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presidi contro rientro a scuola dei prof no vaxSta facendo molto discutere il ritorno dei prof no vax negli istituti scolastici. L'allentamento delle misure restrittive del governo ha infatti dato il “via libera” ai docenti che finora avevano rifiutato il vaccino, rimanendo a casa e senza stipendio.


Dal 1 aprile circa quattromila insegnanti potranno fare ritorno a scuola, ma non per insegnare: dovranno essere adibiti a mansioni non a contatto con gli studenti. Infatti, anche se l'obbligo vaccinale rimarrà vigente fino al 15 giugno, i prof no vax potranno comunque accedere nell'istituto con Green Pass base, cioè con tampone. Una misura largamente contestata nella maggioranza e che non è andata giù a molti, specialmente nel mondo scuola.

Prof no vax pagati per non lavorare

"E' molto difficile, negli istituti, stabilire quali siano le mansioni non a contatto con i ragazzi", ha fatto notare il presidente dell'Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, come riportato da RaiNews24. ”Gli stessi impiegati di segreteria e i bidelli entrano a contatto con gli alunni. C'è una volontà di normalizzare la situazione di chi non si è vaccinato: gli si paga lo stipendio per non lavorare, dando mansioni sostanzialmente inesistenti. Bel capolavoro ha tuonato il numero uno dell'ANP.

La misura rischia di far emergere nuove problematiche e soprattutto sembrerebbe nascere senza un criterio effettivo: ”Evidentemente si trascura il fatto che nelle scuole il 90% delle persone che le frequentano sono gli studenti e risulta impossibile individuare locali in cui non vi sia la loro presenza” commenta Mario Rusconi presidente Associazione nazionale presidi Roma a RaiNews24., che segnala inoltre "una miriade di proteste da parte dei presidi".

La lettera dei dirigenti scolastici a Bianchi

D'altronde le scuole stanno uscendo solo adesso da un biennio piuttosto difficile. Le difficoltà organizzative hanno messo a dura prova i presidi che adesso chiedono chiarezza verso una misura di difficile comprensione e che rischia di generare nuova confusione. Ecco perché in una lettera indirizzata al Ministero dell'Istruzione, l'ANDIS (Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici) chiede di “esplicitare all’interno delle disposizioni di prossima emanazione le attività di supporto da assegnare ai docenti inadempienti all'obbligo vaccinale”.

Inoltre, i presidi fanno notare come, il cambiamento dell'organizzazione all'interno della scuola, a soli tre mesi dalla fine dell'anno scolastico, possa provocare pesanti disagi: “Il rischio che l’attuazione di questo punto del Decreto n. 24 finisca per incidere negativamente sul clima organizzativo e relazionale delle istituzioni scolastiche, in quanto la nuova modalità di gestione degli insegnanti non vaccinati potrebbe essere vissuta come disparità di trattamento tra chi si è regolarmente sottoposto a vaccinazione e chi non lo ha voluto fare”.