Concetti Chiave
- Publio Virgilio Marone, autore classico per eccellenza, visse durante un periodo di grandi turbolenze politiche che influenzarono profondamente le sue opere.
- Le Bucoliche, ispirate agli Idilli di Teocrito, esplorano il mondo pastorale con toni malinconici e riflessioni personali di Virgilio, includendo riferimenti autobiografici.
- Le Georgiche, un poema didascalico dedicato a Mecenate, celebrano i valori tradizionali romani attraverso la vita agricola, presentando sia toni positivi che negativi.
- L'Eneide, poema epico incompiuto, combina influenze omeriche per esaltare Augusto, raccontando il viaggio di Enea alla fondazione di Roma.
- Nel complesso, le opere di Virgilio riflettono la tensione tra passato e futuro, con un forte legame alla famiglia, alla religiosità e al destino di Roma.
Indice
Vita di Publio Virgilio Marone
Publio Virgilio Marone è considerato l'autore classico per eccellenza. Nacque il 15 ottobre del 70 a.C. ad Andes, vicino Mantova, da piccoli proprietari terrieri. Compì i primi studi a Cremona, (toga virile a 15 anni), a Milano, a Roma e a Napoli, dove frequentò la scuola epicurea di Sirone: l'obiettivo dell'epicureismo era di raggiungere la felicità tramite il distacco dalle passioni.
Virgilio, vive in un periodo di grandi turbamenti: lo scontro tra Cesare e Pompeo, culminato con la sconfitta di Pompeo a Farsalo (48 a.C.); l’uccisione di Cesare (44 a.C.); lo scontro tra Ottaviano e Marco Antonio, culminato con la battaglia di Filippi (42 a.C.) che mise in pericolo le sue proprietà, poichè iniziò la distribuzione delle terre ai veterani, ma grazie all'aiuto di personaggi influenti evitò la confisca. Quest'evento, lo influenzò per la composizione delle Bucoliche. Con la battaglia d'Azio (31 a.C.) questo periodo finì e Ottaviano ascese al potere. Dopo il successo delle Bucoliche, entrò nel circolo di Mecenate e su suo invito compose le Georgiche, poi iniziò a comporre l’Eneide e morì a Brindisi il 21 settembre del 19 a.C. di ritorno da un viaggio in Grecia; fu sepolto a Napoli.
Le Bucoliche
L'opera, composta tra il 42 e il 39 a.C. a Napoli, significa 'canti dei bovari'. Virgilio si ispira agli Idilli (scenette) di Teocrito. Tra i due autori, però, ci sono alcune differenze: negli Idilli possiamo trovare anche ambientazioni non rurali, personaggi diversi dai bovari, ampi temi e toni; le Bucoliche, invece, sono più monocordi incentrate solo sul mondo dei pastori con un'atmosfera più triste e malinconica; i pastori perdono ogni rozzezza e gli eventi appaiono come visti da loro; la città e gli eventi storici appaiono sull'orizzonte e l'Arcadia, terra arida e povera, divene la terra beata per vivere in armonia con la natura pensando all'amore e al canto. Inoltre, sono presenti spunti autobiografici.
Egloga I: dialogo; Melibeo deve abbandonare le terre espropriategli mentre Titiro può restare grazie all’aiuto di un potente amico. Si pensa che Virgilio si identifichi con Titiro (autobiografia).
Egloga II: lamento d’amore del pastore Coridone, non ricambiato dal giovane Alessi.
Egloga III: gara di canto (tenzone poetica) fra due pastori in canti alternati detti 'amebèi'.
Egloga IV: annuncio della nascita di un puer, grazie al quale comincerà una nuova 'età dell’oro' (pace e armonia tra uomo e natura). Il puer fu identificato con il figlio di Asinio Pollione, il figlio mai nato di Antonio e Ottavia e con Gesù Cristo (profezia).
Egloga V: lamento per la morte di Dafni, eroe pastorale, morto in seguito a pene d’amore.
Egloga VI: due giovani catturano il vecchio Sileno, il quale, canta le origini del mondo.
Egloga VII: gara di canto tra Tirsi e Coridone, in canti amebei.
Egloga VIII: gara di canto, dedicata ad Asinio Pollione.
Egloga IX: si richiama alla prima ma si canta un esproprio di terre definitivo.
Egloga X: conforto per le pene d'amore di Cornelio Gallo, amico e poeta, abbandonato dalla sua amata fuggita con un soldato.

Le Georgiche
L'opera, scritta tra il 37 e il 30 a.C., significa 'canti sulla vita dei campi' ed è dedicata a Mecenate. È un poema didascalico diviso in quattro libri: la coltivazione (I), l'arboricoltura (II), l'allevamento (III) e l'apicoltura (IV); questo però, non è un manuale di agricoltura ma un richiamo ai valori del mos maiorum (famiglia, religiosità, patriottismo, laboriosità, umiltà..).
Ciascun libro è introdotto da un proemio e presenta una digressione finale: I (guerre civili) e III (peste animali del Nòrico) libro hanno toni negativi; II (elogio della vita campestre) e IV (rinascita delle api) libro hanno toni positivi. Il finale del IV libro era un elogio a Gallo, che cadde in disgrazia e Virgilio lo sostituì con il mito di Aristeo e Orfeo. [Aristeo provoca involontariamente la morte di Euridice, sposa di Orfeo, così per punizione divina il suo sciame viene sterminato. Orfeo scende negli Inferi e chiede di riavere Euridice, gli dei accettano a patto che non si volti prima di uscire dall'Ade. Ma il poeta infrange il patto e perde per sempre sua moglie. Nel frattempo Aristeo immola dei buoi, cioè li sacrifica, per riottenere il suo sciame]
L'Eneide
L'opera, iniziata nel 29 risulta incompiuta e non sottoposta a revisione, infatti Virgilio raccomandò ai suoi compagni di bruciare il manoscritto, ma questi lo consegnarono ad Augusto e così fu pubblicato. È un poema epico con un duplice intento: imitare Omero e lodare Augusto. Sono dodici libri, che riprendono i due poemi omerici, infatti si può parlare di una metà 'odissiaca' (I-VI) e una 'iliadica' (VI-XII); però nell'Eneide è un viaggio verso l'ignoto e non un ritorno a casa (Odissea) e la guerra serve a costruire una nuova città e non a distruggerla (Iliade). Enea è il progenitore di Romolo e il capostipite della gens Iulia; Virigilio lo definisce con l'epiteto pius cioè devoto alla famiglia e agli dei.
I Libro: i Troiani sorpresi da una tempesta scatenata da Giunone, che li odia perchè Paride la dichiarò inferiore a Venere in bellezza, approdano a Cartagine dove sono accolti dalla regina Didone, anch'essa in fuga, che chiede ad Enea di narrare la fine di Troia.
II Libro: racconto di Enea; fuga con il padre Anchise, il figlio Ascanio Iulo, però perde la moglie Creusa.
III Libro: racconto di Enea; in Sicilia muore il padre.
IV Libro: Didone si è innamorata di Enea, che deve abbandonarla per seguire il suo destino. Didone lo maledice e poi si uccide.
V Libro: celebrazione dei giochi funebri in onore di Anchise.
VI Libro: Enea consulta la Sibilla cumana e scende negli inferi dove incontra le anime di Didone, di Palinuro e del padre Anchise che gli rivela i suoi futuri discendenti che faranno la storia di Roma.
VII Libro: Enea sbarca nel Lazio, si allea con Latino che gli promette in sposa la figlia, già promessa a Turno così scoppia la guerra.
VIII Libro: Enea risale il Tevere si allea con Evandro e suo figlio Pallante. Vulcano gli dona uno scudo con su incisa la storia di Roma.
IX Libro: sacrificio di Eurialo e Niso, due giovani troiani, in spedizione notturna.
X Libro: Turno uccide Pallante, per vendetta Enea uccide Mezenzio, alleato di Turno.
XI Libro: Enea offre la pace ma Turno vuole la guerra, dove muore la vergine guerriera Camilla.
XII Libro: Giunone si riconcilia con Giove. Enea esita ad uccidere Turno ma scorgendi il balteo di Pallante lo uccide.
per approfondimenti, vedi anche:
Vita ed Opere di Publio Virgilio Marone
Publio Virgilio Marone
Virgilio secondo la critica
Riassunto di vita ed opere di Virgilio
Virgilio - Caratteristiche delle opere
Domande da interrogazione
- Chi era Publio Virgilio Marone e quale fu il suo contesto storico?
- Quali sono le caratteristiche principali delle Bucoliche di Virgilio?
- Qual è il tema centrale delle Georgiche e come è strutturata l'opera?
- Quali sono gli intenti e la struttura dell'Eneide di Virgilio?
- Come si conclude l'Eneide e quale messaggio trasmette?
Publio Virgilio Marone, nato il 15 ottobre del 70 a.C. ad Andes, vicino Mantova, era un autore classico vissuto in un periodo di grandi turbamenti politici, come lo scontro tra Cesare e Pompeo e la battaglia di Filippi. Grazie a influenti amicizie, evitò la confisca delle sue terre, evento che influenzò le sue opere.
Le Bucoliche, composte tra il 42 e il 39 a.C., sono ispirate agli Idilli di Teocrito ma si concentrano esclusivamente sul mondo pastorale, con un'atmosfera malinconica. Presentano spunti autobiografici e riflettono eventi storici e personali di Virgilio.
Le Georgiche, scritte tra il 37 e il 30 a.C., sono un poema didascalico dedicato a Mecenate, diviso in quattro libri che trattano la coltivazione, l'arboricoltura, l'allevamento e l'apicoltura. L'opera esalta i valori del mos maiorum e non è un semplice manuale di agricoltura.
L'Eneide, iniziata nel 29 a.C., è un poema epico incompiuto che mira a imitare Omero e lodare Augusto. È divisa in dodici libri, con una metà 'odissiaca' e una 'iliadica', e narra il viaggio di Enea verso l'ignoto per fondare una nuova città, Roma.
L'Eneide si conclude con Enea che, dopo aver esitato, uccide Turno per vendicare Pallante. Il poema trasmette un messaggio di pietas e devozione verso la famiglia e gli dei, sottolineando il destino di Enea come progenitore della gens Iulia e fondatore di Roma.