5' di lettura 5' di lettura
Effetti della Brexit sull'Erasmus: la risposta delle università milanesi

Sono molti gli studenti universitari che si chiedono preoccupati se la Brexit avrà ripercussioni anche sui soggiorni studio in Gran Bretagna.
Il Regno Unito ogni anno rappresenta infatti una delle mete Erasmus più gettonate, piazzandosi al quarto posto delle preferenze espresse dagli studenti universitari (preceduta rispettivamente dalla Spagna, dalla Francia e dalla Germania) ed essendo a sua volta uno dei Paesi maggioritari di provenienza di studenti Erasmus.

Per questo, le università inglesi non sembrano assolutamente intenzionate ad interrompere gli scambi con gli altri atenei internazionali, ma sono impegnate invece a trovare con questi ultimi nuovi accordi per mantenere aperto l’accesso agli studenti di tutto il mondo.
Mentre le università italiane dunque si stanno adeguando alle nuove normative per riformulare eventuali nuovi accordi, gli atenei milanesi nei loro bandi di iscrizione già assicurano la possibilità di Erasmus nel Regno Unito.

Guarda anche:

Politecnico e Statale di Milano confermano l'Erasmus nel Regno Unito

Come riportato da un articolo de Il Corriere della Sera, né il Politecnico né la Statale di Milano sembrano voler rinunciare agli scambi internazionali universitari giacché nei bandi di iscrizione compaiono posti disponibili anche nei Paesi “oltremanica. A tal proposito, Gabriella Pasi, prorettrice della Milano Bicocca assicura che l’ateneo statale ha interesse a mantenere aperto un dialogo con le università inglesi per permettere lo scambio bilaterale di studenti, necessario quest'ultimo anche per mantenere attivo un corso di Medicina internazionale che ospita molti studenti inglesi.
Per permettere la realizzazione del programma Erasmus nel Regno Unito, la prorettrice aggiunge inoltre che l’università milanese ha stanziato “un fondo specifico per coprire le spese”.

Bocconi di Milano: anche l’ateneo privato non rinuncia all'Erasmus

Nemmeno la Bocconi abbandona l’intento di voler dare continuità all’apertura con la Gran Bretagna, considerando anche il numero cospicuo di scambi bilaterali con il Regno Unito, Paese di destinazione e di provenienza di moltissimi studenti. La Bocconi vanta infatti ben 25 accordi con università inglesi, compresa la possibilità di conseguire una doppia laurea.
Stefano Caselli, prorettore agli Affari Internazionali, afferma che contro tutti i pronostici, le conseguenze della Brexit sull’ateneo sono state positive poiché da una parte il numero delle iscrizioni di studenti stranieri sembra aver subito un notevole incremento, e dall’altra, indipendentemente dall’Erasmus, l’università è comunque in grado di assicurare un mantenimento dei programmi di studio già attivi.

La situazione generale sulla mobilità studentesca nel Regno Unito

Nonostante le risorse messe in campo dagli atenei milanesi per non chiudere la comunicazione, tuttavia la situazione generale futura degli scambi bilaterali per motivo di studio risulta ancora poco chiara, in ogni aspetto che coinvolge tutti i tipi di corso di studio (tirocini, lauree triennali, master e dottorati).
Quel che è certo è che per tutto il 2020 il programma Erasmus rimarrà invariato, mentre sono ancora da definire le procedure che entreranno in vigore dall’anno prossimo sebbene comunque sia previsto lo stanziamento di fondi per i Paesi fuori dall'Europa.
Rimane ancora incerta inoltre la possibilità di frequentare nel Regno Unito l’intero corso di laurea, possibilità che da sempre ha rappresentato per gli studenti italiani un’importante opportunità di studio e di lavoro. Non sembrano invece subire alterazioni le esperienze degli studenti iscritti alle scuole superiori che al quarto anno decidono di studiare all’estero.

Giulia Onofri