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relazione tossica

Amare una persona e viverla in una storia dovrebbe generare felicità e appagamento, ma non sempre è così. Alcune relazioni, infatti, a lungo andare possono rivelarsi addirittura nocive per il nostro benessere.


Avere problemi, incomprensioni e discussioni è assolutamente normale per ogni coppia del mondo, anche per quelle più salde e felici. Fare però della lite un’abitudine, una routine ordinaria o anche uno strumento per misurare il livello di amore del partner è indice di una relazione tossica.
Se anche a te è capitato di rimanere incastrata in un rapporto di questo tipo, ti diamo qualche consiglio per uscire da questa situazione nell’ambito del progetto contro la violenza sulle donne “Don’t Slap Me Now”, finanziato dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ideato e realizzato in partenariato da Skuola.net e Osservatorio Nazionale Adolescenza.

Un partner manipolatore

Anche nelle coppie più comuni può succedere che uno dei due partner abbia una personalità più forte, senza arrivare a soffocare o prevaricare l’altro, riuscendo a creare un certo equilibrio. In una relazione “tossica”, invece, questo equilibrio non esiste, e anzi subentrano dinamiche che mettono uno dei due partner in una condizione di disagio, sofferenza o dipendenza emotiva. A volte, infatti, soprattutto quando ci sentiamo molto insicuri, ci sentiamo attratti da persone che inizialmente sembrano riempirci di amore e attenzioni, corrispondendo ai nostri desideri, ma finiscono, nel tempo, per rivelarsi prepotenti o manipolatori, se non addirittura violenti.
In molti casi questi comportamenti sono dovuti dal bisogno di controllare la persona con cui si è in relazione. Ma è bene capire che le umiliazioni, le mortificazioni e le minacce non sono mai motivate da nessun tipo di amore o sentimento. Il controllo su sentimenti e opinioni del partner e la manipolazione delle azioni (imporre, quindi, ciò che si deve e che non si deve fare in modo più o meno diretto) rappresentano un indice fondamentale di una relazione basata su prevaricazioni e possesso, e non certo sull'amore. Amare significa lasciare liberi di essere ciò che si è, accettando e valorizzando incondizionatamente pregi e difetti dell’altro.

Distruggere l’ideale e costruire il reale

Uno degli errori che comunemente si commette è quello di idealizzare la persona che si ha accanto, immaginando caratteristiche, pregi e qualità che in realtà non possiede, giustificandola nel momento in cui si comporta male o sbaglia proprio alla luce di questo ideale.
La realtà è che, purtroppo, a volte si è attratti da persone che, per loro natura o per un loro disagio, si rivelano incapaci di amare veramente. E a volte, questa realtà è talmente difficile da accettare che si preferisce non vederla, perdonando ogni cosa pur di non perdere quel poco che viene dato dal partner all’interno della relazione. Per prendere coscienza, però, dobbiamo essere disposti a togliere il velo che appanna i pensieri, riflettendo sull’amore concreto e reale che si riceve dall’altro.

Distaccarsi ed essere disposti alla perdita

La prima cosa da fare, quindi, se si sente che si sta vivendo una storia nociva, è parlare e capire perché la relazione sta diventando stringente e opprimente. Molti hanno paura delle conseguenze che comporta l’esternazione dei propri pensieri e sentimenti: parole troppo scomode potrebbero non essere accettate da chi sta con noi e portare alla rottura della storia.
Se la situazione non migliora, però, lasciarsi è la soluzione obbligatoria che, anche se dolorosa e faticosa, può far uscire da una relazione tossica e concedere quindi una possibilità di felicità futura.
Imparare a stare da soli, liberandosi da una relazione che ci costringe o che ci dà dolore, vuol dire iniziare a volersi bene e mettere la propria felicità prima di tutto il resto. Per fare questo, è necessario riuscire a mostrare la propria personalità ed esternare i propri pensieri, sentimenti, aspirazioni e desideri, dando loro importanza, anche se questo ci allontana da chi dice di amarci.

Imparare dal passato per costruire un futuro diverso

La fine di una storia è sempre un nuovo inizio, un momento di crescita e di autoanalisi. Ogni volta che si presta attenzione a tutto quello che di bello o brutto ha caratterizzato la relazione e ai motivi che ne hanno determinato la sua conclusione, si deve sempre riflettere su sé stessi senza lasciarsi sopraffare dalla malinconia dei ricordi e dalla mancanza dell’altro.
Analizzare i propri vuoti interiori e capire quindi gli errori con cui ci si approccia all’altro e si proietta su di lui un ideale di perfezione inesistente, permette di non ricadere nello stesso tipo di relazione tossica in futuro e di costruire una storia realmente felice, avvicinando persone diverse che sappiano accettare l’altro lasciandolo libero di essere ciò che è, e anzi, amandolo per questo.
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