Concetti Chiave
- Le figure retoriche sono tecniche espressive utilizzate per rendere il discorso più efficace e persuasivo, comuni nel linguaggio poetico e letterario.
- Le figure di suono, o metaplasmi, includono cambiamenti nei suoni delle parole, come metatesi, protesi, e allitterazione, per enfatizzare l'espressività.
- Figure di significato, come analogia, iperbole e metafora, creano nuove connessioni e significati, spesso attraverso esagerazioni o accostamenti inusuali.
- Le figure di posizione, come l'anafora e il chiasmo, modificano l'ordine delle parole per dare ritmo e enfasi a versi e frasi.
- Esempi letterari illustrano l'uso delle figure retoriche in opere di autori come Dante, Manzoni e Pascoli, dimostrando la loro importanza nella poesia e prosa.
Questo appunto di Italiano si propone di illustrare le principali figure retoriche, chiamate anche artifici retorici, essenziali nel linguaggio poetico per dare espressività, analizzandole singolarmente e portandone alcuni esempi. Si analizzano le figure retoriche di suono, di posizione e di significato.
Indice
Cosa sono le figure retoriche?
Le figure retoriche sono tecniche espressive, cioè accorgimenti stilistici e linguistici, utilizzati per rendere più vivo ed efficace il discorso.
Sono proprie soprattutto del linguaggio poetico e letterario ma possono essere adoperate anche nella comunicazione quotidiana. Le figure retoriche, o artifici retorici, sono così chiamate poiché fanno riferimento alla retorica, disciplina nata nel V sec a. C a Siracusa e sviluppatasi diffusamente ad Atene. La retorica è l’arte del parlare e dello scrivere al fine di persuadere. Le figure retoriche vengono solitamente distinte in queste principali categorie:
- Figure fonetiche o di suono, quando riguardano la modifica, la ripetizione o il parallelismo dei suoni delle parole;
- Figure dell’ordine, quando riguardano la disposizione dei sintagmi all’interno della frase;
- Figure del significato, quando implicano delle relazioni tra il significato dei termini adoperati.
Figure di suono o metaplasmi
Sono metaplasmi tutti i mutamenti formali parziali delle parole quali:
- Metatesi: rovesciamento dell’ordine di due fonemi, o suoni, all’interno di una parola.
- Protesi: aggiunta di una vocale o sillaba davanti a una parola.
- Aferesi: caduta della sillaba iniziale di una parola.
- Epentesi: aggiunta di un suono all’interno di una parola.
- Sincope: eliminazione di uno o più fonemi, o suoni, all’interno di una parola.
- Epitesi: aggiunta di un fonema alla fine di una parola.
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Apocope: caduta della vocale o sillaba finale.
Es: San invece di Santo -
Allitterazione: Ripetizione in parole diverse all’interno di un verso o di versi successivi, di vocali, consonanti e sillabe che hanno lo stesso suono.
Es: “... rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo ...” -
Assonanza: Somiglianza di suono fra le ultime sillabe di due parole, a partire dalla vocale accentata, quando sono uguali le vocali ma diverse le consonanti.
Es: viso – mattino ; amore – morte -
Consonanza: somiglianza di suono quando sono uguali le consonanti ma diverse le vocali.
Es: fine - fune, tranello – caramella -
Onomatopea: riproduzione attraverso le parole, o sequenze di parole, di suoni e rumori
Es: “... nei campi c’è un breve gre gre di ranelle ...”; “splash” per indicare un tuffo in acqua; “boom” per indicare l’esplosione di una bomba ecc.
Figure di significato o metasememi
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Analogia: figura molto usata nella poesia moderna che consiste nell’accostamento immediato di parole o immagini a prescindere dai rapporti logici
Es: “ sono stato uno stagno di buio” - Ipallage: consiste nel riferire una qualificazione ad un elemento della frase diverso da quello cui si riferirebbe dal punto di vista logico del significato.
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Iperbole: figura che consiste nell’esagerazione (per eccesso o per difetto) enfatica o inverosimile di un concetto.
Es: “ho una fame da lupi, mangerei un bue intero” -
Litote: consiste nell’affermare un concetto negando l’opposto, spesso al fine di rendere meno sgradevole ciò che si dice
Es: “ non sei stato simpatico” invece di “sei stato antipatico”
Dai Promessi sposi “Don Abbondio non era nato con un cuor di leone” per dire che era un codardo. -
Metafora: è la più diffusa figura retorica, fondata sul meccanismo del “trasferimento del significato”. Si ha quando ad un termine sostituiamo un altro che ha con il primo un rapporto di somiglianza. Viene considerata una similitudine abbreviata.
Es: “Don Abbondio era un coniglio”. Il legame tra i due elementi è la mancanza di coraggio. “Andrea è una scheggia”. Andrea e la scheggia sono due elementi caratterizzati dalla velocità. - Metonimia: indica la sostituzione di un nome con un altro che abbia con il primo rapporti di connessione come il contenente per il contenuto, causa per effetto, effetto per la causa, l’astratto per il concreto, l’autore per l’opera, il luogo invece delle persone che vi si trovano.
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Ossimoro: consiste nell’avvicinare due parole di significato opposto.
Es: “...tacito tumulto...”; “...silenzio assordante...”; “...ghiaccio bollente...” -
Personificazione: l'attribuzione a oggetti inanimati comportamenti e sentimenti propri dell’uomo.
Es: “... la terra livida, ansante, in sussulto...” -
Similitudine: il paragone che viene istituito tra due immagini. E' di solito introdotto dai nessi “come…così” “come...tal”
Es: “bello come un dio”; "lento come una lumaca". -
Sineddoche: consiste nel nominare una parte per il tutto, o viceversa, la specie per il genere, il singolare per il plurale. E’ analoga alla metonìmia.
Es: “...le vele facevano rotta a sud...”, dove per vele si intende la nave. -
Sinestesia: consiste nell’avvicinare due parole appartenenti a due sfere sensoriali diverse.
Es: “...tenebra azzurra, ombra silenziosa, ombra accesa...”; "il sapore del successo".
Figure di posizione o metatassi
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Anafora: ripetizione di una parola o gruppi di parole all’inizio di due o più frasi o versi. Serve a dare maggiore incisività ad una parola che per il poeta contiene un significato importante.
Es: “S'i' fosse..." nella poesia "S'i' fosse foco" di Cecco Angiolieri nella quale queste due parole vengono ripetute all'inizio di quasi tutti i versi della poesia. -
Anastrofe: inversione dell’ordine normale di due o più termini nella costruzione della frase. Serve a dare un certo ritmo alla poesia.
Es: “...sempre caro mi fu quest’ermo colle; "spesso il male di vivere ho incontrato...”. - Antitesi: consiste nell’accostamento di parole, frasi o concetti di senso opposto.
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Chiasmo: disposizione incrociata degli elementi costitutivi di due proposizioni collegate, in modo che i termini della seconda siano disposti in ordine inverso rispetto aa quelli della prima.
Es: "Le donne, i cavalier, l’armi, gli amori" dal proemio dell'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. -
Enjambement: consiste nello spezzare tra la fine di un verso e l’inizio di quello successivo una frase o un gruppo di parole. Serve a far soffermare il lettore sulla parola che è stata isolata.
Es: “... nel cuore è quasi un urlo di gioia...” -
Iperbato: consiste nel rompere la normale successione delle parole in una frase, dando a questa una struttura irregolare
Es: “...l’acque cantò fatali...”.
Per approfondimenti sulle Figure retoriche in una poesia vedi anche qua
Altri esempi letterari di figure retoriche
Ecco alcuni esempi di figure retoriche in letteratura:
- Nella letteratura dantesca per esempio viene utilizzata l'anafora: "Per me si va nella città dolente, /Per me si va nell'eterno dolore, /Per me si va tra la perduta gente" In Alla sera di Ugo Foscolo per esempio si ricorre all'aferesi:
- "quello spirto guerrier ch'entro mi rugge"
- Ne Il cinque maggio di Alessandro Manzoni troviamo ad esempio il chiasmo: "la fuga e la vittoria, la reggia e il tristo esiglio; due volte nella polvere, due volte sull'altar."
- In Illusa gioventù di Giosuè Carducci viene utilizzata la figura retorica dell'antitesi: "So che non foco, ma ghiaccio eravate."
- In Arietta di Daniel Arnault viene utilizzata l'iperbole: "...Io sono Arnaldo, che corro con il vento, caccio con il bue la lepre e nuoto contro la marea montante...Sono io colui che adora la donna più bella del mondo..."
- Nella Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso compare ad esempio l'enjambement: "all'alma sì: deh! Per lei prega, e dona battesmo a me ch'ogni mia colpa lave."
- In Dei Sepolcri di Ugo Foscolo compare ad esempio l'iperbato: "...per me alla terra non fecondi questa bella d’erbe famiglia e d’animali..."
- Nel Gelsomino notturno di Giovanni Pascoli compare ad esempio la sinestesia: "l'odore di fragole rosse".
- Nel canto III dell'Inferno di Dante Alighieri compare ad esempio la similitudine: "Come d'autunno si levan le foglie l'una appresso de l'altra, fin che 'l ramo vede a la terra tutte le sue spoglie, similemente il mal seme d'Adamo
gittansi di quel lito ad una ad una, per cenni come augel per suo richiamo".
Domande da interrogazione
- Qual è lo scopo principale delle figure retoriche nel linguaggio poetico?
- Quali sono le principali categorie di figure retoriche menzionate nel testo?
- Cosa caratterizza le figure di suono o metaplasmi?
- Qual è la differenza tra metafora e similitudine?
- Quali esempi letterari di figure retoriche sono citati nel testo?
Le figure retoriche sono tecniche espressive utilizzate per rendere il discorso più vivo ed efficace, soprattutto nel linguaggio poetico e letterario, ma anche nella comunicazione quotidiana.
Le figure retoriche sono suddivise in figure di suono o metaplasmi, figure di significato o metasememi, e figure di posizione o metatassi.
Le figure di suono o metaplasmi riguardano la modifica, la ripetizione o il parallelismo dei suoni delle parole, come l'allitterazione, l'assonanza, la consonanza e l'onomatopea.
La metafora è una similitudine abbreviata che sostituisce un termine con un altro basato su un rapporto di somiglianza, mentre la similitudine è un paragone esplicito tra due immagini, solitamente introdotto da "come".
Il testo cita esempi come l'anafora nella letteratura dantesca, l'aferesi in "Alla sera" di Ugo Foscolo, il chiasmo ne "Il cinque maggio" di Alessandro Manzoni, e la sinestesia nel "Gelsomino notturno" di Giovanni Pascoli.