
Viaggi d'istruzione a rischio nel 2025. La notizia non farà felici molti studenti ma sembra proprio che per diverse scuole le gite scolastiche potrebbero diventare un qualcosa di molto difficile da organizzare.
Secondo il Nuovo Codice degli Appalti, infatti, le scuole dovranno diventare delle vere e proprie stazioni appaltanti per quanto riguarda i contratti con valore superiore ai 140mila euro.
Si tratta, in poche parole, di una questione meramente amministrativa ma non da sottovalutare: perché, come sappiamo, i cavilli burocratici sono una vera spina nel fianco. Così facendo, infatti, le scuole che vogliono organizzare una gita scolastica, dovranno mettere in piedi delle gare di appalto.
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Le nuove regole sulle gite scolastiche
In estrema sintesi, una norma contenuta del nuovo Codice degli Appalti, in vigore dal 2023, prevede nuove regole e procedure decisamente più lunghe per organizzare le gite scolastiche e gli scambi inter-culturali.
Costi lievitati, aumento di lavoro per le segreterie e responsabilità maggiori per i docenti che accompagnano gli studenti: per questi motivi, molte scuole stanno rinunciando ad organizzare uscite didattiche, come segnala Il Messaggero.
La nuova procedura è in vigore dal 2023, ma è stata derogata al 30 settembre 2024 su richiesta del MIM: adesso, con il nuovo anno alle porte, la questione è tornata alla ribalta, mettendo in difficoltà molti istituti scolastici in vista del 2025.
Il MIT propone di affidare le gare agli Uffici Scolastici Regionali
Per risolvere la questione, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti avrebbe proposto di affidare la gestione delle gare d'appalto agli Uffici Scolastici Regionali (Usr), che verrebbero indicati come stazioni appaltanti.
I dirigenti scolastici, però, temono un possibile cortocircuito: servirebbe più personale, e soprattutto un potenziamento dell'organico che preveda l'inserimento di figure specializzate in materia.
I presidi non sono convinti
La proposta infatti non ha del tutto convinto i presidi: “Pensiamo alla Lombardia, con oltre mille scuole. Se solo il 40% di queste fosse coinvolto, significherebbe gestire 400 gare d’appalto ogni anno. Anche gli Usr più piccoli, con 30 o 40 scuole, avrebbero un carico significativo”, dice a Open Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi.
Che poi aggiunge: “La norma discende da direttive europee, non è questionabile, ma se si decide di affidare la gestione delle gare a una stazione appaltante centralizzata come gli Usr, allora è necessario potenziare significativamente gli organici, assumendo personale altamente qualificato e con competenze specifiche sul codice degli appalti”.
La questione finisce in Parlamento
Sulla questione è stata anche depositata alla Camera e al Senato una interrogazione dal parte del Partito Democratico.
“Nel febbraio scorso, l'Anac, in seguito alle proteste dei dirigenti scolastici e delle associazioni che rappresentano le agenzie di viaggio, ha approvato una deroga fino al 30 settembre 2024 per garantire alle scuole di poter procedere autonomamente agli appalti indipendentemente dal valore degli affidamenti.
La deroga è scaduta senza che nessuno abbia pensato ad intervenire. Chiediamo al ministro Valditara cosa intenda fare per mettere a disposizione dei dirigenti scolastici, quanto prima, strumenti che possano garantire modalità semplici e immediate per attivare gli affidamenti per i viaggi di istruzione che sono parte integrante della vita di tutte le scuole e del percorso formativo di alunni e studenti”.