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Quando si usa la maiuscolaNon manca poi tanto, anzi. Il 21 giugno gli studenti di quinto superiore dovranno tornare ai banchi per affrontare la prima prova di Maturità 2023: il tema di Italiano. Dal punto di vista del ripasso, si tratta sicuramente dello step dell’Esame di Stato meno impegnativo, anche perché non esiste una preparazione specifica per il tema. O meglio, esiste, ma passa principalmente per l’esercitazione pratica, visto e considerato che i maturandi dovranno prima di tutto scrivere.

Scrivere, dunque. Ma può risultare importante anche rispolverare alcune regolette spesso poco considerate. In questo articolo affronteremo l’argomento delle maiuscole. Si tratta di una delle prime regole insegnate a scuola, è vero, eppure non va sottovalutata. Anche perché i dubbi sono moltissimi e potresti stupirti di quanto in realtà sia una questione complessa, che non sempre mette tutti d’accordo.

Dove si mette la maiuscola: la regola di base

Come abbiamo detto, si tratta di una regola basilare dell’italiano scritto, e proprio per questo viene insegnata a scuola fin dalle elementari. Quindi passiamo velocissimamente in rassegna i casi in cui è obbligatoriamente prevista la maiuscola e che tutti bene o male già conoscono.

  • Nomi propri: Carla, Federico, Lucilla, Manlio. I nomi propri richiedono obbligatoriamente la maiuscola.
  • Inizio di una frase: la frase inizia sempre con la maiuscola. Sempre.
  • Dopo ogni punto: simile a quanto detto sopra: il punto indica una la chiusura di una frase con conseguente pausa. Dopodiché si riparte con un’altra frase, la quale va segnalata con la maiuscola iniziale.

Maiuscola: dubbi ed errori comuni

Dedichiamoci ora agli argomenti più interessanti: passiamo in rassegna qualche caso in cui l’utilizzo della maiuscola è meno scontato. Questo può essere molto utile alla stesura del tema di Maturità, quindi dài uno sguardo agli esempi forniti qui sotto:

  • I mesi. Un errore spesso ricorrente. I mesi non richiedono la maiuscola.
  • Paese e Stato. Quando ci si riferisce a una determinata nazione, Paese e Stato vanno con la maiuscola. Esistono delle eccezioni, tra cui soprattutto la narrativa, che talvolta può anche presentare la minuscola. Ma il consiglio è quello di adoperare sempre la maiuscola.
  • Periodi storici. Occhio a quando si parla di Novecento, Ottocento, Settecento. Si tratta infatti di un errore ricorrente: i secoli esigono la maiuscola.
  • Le istituzioni. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito. Consiglio: in casi come questo è una buona norma rispettare la grafia scelta dall’ente in questione. Stesso discorso per le testate giornalistiche, per le marche e così via: la Repubblica; Il Messaggero; iPhone. Un discorso a parte per le istituzioni o gli organismi pubblici quando si intende distinguerli dal nome generico. Per esempio: la Chiesa.
  • Discorso diretto. All’inizio del discorso diretto è richiesta la maiuscola: “Paolo disse: «Domani vado al mare»”. Le cose però cambiano quando il discorso diretto si riporta come una citazione in continuità con una frase. Per esempio: “Paolo alla fine non è venuto perché, per lui, «sarebbe solo una perdita di tempo»”.
  • Terra Sole e Luna. È richiesta la maiuscola quando ci si riferisce specificamente agli enti celesti in contesti astronomici. Per esempio: “la distanza tra la Luna e la Terra è di 384.400 km”.
  • Gli aggettivi. Gli aggettivi non richiedono la maiuscola, anche se spesso può sembrare controintuitivo. Se voglio, per esempio, indicare gli studi di Sigmund Freud, scriverò: “le ricerche freudiane” e NON “le ricerche Freudiane”. Lo stesso vale per i popoli (italiani, francesi, spagnoli, e così via). Due le eccezioni: 1) talvolta con le popolazioni antiche la maiuscola è accettata: i Romani, i Galli, eccetera; 2) nei nomi istituzionali e nelle sigle: la Repubblica Popolare Cinese.
  • Festività. Non scordarti le maiuscole quando scrivi i nomi delle feste: Natale, Pasqua, Capodanno, e compagnia.
  • Maiuscola di cortesia: usata per esempio nelle lettere e nelle e-mail molto formali: “Buongiorno, Le scrivo…”; “Sono qui per dirLe…”; “Ho ricevuto il Suo messaggio”. In questi casi la maiuscola può essere inserita nelle forme grammaticali che si riferiscono al destinatario del messaggio. Occhio però: sii coerente: se decidi di metterlo, devi mantenere la stessa grafia lungo tutto il testo!
  • Nomi comuni che personificano un concetto. Questa è una scelta personale, ad uso espressivo, ma volendo potrai scrivere: la Libertà, l’Amore, l’Amicizia…

Le zone d’ombra delle maiuscole: una questione di coerenza

Passiamo adesso alle zone d’ombra della maiuscola, ovvero quelle aree per cui la grammatica non fornisce una risposta univoca, quanto piuttosto una linea guida che però ammette la contraddizione.

Questo è il campo specifico che ricade sotto la giurisdizione delle norme editoriali, decise a tavolino prima ancora di mettersi a scrivere. Ogni casa editrice e ogni testata giornalistica ha un vademecum, un prontuario con le proprie norme redazionali da rispettare per rendere uniformi graficamente tutte le pubblicazioni che rientrano sotto lo stesso cappello. Ma il discorso vale anche per i singoli individui, studenti o professionisti che siano: l’importante, in questi casi, è la coerenza. In altre parole, se si opta per una grafia è buona norma seguirla e utilizzarla per tutto il testo senza passare da una forma all’altra. Vediamo qualche esempio:

  • Nomi composti. Di norma, in questi casi si usa mettere la maiuscola soltanto sulla prima parola: Prima guerra mondiale, Rivoluzione francese, e così via. Ma, comunque, non è un errore mantenere la maiuscola per tutte le parole.
  • Cariche. Le troverai scritte in ogni modo: Ministro / ministro, Presidente / presidente, eccetera eccetera.
  • Via e Piazza. Anche in questo caso, sono corrette entrambe le forme, con la maiuscola o con la minuscola: Via Ripetta, così come via Ripetta; Piazza del Popolo, così come piazza del Popolo. Stesso discorso per Largo, Vicolo, Passo, e così via.
  • Sigle e acronimi. Si possono scrivere sia con la sola iniziale maiuscola sia con tutte le lettere maiuscole: il MIM o il Mim. Per esteso, il consiglio è di mantenere le maiuscole: il Ministero dell’Istruzione e del Merito.

Lo ripetiamo: l’importante, quando sussiste un dubbio, è la coerenza e l’uniformità: se si sceglie una forma è sempre ottima norma mantenere la stessa grafia per tutto il testo.

Data pubblicazione 3 Giugno 2023, Ore 12:04 Data aggiornamento 3 Giugno 2023, Ore 12:15
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