Concetti Chiave
- Luca Canali evidenzia la forte pietas di Enea nell'Eneide, che si manifesta anche in atti spietati, e l'influenza della tradizione ellenistico-alessandrina sulle Bucoliche di Virgilio.
- Sandro La Penna sottolinea l'ossessione di Virgilio per la perfezione formale, al punto da bruciare opere incomplete e vietare la pubblicazione dell'Eneide prima della sua morte.
- Concetto Marchesi discute l'originalità di Virgilio, che supera l'influenza di Teocrito, Lucrezio e Catullo, creando un mondo pastorale ideale nelle Bucoliche.
- Hoffman osserva che Virgilio trasforma il mondo pastorale in un'Arcadia sognante, un rifugio ideale dalla realtà brutale del suo tempo.
- Pietro Citati e Canali esaltano la varietà tematica e la purezza stilistica delle Bucoliche, con un lessico cristallino e una sintassi essenziale ed efficace.
Per Luca Canali pensare Virgilio significa immediatamente pensare al suo capolavoro epico, significa pensare al Virgilio dell’Eneide, significa pensare a quel grande personaggio, Enea, che era contraddistinto da un forte sentimento di pietas, di devozione e di rispetto nei confronti degli dei. Canali aggiunge anche che questa è una pietas, che comporta atteggiamenti spietati, come spietato era stato Enea con l’abbandono di Didone e con l’uccisione di Turno per vendicare la morte del giovinetto Pallante.
Canali sottolinea la forte letterarietà del Virgilio delle Bucoliche, il debito potente che Virgilio paga alla tradizione ellenistico-alessandrina, con riferimenti espliciti, dichiarati testualmente a Teocrito. Virgilio non si limita a riprendere Teocrito, ma lo cita esplicitamente. Canali nota che Virgilio riesce nella mirabile impresa di conciliare la raffinatezza dei suoi modelli con le problematiche spesso angosciose del proprio tempo, procedendo sul filo di un rasoio con la sublime ambiguità del suo canto. Canali si sta riferendo alle due egloghe delle Bucoliche che fanno riferimento alla contemporaneità: quella sicuramente più suggestiva è la prima; in questa il rapporto letterario con la letteratura alessandrina ed ellenistica e gli illuminanti giudizi sulle tensioni del presente sono ben rappresentati. Il mondo dei pastori, secondo il critico, è un mondo rude ed elementare che è letterariamente trasfigurato, quindi stilizzato, ma senza perdere la propria energia oggettiva.Sandro La Penna dice che forse nessun poeta ha superato Virgilio nel culto della perfezione formale come credibile che prima di morire egli vietasse la pubblicazione dell’Eneide, così è probabile che altre poesie avesse bruciate o lasciate inedite prima di pubblicare poco dopo il 40 a.C. le Bucoliche, opera stilisticamente già perfetta.
Concetto Marchesi dice che Virgilio quando compone le ecloghe, benché fosse ancora vincolato dalla tradizione neoterica-alessandrina e ancora lontano dall’indipendeza grande delle Georghiche e dell’Eneide, Virgilio ha già una sua personalità di poeta senza scuole, accoglie in sé tutte le voci che hanno risonanza nel suo spirito, ascolta gli antichi poeti di Roma e più di tutti quei due sommi che erano vissuti fino al tempo della sua fanciullezza ed erano acerbamente morti e avevano in canti mortali significato la passione del mondo e quella dell’animo umano: Lucrezio e Catullo, ma il suo modello specifico è uno greco, Teocrito certamente in molti punti e specialmente in quelli ove c’è più stile e sentimento schietto della vita pastorale e del mito silvestre, ma anche quando pare ci sia traduzione o imitazione avviene invece una ristorazione e ci sentiamo portati fuori dalla scena teocritea, in un mondo dove le cose talora si vedono meglio ad una ad una e parlano tutte all’anima nostra che ricorda. Quindi anche Marchesi ribadiva il rapporto scontato con Teocrito e con il neoterismo, ma ci teneva a sottolineare l’originalità della poesia virgiliana.
Sull’originalità delle Bucoliche rispetto agli idilli teocritei c’è un’osservazione fondamentale di Hoffman, che dice come Virgilio sia stato raggiunto dal fascino della tradizione bucolica resta forse il suo segreto, ciò che possiamo sapere è quello che essa e il mondo dei pastori sono diventati per lui, il significato e il valore che hanno avuto per lui, se per Teocrito il mondo pastorale era stato al confronto un tratto di realtà tangibile per Virgilio divenne l’Arcadia, una regione remota di un’esistenza privilegiata in mezzo ad una realtà brutale, truce, senza anima, divenne un paesaggio di sogno e divenne la patria dell’anima.
Pietro Citati scriveva, contadini espropriati, greggi di pecore, esili suonatori di flauto, Ottaviano divinizzato, i cipressi e i molli viburni, amori pastorali, api che libano il fiore del calice, fonti sacri degli dei, canti di pastori per la supremazia poetica, nascita del fanciullo che annuncia il ritorno dell’età dell’oro quando le querce spilleranno una rugiada di miele, un’amante maga che attira l’amato con i suoi incantesimi, gli amori infelici di un amico, ecco i temi di questo duro prodigio della poesia occidentale.
Canali aggiunge che lo stile di Virgilio già nelle Bucoliche, è quanto di più elegante, ma anche di più energicamente efficace dell’intera letteratura latina. La sintassi ne è quasi sempre essenziale, prima di ogni ricerca di effetti speciali, quali erano stati per esempio quelli della storiografia di Sallustio e anche del poema di Lucrezio, con la loro tendenza a soluzioni arcaiche del linguaggio e quelli della concinnitas di Cicerone e dunque rigorosamente, ma mai pedantemente funzionale nei contenuti. Il lessico è quello di un purismo, va sempre trasparente come un cristallo. Molto importante in Virgilio è l’uso della geminatio cioè la costruzione del periodo tale che un termine di esso possa essere attribuito a due diversi termini dello stesso contesto.
Domande da interrogazione
- Qual è il principale contributo di Virgilio alla letteratura secondo Luca Canali?
- Come Sandro La Penna descrive l'approccio di Virgilio alla perfezione formale?
- In che modo Concetto Marchesi vede l'originalità di Virgilio rispetto alla tradizione neoterica-alessandrina?
- Qual è l'osservazione fondamentale di Hoffman sulle Bucoliche di Virgilio?
- Quali sono i temi principali delle Bucoliche secondo Pietro Citati?
Luca Canali sottolinea che il principale contributo di Virgilio è la sua capacità di conciliare la raffinatezza dei modelli ellenistico-alessandrini con le problematiche del suo tempo, mantenendo una sublime ambiguità nel suo canto.
Sandro La Penna afferma che Virgilio ha un culto della perfezione formale senza pari, tanto che si dice abbia vietato la pubblicazione dell'Eneide prima di morire e che abbia bruciato o lasciato inedite altre poesie.
Concetto Marchesi riconosce che, pur essendo influenzato dalla tradizione neoterica-alessandrina, Virgilio possiede una personalità poetica originale, capace di integrare le voci dei poeti antichi e di creare un mondo poetico unico.
Hoffman osserva che, mentre per Teocrito il mondo pastorale era una realtà tangibile, per Virgilio esso diventa l'Arcadia, un paesaggio di sogno e una patria dell'anima in mezzo a una realtà brutale.
Pietro Citati elenca temi come contadini espropriati, amori pastorali, la nascita di un fanciullo che annuncia l'età dell'oro, e incantesimi d'amore, descrivendo le Bucoliche come un prodigio della poesia occidentale.