
Secondo i risultati dell’indagine di Laboratorio Adolescenza, in collaborazione con il Corriere Scuola, il 70% dei ragazzi afferma di essere stato molto penalizzato dalla Dad.
In particolare, ad avere una visione più negativa sono gli studenti delle scuole superiori e le ragazze. Le materie più penalizzate? Quelle umanistiche: "E' mancata l'interazione con gli insegnanti, fondamentale". Per uno su tre, anche i voti sono peggiori.
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Scuola post-pandemia: studenti danneggiati dalla Dad
Dall'indagine nazionale sugli stili di vita degli adolescenti che vivono in Italia - realizzata dall’Associazione Laboratorio Adolescenza e dall’Istituto di ricerca IARD, in collaborazione con Il Corriere della Sera - è emerso che la Dad ha peggiorato la formazione scolastica. Come il Covid, infatti, anche la Didattica a distanza continua a preoccupare con i suoi effetti.Ben il 70% del campione di studenti tra i 13 e i 19 anni ha risposto che la formazione è stata penalizzata abbastanza o molto. Una percentuale che sale ancora (75%) se facciamo riferimento ai soli studenti delle scuole superiori, coloro che hanno sofferto maggiormente la situazione data dalla pandemia. Ulteriore notizia è quella scaturita dalle risposte delle studentesse che, a differenza dei colleghi maschi, giudicano molto più grave la condizione post-Dad: "il 73,2% delle ragazze pensa che la preparazione complessiva ne abbia risentito contro il 64,4% dei maschi".
Non solo: ben 1 su 3 (il 34%) dice che il rendimento a scuola è peggiorato. Solo per poco più di 1 studente su 4 le cose sono migliorate. Mentre per il 40% non è cambiato granché.
Mancanza di interazione: la Dad ha aumentato le lacune
C'è, inoltre, chi compie un ulteriore distinzione tra le materie seguite in Dad. Sofia, studentessa di un liceo scientifico di Milano, intervistata dal Corriere, sostiene che la Dad abbia influito negativamente soprattutto sulla materie umanistiche: "Personalmente ho sofferto la mancanza di interazione con l’insegnante che solo le lezioni a scuola possono consentire e quindi ritengo di aver perso qualcosa di irrecuperabile".Ma sarà possibile rimarginare queste lacune accusate da gran parte degli studenti italiani? Secondo Rocco Cafarelli, dirigente scolastico, dice al giornale che non sarà così semplice. Scuola e docenti sono presi dall'enorme mole di lavoro e tartassati da scadenze e burocrazia: "Al di là della buona volontà è difficile immaginare che si riesca, in parallelo, a portare avanti i programmi nuovi e a recuperare le lacune". Inoltre, durante quest'ultimo anno scolastico, trascorso per lo più in presenza, la sensazione generale degli insegnanti è stata quella di aver ritrovato studenti con una grande difficoltà nel mantenere l’attenzione e la necessaria concentrazione nello studio.
Ma esistono anche aspetti positivi nella Dad
La statistica boccia ampiamente il percorso scolastico svolto in Dad, ma c'è anche chi riesce a trovare degli aspetti positivi nell'esperienza. Come Anna Rezzara, pedagogista dell’Università Bicocca di Milano, secondo la quale la forza di adattamento alle diverse forme di insegnamento e di apprendimento degli studenti potranno essere sfruttate "per avviare un ripensamento complessivo dell’approccio pedagogico, rendendolo più adeguato ai nuovi strumenti che oggi abbiamo a disposizione".Anche qualche studente fuori dal coro riesce a scorgere nell'esperienza in Dad dei riscontri positivi, come Elena, 16 anni e alunna di un istituto tecnico, che ha sottolineato un'accresciuta responsabilità come conseguenza dello studio in solitaria. "L’ho trovato interessante e ha modificato in modo positivo il mio approccio allo studio con effetti positivi adesso che siamo ritornati in classe".