
L’anno scolastico è ormai iniziato non senza polemiche e problematiche, dovute in gran parte all’emergenza sanitaria ancora in atto nel nostro Paese. Infatti nella maggior parte delle classi i banchi singoli, adatti a rispettare le distanze di sicurezza, non sono ancora arrivati e all'entrate di molti istituti non sempre è facile evitare assembramenti. Tuttavia, nelle ultime ore ad attirare l’attenzione dei media, e non solo, è una protesta di alcune studentesse di un Liceo classico di Roma. Ecco cosa sta succedendo!
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Studentesse in rivolta al Liceo Classico Socrate di Roma
La vicenda molto discussa in queste ore proviene dal Liceo Classico di Roma Socrate, al centro del ciclone per una richiesta inappropriata da parte dell’istituto. Infatti, secondo quanto riportato da ‘Repubblica.it’ alle ragazze sarebbe stato chiesto di non presentarsi a scuola in minigonna. Il motivo? In assenza di banchi, che non sono ancora arrivati, studenti e studentesse dispongono solamente delle sedie, ai docenti “potrebbe cadere l’occhio”. Ascoltate queste parole le studentesse del liceo hanno subito iniziato una protesta, presentando in massa a scuola con minigonne e cartelloni.
“Non è colpa nostra” la protesta delle studentesse del Socrate
“Non è colpa nostra se gli cade l’occhio” scrivono le studentesse del liceo Socrate, a Roma, che hanno subito deciso di dare vita a una protesta per difendere il loro modo di essere e di vestirsi e rivendicare la motivazione dietro il bando delle gonne, adottando l'hashtag #stopallaviolenzadigenere. A tal fine si aggiunge anche il comunicato redatto dai ragazzi e le ragazze del Collettivo Politico Galeano e Ribalta Femminista: "Andare a scuola in gonna è stata una risposta spontanea. Non ci interessa l'episodio singolo, questa è l'occasione per mettere al centro il ruolo della scuola e della comunità scolastica. La scuola è e deve essere una forza motrice nello scardinare la cultura che rende le ragazze e le donne oggetti e colpevoli. È nelle aule che si formano i cittadini e le cittadine di domani, ed è da lì che deve partire una nuova consapevolezza per i nostri corpi e i nostri modi di essere. Il Socrate e la sua comunità, studentesse e studenti e professoresse e professori, ci ha sempre insegnato questo, a conoscere noi stessi e noi stesse ed essere liberi e libere di esprimerci. Che questo sia il momento e il luogo per iniziare una vera rivoluzione culturale e sociale, che oggi più che mai è necessaria".
La risposta del Ministero dell’Istruzione
La questione non è di certo passata inosservata al Ministero dell’Istruzione, che, tramite l'Ufficio scolastico regionale del Lazio, ha chiesto un approfondimento sulla vicenda relativa al liceo Socrate di Roma. "È ovvio che le studentesse e gli studenti debbano frequentare le lezioni con un abbigliamento decoroso, in segno di rispetto verso l'Istituzione che la scuola rappresenta e verso sé stessi. Non è però condivisibile che la motivazione posta alla base di tale doverosa condotta faccia riferimento a un ipotetico e deprecabile voyeurismo dei docenti (uomini). Docenti che, peraltro, svolgono un importante ruolo educativo". Lo dice all’Ansa il presidente dell'Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. "Si deve evitare - spiega il dirigente sindacale Giannelli - che, a causa di un evidente e marginale incidente comunicativo, la categoria dei docenti sia percepita dall'opinione pubblica in maniera distorta e degradata e che il liceo Socrate venga erroneamente rappresentato come presidio di una cultura oscurantista. L'episodio dimostra, una volta di più, quanto sia fondamentale utilizzare le parole correttamente e consapevolmente".