Concetti Chiave
- Il Verismo è un movimento letterario e pittorico nato negli anni '80 dell'Ottocento nel sud Italia, focalizzato sulla realtà e sulla vita delle classi più povere, in particolare i contadini.
- Il Verismo si distingue dal Naturalismo francese per la sua ambientazione rurale e il focus sulla misera e arretratezza delle campagne italiane, mentre il Naturalismo si concentra sugli operai in ambienti urbani.
- Caratteristiche principali del Verismo includono l'aderenza alla realtà, un approccio impersonalità nella narrazione, e l'uso di un linguaggio dialettale semplice e diretto.
- Luigi Capuana, considerato il padre del Verismo, teorizzò il movimento e fu influenzato dal Realismo francese, mentre Giovanni Verga, suo contemporaneo, è noto per aver scritto opere come "Vita dei campi" e "I Malavoglia".
- Verga, influenzato dal Naturalismo di Flaubert e Zola, dichiarò i suoi intenti letterari nella premessa alla novella "L'amante di Gramigna", proponendo una narrativa che sembra sorgere spontanea, senza intervento dell'autore.

Indice
Il Verismo, mappa concettuale
Prima di approfondire alcuni aspetti di questo movimento letterario vogliamo proporre in maniera schematica un riepilogo delle sue principali caratteristiche:
- Periodo e luogo: anni ‘80 dell’Ottocento nel sud Italia;
- Tipo di movimento: letterario e pittorico;
- Differenze tra Verismo e Naturalismo: il Verismo è la forma che prende il Naturalismo in Italia. Entrambe le correnti sono basate sul racconto della realtà, ma la differenza tra le due sta nel fatto che gli autori naturalisti si concentrano sulle condizioni degli operai in un ambiente proletario e borghese, mentre gli autori veristi su quelle dei contadini in un ambiente agreste caratterizzato dalla misera e dall’arretratezza. Non si può parlare di “Verismo” come di un vero e proprio movimento organizzato, paragonabile al Romanticismo, né la serie di scrittori identificati sotto questa corrente sono raggruppati attorno ad un programma comune o hanno una visione comune della realtà. Nulla accomuna questi scrittori se non un interesse per figure e ambienti popolari;
- Le caratteristiche principali di questa corrente sono: aderenza alla realtà, gli autori raccontano la realtà cosi com’è; pessimismo, le opere dei veristi esprimono una concezione pessimistica della vita. L’unità nazionale non ha cambiato le sorti delle classi più povere; impersonalità, gli autori non devono commentare la realtà e devono descriverla in modo oggettivo; linguaggio dialettale, semplice e diretto al pubblico in quanto i protagonisti delle opere appartengono alle classi povere;
- Esponenti: Luigi Capuana e Giovanni Verga sono i principali esponenti del Verismo. Mentre il primo è considerato padre del verismo tanto che a lui se ne deve una definizione, il secondo ebbe, nel 1878, la svolta verista con “Rosso Malpelo” (in Vita dei Campi).
Luigi Capuana, padre del Verismo
Nato in Sicilia nel 1839, Luigi Capuana studiò legge presso l’Università di Catania per abbandonare ben presto gli studi e recarsi a Firenze, dove inizia una carriera da critico teatrale (1864-1868).
Durante la permanenza a Firenze incontra Giovanni Verga con cui da subito si instaura un buon rapporto intellettuale, fondato anche sulla medesima visione letteraria. Successivamente arriva a Roma, città nella quale inizia a dirigere il giornale “Il Fanfulla della domenica”, fino al 1884, e dove insegna Letteratura fino al 1902. Nella città eterna conosce poi Luigi Pirandello, tra i due si instaura un rapporto di fiducia reciproca ed è proprio Capuana a convincere il drammaturgo siciliano a intraprendere la carriera letteraria.
Tornato in Sicilia, Capuana insegna Estetica e Stilistica presso l’Università. Qui rimarrà fino alla fine dei suoi giorni, nel 1915. A Capuana si deve la definizione e la teorizzazione del Verismo, che da subito si presentò come un movimento letterario chiaro nei suoi obiettivi: cronaca distaccata e racconto impersonale degli eventi. L’opera di Capuana, in un primo momento molto vicina alla letteratura romantica, ebbe una chiara influenza dall’estetica francese del Realismo e in particolare dall’opera letteraria di Émile Zola. A partire da questa esperienza nel Realismo egli poté affinare le tecniche narrative che lo condussero al Verismo. Il suo romanzo più famoso, Il marchese di Roccaverdina, venne scritto nel 1901 e racconta di un nobile proprietario terriero e della sua storia d’amore che gli costerà la vita.
Per ulteriori approfondimenti su Luigi Capuana vedi qui
Giovanni Verga e l’opera fatta da sé
Giovanni Verga nasce in Sicilia, a Catania, nel 1840. Anche lui, come Capuana, si iscrive alla facoltà di giurisprudenza ma sin da subito, a partire dagli anni ‘60, comincia a dedicarsi alla letteratura, scrivendo alcuni romanzi e pubblicando i suoi articoli su riviste politiche e letterarie. Anche lui visse per un periodo a Firenze e poi a Milano. Da questi viaggi e dall’incontro con Capuana trasse grande ispirazione. Grazie al compaesano infatti venne a conoscenza del naturalismo francese portato avanti da autori come Flaubert e Zola.
Dopo aver scritto e pubblicato alcuni romanzi dalle tendenze naturalistiche e tardoromantiche, scrisse alcune raccolte di novelle che offrono uno spaccato della realtà siciliana dell’epoca: “Vita dei campi”(1880), “Novelle rusticane” (1883) e il romanzo “I Malavoglia” (1881). Le opere furono da subito una novità nel loro genere: gli argomenti trattati, i protagonisti, e la lingua utilizzata, rappresentavano un ambiente marginale. Per questo, inizialmente non ottennero molto successo. La fama e l’apprezzamento per queste opere arrivarono però postume. Massimo esponente del verismo, Verga dichiarò i suoi intenti poetici e letterari nella premessa alla novella “L'amante di Gramigna”, un manifesto del Verismo verghiano: “Quando nel romanzo l’affinità e la coesione di ogni sua parte sarà così completa, che il processo della creazione rimarrà un mistero, come lo svolgersi delle passioni umane, e l’armonia delle sue forme sarà così perfetta, la sincerità della sua realtà così evidente, il suo modo e la sua ragione di essere così necessarie, che la mano dell’artista rimarrà assolutamente invisibile, allora avrà l’impronta dell’avvenimento reale, l’opera d’arte sembrerà essersi fatta da sé, aver maturato ed esser sòrta spontanea, come un fatto naturale, senza serbare alcun punto di contatto col suo autore, alcuna macchia del peccato d’origine.”
Per ulteriori approfondimenti su Verga vedi qui
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali caratteristiche del Verismo?
- In che modo il Verismo si differenzia dal Naturalismo?
- Chi sono i principali esponenti del Verismo e quale fu il loro contributo?
- Qual è il contributo di Luigi Capuana al movimento del Verismo?
- Come si è evoluta la carriera letteraria di Giovanni Verga?
Il Verismo è caratterizzato da aderenza alla realtà, pessimismo, impersonalità e uso di un linguaggio dialettale semplice e diretto. Gli autori raccontano la realtà così com'è, esprimendo una concezione pessimistica della vita e descrivendo gli eventi in modo oggettivo.
Il Verismo è la forma che il Naturalismo assume in Italia. Mentre il Naturalismo si concentra sulle condizioni degli operai in ambienti proletari e borghesi, il Verismo si focalizza sui contadini in ambienti agresti caratterizzati da miseria e arretratezza.
Luigi Capuana e Giovanni Verga sono i principali esponenti del Verismo. Capuana è considerato il padre del Verismo e ne ha definito e teorizzato gli obiettivi, mentre Verga ha dato una svolta verista alla sua opera con "Rosso Malpelo" e ha dichiarato i suoi intenti poetici nella premessa alla novella "L'amante di Gramigna".
Luigi Capuana ha definito e teorizzato il Verismo, influenzato dall'estetica francese del Realismo e dall'opera di Émile Zola. Ha affinato le tecniche narrative che lo hanno condotto al Verismo, come dimostrato nel suo romanzo "Il marchese di Roccaverdina".
Giovanni Verga ha iniziato la sua carriera letteraria con romanzi dalle tendenze naturalistiche e tardoromantiche. Successivamente, ha scritto raccolte di novelle e romanzi che offrono uno spaccato della realtà siciliana, come "Vita dei campi" e "I Malavoglia", che inizialmente non ottennero successo ma furono apprezzati postumi.