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intervista Fioramonti sulla maturità 2020: buste e invalsi

In una recente intervista al Corriere della Sera , il neo ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti ha parlato delle linee guida su cui vuole tracciare un percorso di riforme all’interno del mondo della scuola.


Fioramonti, oltre ad aver ribadito la sua posizione riguardo alla necessità di stanziare almeno tre miliardi di euro per la scuola, dall’aumento dello stipendio e reclutamento dei docenti tramite concorso ad una modernizzazione sostanziale delle modalità di somministrazione della didattica, ha parlato di un argomento che sta molto a cuore agli studenti: la maturità 2020.

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Prova orale di Maturità 2020: ci saranno ancora le buste?

Agli inizi di settembre il ministro Fioramonti aveva espresso la volontà di lasciare la struttura dell’esame intatta rispetto alle riforme apportate nel 2019 dal precedente ministro Bussetti, che prevede:
  • Prima prova composta da 7 tracce a cui rispondono tre tipologie di tema diverso: 2 tracce di Analisi del testo (Tipologia A), 3 tracce di testo argomentativo (Tipologia B) e 2 tracce di Tema di attualità (Tipologia C);
  • Seconda prova multidisciplinare con almeno due materie di indirizzo;
  • Eliminazione della terza prova;
  • Prova orale composta dal sorteggio di una fra tre buste su cui costruire un discorso multidisciplinare e dall’esposizione orale di un elaborato sull’esperienza di alternanza scuola-lavoro;
  • Punteggio massimo pari a 110/100 e lode totalizzabile attraverso 40 crediti ottenibili nel triennio e 20 punti assegnati per ciascuna prova di esame.
Insomma, stando a quanto dichiarato nei primi giorni di settembre, anche le buste, come tutto il resto dell’esame, sembravano quindi dover rimanere inalterate e quindi valide anche per la maturità 2020.
Nella più recente intervista rilasciata al Corriere della Sera, il ministro non smentisce certo questo proposito, ma alla domanda specifica sul meccanismo delle buste all’orale, la risposta laconica ed ermetica ‘Vedremo’, lascia tuttavia aperto uno spiraglio al dubbio.

Prove Invalsi e maturità 2020

In quanto alle prove Invalsi, così si esprime Fioramonti: "Il test Invalsi è utile ma non deve essere requisito di ammissione alla maturità. L’anno scorso non era obbligatorio e l’hanno fatto praticamente tutti, credo che se fosse obbligatorio avremmo l’effetto di spaventare insegnanti e studenti". Le prove sono somministrate agli studenti di quinto superiore con la finalità di valutare le competenze complessivamente raggiunte nell’ultimo anno delle superiori in Italiano, Matematica e Inglese.

Innovazione della didattica per un apprendimento efficace

Come già affermato in precedenza, il modello di scuolaa cui Fioramonti aspira è quello finlandese, capace di facilitare l'approccio allo studio coniugando la fatica che comporta l’apprendimento di molte materie (anche di quelle più complesse come quelle scientifiche) alla passione a cui conduce la conoscenza.
Secondo il parere del ministro, la scuola ha bisogno di essere rilanciata mediante l'attuazione di ‘didattiche innovative’ che incoraggino il piacere degli studenti nell’approccio allo studio, magari mediante laboratori e strategie di cooperazione della classe: "C’è la necessità di modernizzare e rendere attrattiva la matematica con lavoro di squadra, i laboratori. Anche contro la dispersione, credo che avere professori in grado di usare didattiche innovative aiuterebbe".