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regole su accento e apostrofo

Pronti per la prima prova di Maturità 2019? Oltre a quello che scriverete sarà importante come lo scriverete, dovrete essere molto attenti non solo al contenuto ma anche alla forma. L'ansia e la tensione potrebbero prendere il sopravvento, con la conseguenza che errori che normalmente non fate potreste invece fare.

Ma soprattutto potreste essere vittime di dubbi a livello grammaticale mentre sarete alle prese con la prima prova 2019.
Spesso sapere per bene alcune regole su accenti e apostrofi ci permette di evitare quegli errori da matita blu che abbassano di tanto il voto del nostro elaborato scritto. Vi abbiamo quindi preparato un affidabile promemoria per ripassare i casi più difficili ed aiutarvi a chiarire una volta per tutte i vostri dubbi. Un ultimo consiglio: quando sarete in sede d’esame, fate attenzione a ciò che avete scritto rileggendo più volte perché spesso gli errori su accenti e apostrofi sono quelli che facciamo soprattutto per distrazione. Leggere attentamente questo articolo vi farà bene!

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Maturità, quando si usa l'accento

L’accento va segnato nelle parole tronche (cioè accentate alla fine) con più di una sillaba e nelle seguenti parole formate da una sola sillaba: dà, dì, è, là, lì, né, sé, sì, tè, ciò, già, giù, più, può, scià. In tutte le altre parole di una sillaba l'accento non va segnato.
Dà, dì, è, là, lì, né, sé, sì, tè hanno dei corrispettivi che vanno scritti senza accento:

tabella accenti

Attenzione: do (prima persona del presente indicativo di dare) e sto (prima persona del presente indicativo di stare) va scritto sempre senza accento: "Ti do un po’ di soldi", "Sto arrivando". Fa’, sta’, di’, va’ (imperativi di fare, stare, dire e andare) non sono scritti con l’accento ma con l’apostrofo, mentre i presenti sta, fa, va non vogliono né apostrofo né accento. Anche gli avverbi qui e qua non devono mai avere l'accento.

Maturità, quando si usa l'apostrofo

L'apostrofo si usa per eliminare la vocale finale di una parola che precede un’altra parola che inizia per vocale. Tecnicamente questa operazione si chiama elisione. Ecco qua uno specchietto che vi chiarirà i maggiori dubbi sull’uso dell’apostrofo:

tabella apostrofo