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bocciata ingiustamente tar risarcimentoIl Tar della Liguria non solo ha riconosciuto una bocciatura ingiusta avvenuta nel 2010, ma anche un cospicuo risarcimento che quella bocciatura ha provocato alla studentessa in questione.

Questo perché, proprio a causa di quella bocciatura, la ragazza ha dovuto ritardare la laurea, sostenendo un anno di mancato stipendio; un’ingiustizia bella e buona, agli occhi del Tar, che ha deciso di decidere per il risarcimento nei suoi confronti.

La bocciatura ingiusta ritarda di un anno i primi guadagni: il Tar decide per il risarcimento

Il caso in questione vede un’architetta che, invece di diplomarsi nel 2013, a causa di una bocciatura avvenuta in terza liceo (a.s.
2010/11), ha ottenuto la maturità l’anno dopo, nel 2014
. In questo modo è stata costretta a ritardare di un anno gli studi universitari, facendo slittare l’attività professionale e i primi guadagni al 2021.

La studentessa non fu bocciata a giugno, ma fu rimandata per poi dover eseguire l’esame a settembre, che fu un vero e proprio choc, tanto che i giudici, come riporta Repubblica, hanno scritto a tal proposito: “Le illegittimità riscontrate appaiono infatti rimproverabili e non scusabili, sia per la loro numerosità, sia per la sussistenza (anche) del vizio di disparità di trattamento, particolarmente stigmatizzabile per il suo carattere “odioso”, tanto più in quanto inficiante l’attività valutativa condotta nell’ambito del sistema pubblico di istruzione e nei confronti di una ragazza minorenne”, e quindi evidenziano come “una bocciatura scolastica, specialmente se ingiusta, cagioni nell’alunno patema d’animo, afflizione, frustrazione ed angoscia”.

La sentenza continua affermando: "Il danno patrimoniale deriva dal lucro cessante patito per aver ottenuto il diploma di maturità al termine dell'anno scolastico 2013/2014, anziché 2012/2013 e per avere differito di un anno gli studi universitari e l'inizio dell'attività professionale - si legge in sentenza del Tar della Liguria - Superato l'esame di abilitazione ha cominciato ad esercitare la professione di architetto, ottenendo i primi guadagni nell'agosto del 2021. Dunque, a causa del ritardo nel conseguimento del titolo di studio di scuola superiore, la ricorrente - laureatasi in corso - ha subito un allungamento dei tempi per svolgere l'attività lavorativa produttiva di reddito".

I giudici amministrativi hanno precisato che il pregiudizio economico ristorabile non coincide totalmente con il mancato reddito medio di un anno di lavoro, perché la percezione dei guadagni non è stata definitivamente persa, ma posticipata nel tempo. Il ritardo si ripercuote quindi sui contributi previdenziali da versare e ai fini pensionistici.

“E’ una rivalsa personale” afferma l’ex studentessa dopo la sentenza del Tar

Il Tar ha quindi riconosciuto i danni morali per la frustrazione subita e quelli materiali per aver ritardato l'ingresso nel mondo del lavoro. Debora oggi racconta: "Venni bocciata dalla prof di matematica perché chiesi che fosse sostituita”, spiega l’ex studentessa a Repubblica “io e altre tre ragazze chiedemmo un intervento della preside perché fosse sostituita. Ciò non avvenne e noi quattro fummo rimandante e bocciate”, nonostante la giovane avesse un ottimo curriculum scolastico e la media del 7 e mezzo.

Ora però si dice finalmente soddisfatta: “Si sono molto contenta, è una rivalsa personale per una ingiustizia che all’epoca mi ha fatto soffrire ma che non ho mai voluto accettare”, e continua: “Io fui l’unica a restare al Grassi mentre le mie tre compagne cambiarono scuola e non fu facile per me - racconta Debora –. Poi però, per fortuna ebbi una nuova insegnante di matematica che ancora oggi ricordo con affetto. Dall’altra mai ricevuto scuse. Può sembrare banale ma il ritardo di un anno comporta conseguenze per gli studi, i concorsi, le occasioni lavorative. Oggi non sono contenta per i soldi, evidentemente, ma per il riconoscimento morale della mia battaglia per la giustizia”.