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carlotta maturità in ospedale"Preparare l'esame mi ha aiutato, mi ha dato un obiettivo, una scadenza da rispettare anche se ero in ospedale": queste le parole di Carlotta Vandoni, 19 anni e neo diplomata. Il suo percorso scolastico è stato più travagliato di quello dei suoi compagni perché ha trascorso quasi l'intero ultimo anno tra le mura dell'ospedale Niguarda di Milano.

Fonte foto: via milano.repubblica.it

La ragazza soffre di un disturbo del comportamento alimentare da tempo e dopo una brutta ricaduta è stata ricoverata nel centro specialistico dove ha continuato a svolgere le lezioni, ma in modo differente. Due ore di lezione al giorno con docenti diversi dai suoi, quelli del Liceo Classico Tito Livio, dove aveva frequentato i quattro anni precedenti. Non con poche difficoltà ha superato la Maturità: lo studio l'ha aiutata a porsi davanti un obiettivo e a mettere da parte le difficoltà date dalla malattia. Il prossimo step è l'università dove continuerà a studiare le sue materie preferite.

L'importanza della scuola, anche dall'ospedale

Studentessa brillante al Liceo Classico Tito Livio di Milano, ma al quinto anno Carlotta ha dovuto fare i conti con la propria malattia arrecata da un disturbo alimentare che la teneva sotto scacco da tempo. Da settembre 2021 la sua nuova casa è stata il Niguarda di Milano dove ha iniziato a frequentare la "scuola in ospedale". In un primo momento, vista la situazione, aveva deciso di seguire le lezioni due volte a settimana dalla sua camera, ma di non sostenere l'Esame di Stato e ripetere nuovamente il quinto anno. "Avendo frequentato pochissimo e avendo studiato su un programma ridotto - spiega Carlotta a la Repubblica - pensavo di avere conoscenze troppo limitate, mi sentivo indietro. I professori, però, mi hanno spinto a preparare l'esame, che sono contenta di aver affrontato nel modo giusto".

Un ottimo 95 alla Maturità, adesso Carlotta pensa all'università

Così ha deciso di sostenere la Maturità 2022, proprio come tutti gli altri studenti, svolgendo le due prove scritte e quella orale. In particolare, la seconda prova è stata quella su cui Carlotta ha dato il meglio di sè e che le ha permesso di ottenere 95 come voto finale: "Il latino per me è una specie di rifugio. Tradurre è l'unica azione, insieme al dormire, che mi permette di smettere di pensare a tutto il resto, di staccare e di concentrarmi solo sulle parole. Anche per questo ho scelto di continuare a studiarlo". Sì, perché dopo il diploma, Carlotta ha già in chiaro in mente il suo percorso futuro: "A settembre mi iscriverò a lettere classiche, non so ancora se alla Statale, o a Venezia, dove vivono i miei zii. Deciderò ad agosto, sentendo anche il parere dei medici".

Intanto il percorso di cura sta procedendo bene e inizia a dare i suoi frutti: la giovane adesso frequenta l'ospedale solo due giorni a settimana e l'auspicio è quello di abbandonarlo del tutto per riuscire a tornare a vivere serenamente il suo rapporto con il cibo.