
Recenti studi rivelano che in Italia il numero di iscritti alle lauree STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) presenta delle evidenti disparità legate al genere: le donne iscritte a questi corsi infatti rappresentano solo il 16,5%. Il dato acquista maggiore risalto soprattutto se confrontato con un’altra percentuale, ovvero quella delle donne iscritte nelle Università italiane che supera il 50% del totale della popolazione studentesca italiana.
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Piano incentivi rivolto alle studentesse: l’iniziativa dell’Università Ca’ Foscari di Venezia
Per contrastare questa dominante tendenza, Tiziana Lippiello, rettrice dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha proposto un piano di incentivi rivolto alle studentesse più meritevoli che hanno intrapreso un percorso STEM.Come si legge nel comunicato stampa pubblicato dall’ateneo veneto, si tratta di un’iniziativa “che consiste nella riduzione/rimborso del pagamento dei contributi pari a 500,00 €, da assegnare alla migliore studentessa risultata idonea nella graduatoria per ciascuno dei tre anni di corso (triennale) in Informatica, Scienze ambientali, Chimica e tecnologie sostenibili e Ingegneria fisica. Questa agevolazione si aggiunge a quelle già previste per le quattro lauree scientifiche appena citate, portando da 36 a 48 gli incentivi di merito totali attivati dall’Ateneo per le STEM”.
Lo scopo di queste agevolazioni economiche sulle tasse annuali è ovviamente quello di ridurre l’eccessivo divario che persiste ancora oggi tra la percentuali di uomini e di donne iscritti alle lauree STEM. Di conseguenza l'obiettivo è quello di incoraggiare un accesso più consistente della componente femminile all’interno di questi corsi di laurea.
“Garantire pari opportunità”: l’ambizioso obiettivo dell’Università veneta
Queste agevolazioni economiche rivolte alle studentesse più meritevoli rappresentano un modo concreto attraverso cui l’Università si propone di incentivare la loro presenza, ancora troppo al di sotto della media rispetto agli uomini. L’obiettivo primario che l’università si propone di raggiungere con questo tipo di incentivi è dunque quello di “garantire pari opportunità nella ricerca, nello studio e nel lavoro”.La penuria di donne iscritte ai corsi STEM è indice infatti di un pregiudizio sociale, ancora oggi radicato nella mentalità comune e del tutto infondato, secondo cui alcuni settori di studio siano più maschili di altri.
È una situazione questa che preoccupa soprattutto se si pensa che non è limitata al solo ateneo veneto ma generalizzata a tutte le università italiane, come chiarisce bene la stessa rettrice Lippiello: “L’iscrizione delle donne alla lauree scientifiche è, numeri alla mano, ancora molto bassa in tutto il nostro Paese: a Ca’ Foscari le ragazze iscritte ai corsi scientifici sono il 33,6%, i ragazzi il 66,4%. Un tale divario è dovuto a ragioni culturali, che identificano tradizionalmente le discipline scientifiche come ambiti di studio maschili. Perciò il nostro Ateneo ha voluto istituire un insieme di incentivi, sulla base del merito, per le studentesse che scelgono di frequentare le lauree scientifiche. È il nostro contributo per stimolare una più ampia partecipazione delle donne anche a questi corsi di studio. Non ci sono lauree e professioni maschili o femminili: le capacità non dipendono dal genere, a contare sono solamente la passione, la preparazione e l’impegno individuali, che quotidianamente si mettono alla prova nell’affrontare il proprio percorso lavorativo e di vita”.
Non esistono lauree di genere
Pienamente concorde con le parole della rettrice Lippiello anche Michela Signoretto, docente ordinaria di Chimica Industriale presso il Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi e Delegata della rettrice alla Ricerca di area Scientifica, che è intervenuta sul medesimo tema.La docente ha infatti confermato la scarsa presenza di studentesse non solo all’interno del dipartimento dove insegna ma anche all’interno di quelli di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica dove anche le professoresse sono una netta minoranza (15%).
Come la rettrice, anche questa docente ritiene che il più grande ostacolo alla partecipazione femminile all’interno degli studi scientifici sia dovuto a condizionamenti sociali che inibiscono una maggiore presenza delle donne in questo tipo di lauree: “C’è sicuramente bisogno di più rappresentazione femminile nelle discipline scientifiche, per rimuovere gli ostacoli ed aprire la strada ad una maggiore partecipazione delle donne in determinati ambienti di lavoro, che spesso sono più ‘ostili’ alla loro crescita professionale”.
Il primo passo per superare questo ostacolo e favorire l’ingresso delle donne nelle lauree STEM, risiede dunque in una corretta “comunicazione” da parte delle istituzioni accademiche, libera da comuni pregiudizi e da erronei condizionamenti: “È necessario spiegare loro che non si tratta di materie difficili come spesso viene fatto credere, portando le testimonianze di donne che hanno raggiunto traguardi importanti nell’ambiente e promuovendo i percorsi esistenti anche appunto attraverso gli incentivi economici attivati”.
Guarda il video su come è cambiata la vita degli studenti universitari a causa del Covid-19: