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Prof licenziata perché gay: sarà risarcita

Licenziare un insegnante per il suo orientamento sessuale, anche se la scuola è cattolica, non è mai legittimo. A dichiararlo è stata la Cassazione respingendo il ricorso di un istituto cattolico trentino condannato nel marzo 2017 dalla Corte di appello a risarcire l'insegnante per danno "da discriminazione", come riportato da Repubblica.

Ma la vicenda è iniziata ben prima del 2017: scopriamone tutti i passaggi, per arrivare a comprendere meglio l’esito definitivo.

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Nel 2014 una docente di una scuola cattolica privata non ha visto rinnovarsi il suo contratto di lavoro per sospetti sul suo orientamento sessuale. La professoressa ha quindi subito intentato causa contro l’istituto, vincendola nel 2017 con la sentenza emessa dalla Corte di appello di Trento. La scuola però, non contenta, ha intentato ricorso contro la sentenza. Ma la sezione Lavoro della Suprema Corte, con un'ordinanza depositata nelle scorse ore, ha respinto il ricorso presentato dallo stesso istituto contro la sentenza, affermando in modo definitivo le ragioni della donna.

La prof ha vinto anche il ricorso

Dunque, oltre 7 anni dopo, l'istituto cattolico dovrà risarcire all'insegnante un danno "da discriminazione" per 30mila euro a titolo di danno morale e per 13.329 euro a titolo di danno patrimoniale. A diffondere la decisione definitiva della Cassazione è stato l'avvocato della prof, Alexander Schuster, che ha dichiarato: "La sezione lavoro ha ritenuto che la libertà d'insegnamento di un ente religioso non costituisca carta bianca per discriminare apertamente le persone".