
Se c’è una softskill veramente soft, che non si può studiare o imparare con la teoria e che sfugge da ogni manuale di apprendimento, questa è proprio l’empatia. In realtà questa parola ha origini antichissime: già presente nell’antica Grecia per indicare un rapporto di particolare coinvolgimento tra autore/attore e pubblico, ripresa nel XIX secolo nei testi di psicologia, usata in medicina per definire la relazione medico/paziente.
E’ stata studiata ed analizzata a fondo ed in alcuni ambiti ha trovato anche criteri scientifici di misurazione. Nel 2010, un famoso economista, Jeremy Rifkin, la inserisce alla base della nostra civiltà in un saggio intitolato proprio “La Civiltà dell’empatia” (Mondadori, 2011) per testimoniare la rilevanza delle relazioni all’interno della nostra società.
Perché l'empatia è difficile da apprendere
A questo punto ti chiederai perché, se la parola è così conosciuta, la considero una delle soft skills più difficili da apprendere.
Ecco alcuni spunti di riflessione tratti dalla mia esperienza (che, tengo a precisare, si limita a quanto osservato nel mondo del lavoro):-
l’empatia riguarda la capacità di saper comprendere l’altro non soltanto superficialmente, ma riuscendo ad adottare il suo punto di vista e le emozioni che lo generano
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non basta quindi saper ascoltare o dialogare, ma occorre aprirsi agli schemi mentali degli altri e addirittura alla loro sfera emotiva
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deve essere attivata sia in positivo (con persone sono contente e motivate) sia in negativo (con chi è preoccupato o in difficoltà)
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raggiunge la sua massima efficacia nella relazione quando, oltre a favorire il nostro ascolto attivo, viene percepita dagli altri in modo da farli sentire realmente compresi
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è importante che, pur generando emozioni, non alteri la nostra capacità decisionale, lasciando la nostra mente libera di decidere in base ai criteri con i quali siamo abituati a comportarci
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può essere allenata, ma coinvolge sfere emotive molto profonde che in parte devono essere tra le nostre capacità innate
Quanto conta l'empatia sul lavoro?
Ma perché è importante l’empatia sul lavoro? In linea generale perché consente di gestire al meglio le relazioni con le varie tipologie di persone con le quali ti troverai a confrontarti ed in particolare:
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può aiutare a generare un clima positivo all’interno dei team di lavoro, consentendo un confronto più frequente e minori casi di conflitto
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può favorire la relazione con i propri capi e soprattutto portarli a trasferirti più di frequente feedback o ad avere più fiducia in te
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è decisiva nell’esercizio della leadership, quando ti trovi a guidare un team o gestire dei collaboratori, favorendone la motivazione ed il coinvolgimento
A questo punto ti chiederai: se l’empatia è così importante, ma non si può “imparare”, come faccio a sapere se saprò gestire al meglio questa softskill quando inizierò a lavorare? Già essere consapevoli di dover allenare anche questo aspetto ti aiuterà a lavorare per rafforzarlo. Un consiglio che posso darti: individua persone che ritieni “empatiche” ed osserva i loro comportamenti per utilizzarli come esempio. Ti sarà utile non tanto per “imitare”, ma per prendere spunti positivi da mettere in pratica quando ti troverai nelle stesse situazioni.
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Gregorio Moretti
Sono nato nel 1980, laureato in Teorie della Comunicazione, da oltre 20 anni mi occupo di persone nelle aziende