico durante la settimana di aprire le classi anche durante il weekend.

Ma questa ipotesi non è stata accolta nel verso giusto dai presidi delle scuole, che l’hanno già bocciata: scopriamone di più.

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La proposta della Ministra dei Trasporti: a scuola il weekend

La ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, ha anticipato a Repubblica una delle ipotesi che starebbero vagliando in queste ore sia al Ministero dei Trasporti, sia al Consiglio dei Ministri, e ha dichiarato: "Accelerare sullo scaglionamento degli ingressi per le scuole superiori, - ha detto a Repubblica.it e ha continuato - utilizzare le dodici ore della giornata per le lezioni in presenza, dalle 8 alle 20, spingere per portare più classi a scuola il sabato e la domenica". Tuttavia questa proposta è stata bocciata anche da un collega della Ministra, il Ministro e capodelegazione del Movimento 5stelle, Alfonso Bonafede, che ha replicato: "In un momento come questo è del tutto inopportuno pensare di tenere aperte le scuole anche la domenica. Le famiglie stanno già sopportando sacrifici enormi, sarebbe davvero fuori luogo mandare gli studenti fra i banchi perfino in un giorno festivo".

I presidi contro la proposta di aprire la scuola sabato e domenica

Non è solo Bonafede a vedere in modo negativo la proposta della Ministra De Micheli, che prevede di far frequentare le scuole ai ragazzi anche nel weekend, ma sono anche i presidi, che hanno tempestivamente espresso il loro no in merito all’intera questione. Le motivazioni? La risposta immediata dei docenti è stata: "Serve altro". Il verbo non è infatti usato a caso, ma all’interno della scuola ciò che manca e che spesso è elencato è ormai diventato una litania, "assumere più insegnanti e personale amministrativo, pagare i festivi, modificare i contratti", queste le acute osservazioni dei presidi riportate da Repubblica. Inoltre, sempre gli insegnanti raggiunti da Repubblica fanno notare come se si andasse a scuola sabato e domenica "i comuni e le province dovrebbero trovare i fondi per pagare energia elettrica, gas e acqua sette giorni su sette".

L’intervento di Mario Rusconi sul ritorno a scuola scaglionato

Il problema del rientro a scuola è assai serio e grave, e come portavoce del comparto scolastico, all’interno del dibattito sul come e quando tornare tra i banchi, è intervenuto anche Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale presidi del Lazio, che tuona dalle pagine di Repubblica riportando il disaccordo della dirigenza scolastica: "Lo scaglionamento di un'ora è già partito - spiega Rusconi - allargarlo non è possibile. Il 48 per cento degli istituti superiori sono tecnici e professionali, alloggiati in periferia. Molti studenti vengono dalla provincia, l'enorme hinterland di Milano, Roma, Napoli. Come fai a chiedere a questi ragazzi di entrare alle 10,30, alle 11, e di uscire da scuola alle cinque del pomeriggio? Arriverebbero a casa all'ora di cena. Quando studiano? E così le insegnanti, la maggior parte del corpo docente. Come si può farle lavorare in classe nel pomeriggio inoltrato? Hanno figli, hanno una vita. La politica si accontenta dell'effetto annuncio, annunci che non hanno però basi solide, né calcoli consolidati. Da marzo ad oggi che è stato fatto sui trasporti pubblici? La metropolitana di Roma, ricordo alla ministra, spesso si ferma. No, l'ipotesi dello scaglionamento radicale non sta in piedi. A questo punto meglio la didattica digitale. La scuola resta l'agnello sacrificale di politiche o dissennate o superficiali". Dunque quando e come si riapriranno le scuole? La soluzione a tutto ciò sembra ancora lontana.