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partner violento

Non sempre le emozioni che si provano durante una storia d’amore sono positive. Quando si è particolarmente coinvolti in una relazione di coppia, è possibile che si attivino delle dinamiche pericolose, delle quali spesso non si ha neanche consapevolezza e che, per questo motivo, diventano più difficili da gestire.


In una relazione, in particolare, l’aggressività può derivare dalla presenza di insicurezze inconsce e paure interiori come quella di essere abbandonati, delusi, traditi, usati, criticati o odiati, o semplicemente di fallire, e quindi di non essere amati. Se queste paure sfociano in un vero e proprio disagio, diventa difficile gestire la propria emotività: per questo, in una coppia, “l’altro” può diventare in qualche modo una valvola di sfogo.
Ma cosa accade quando, in un rapporto, uno dei due “accetta” di subire azioni e reazioni esagerate e fuori controllo? Oltre all’enorme sofferenza a cui si espone, il rischio reale è che si possa innescare un circolo vizioso da cui è molto complicato uscire, con azioni che possono degenerare in vera e propria violenza psicologica o addirittura fisica.
Se anche a te è capitato di essere vittima di alcuni comportamenti aggressivi da parte del tuo partner, nell’articolo troverai alcuni consigli, nell’ambito del progetto contro la violenza sulle donne “Don’t Slap Me Now”, finanziato dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ideato e realizzato in partenariato da Skuola.net e Osservatorio Nazionale Adolescenza.

Litigio costruttivo e litigio distruttivo

Per prima cosa, quando si litiga è necessario imparare a riconoscere e gestire le emozioni in gioco. Un confronto acceso può avvenire anche in una relazione equilibrata, purché non si esageri e non si vada oltre i confini, mancando di rispetto all’altro. Anzi, discutere in maniera costruttiva può essere utile e importante per conoscersi e crescere. Poi, se si ha la sensazione di essere provocati, offesi o incompresi, è naturale provare rabbia e a volte può essere difficile riuscire ad esprimere questo sentimento con i giusti toni. Bisogna possedere un certo livello di maturità e consapevolezza per riuscire a “tradurre” a in parole il proprio malessere, mantenendo la calma. Anche se a volte non ci si riesce, non vuol dire automaticamente essere persone violente, aggressive o problematiche. Dopo lo sfogo, chi ha perso la pazienza riuscirà a scusarsi con sincerità, a parlare e ad arrivare a un punto di incontro con la consapevolezza di aver risolto - o almeno, di aver provato a risolvere - una situazione di conflitto.
Diversa è la situazione che si verifica quando invece ci si trova davanti a una rabbia distruttiva, fine a se stessa, che nasce da sentimenti di odio, paura o vendetta, spesso immotivati o esagerati. In questo caso, non c’è alcun dialogo o confronto: c’è solo uno scarico di emotività sull’altro, che prova soltanto una sensazione di impotenza di fronte ad esso. L’unico intento, in questo caso, è distruggere e sottomettere il partner: emotivamente, psicologicamente o - se non gli basta più - anche fisicamente, in un’escalation molto pericolosa. In situazioni come questa, patologiche o al limite del patologico, è necessario riconoscere che c’è un problema molto più profondo e che non si tratta più di un normale litigio. Si tratta di condizioni ancor più gravi se queste manifestazioni si reiterano nel tempo e diventano sempre più frequenti.

Perdonare può cambiare la situazione?

Se davanti a un partner rispettoso la cosa migliore da fare, dopo un litigio o una discussione, è tentare la via dell’ascolto e del dialogo, purtroppo di fronte ad un partner aggressivo e violento la situazione cambia. Infatti, è molto frequente che non ci si limiti alla messa in atto di condotte aggressive, ma che anche dopo l’eccesso di rabbia si continui a voler controllare e sottomettere l’altro con richieste di perdono esasperate, attenzioni eccessive, dichiarazioni d’amore spropositate, ricatti morali e vittimismo per indurre il senso di colpa nell’altro. Paradossalmente, anche nel tentare un riavvicinamento, il partner aggressivo può mettere in atto altri schemi di prepotenza. In qualche modo, quindi, la vittima sente di “dover” perdonare, invischiata in una dinamica per la quale spera ogni volta che - davanti al pentimento - l’amore sia reale e che la violenza sia ormai solo un ricordo. Il tanto declamato “cambierò”, purtroppo, può essere solo una promessa illusoria. Pertanto ci si ritroverà nello schema già visto, che anzi diventerà sempre più pericoloso finché non si decida con forza di uscirne.
Cosa fare allora? Innanzitutto, ascoltare se stessi. Se un rapporto ci porta a sentirci umiliati, controllati, depressi, tristi o in ansia, o ci porta “dalle stelle alle stalle” con troppa frequenza, significa che si sta rinunciando al proprio benessere. Una volta consapevoli di questo, è necessario prendere le distanze dalla relazione. Tutto questo, però, può essere davvero difficile per un ragazzo o una ragazza della tua età. Chiedere consiglio ad un adulto o, se necessario, un aiuto concreto a professionisti o esperti (psicologi o psicoterapeuti) è sicuramente la scelta migliore, al fine di individuare il problema, sentirsi più al sicuro e mettere fine a una situazione di sofferenza.
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