Concetti Chiave
- Aristotele sviluppa una dottrina delle categorie come risposta alla domanda su come i termini possono riferirsi ad altri, distinguendo dieci categorie fondamentali.
- La dottrina delle categorie di Aristotele mette in relazione realtà, pensiero e discorso, affermando che ogni cosa conoscibile è anche comunicabile.
- Le categorie aristoteliche sono predicati che descrivono l'essenza e le caratteristiche degli enti, come sostanza, qualità, quantità e altre.
- Aristotele distingue tra sostanze prime, che esistono autonomamente, e sostanze seconde, che esprimono qualità e relazioni.
- La sostanza è la categoria principale, essenziale e indipendente, mentre le altre categorie sono considerate accidenti.

Indice
La dottrina delle categorie di Aristotele
Per Aristotele, l’essere è nel mondo, in tutte le cose individuali, che percepiamo attraverso i nostri sensi.
Tutto ciò che è pensabile è conoscibile, e tutto ciò che è conoscibile è contabile. Egli mette insieme realtà, pensiero e discorso: ogni qual volta noi conosciamo, dobbiamo anche essere in grado di comunicare e quindi tradurre implicitamente ciò che conosciamo.
Nel mondo si presentano diversi enti (uomini, animali, piante, colori, dori, sapori, suoni), vale a dire cose concrete, e ogni volta che noi ci adoperiamo per conoscerli, sperimentiamo che essi si presentano con modalità diverse gli uni dagli altri. Essi sono individuali, concreti e singoli.
Le caratteristiche e le modalità con le quali gli enti si presentano nel mondo sono le categorie, che per Aristotele sono dieci. Nei suoi scritti il filosofo ci fornisce anche una lista di queste categorie, esse sono: sostanza, qualità, quantità, relazione, luogo, tempo, stare, avere, agire, subire. Queste categorie sono, da un punto di vista logico-linguistico, ma anche e propriamente ontologico, i predicati riconducibili ad una determinata domanda. Ad esempio, la sostanza, che è la categoria fondamentale e primaria risponderà alla domanda “che cosa” è un ente, la qualità alla domanda “quale”, ma vediamole in maniera schematica:
- Sostanza: uomo
- Quantità: un metro e settanta
- Qualità: bianco
- Relazione: padre di
- Luogo: a casa
- Tempo: ieri
- Stare: star seduto
- Avere: un cappello
- Agire: scrivere
- Subire: essere osservato
Per Aristotele quindi dire “uomo bianco” vuol dire dare due definizioni di un aspetto della realtà. E queste due definizioni si rapportano ad essa in modo diverso. Uomo è infatti sostanza, bianco è qualità. Questi diversi modi di rapportarsi esistono perché in natura esistono diversi oggetti universali (dieci) ad essi riconducibili, le categorie appunto.
Per ulteriori approfondimenti su Aristotele vedi qui
Quadripartizione delle categorie aristoteliche
La categoria della sostanza per Aristotele include gli enti che per esistere non hanno alcun bisogno di fare riferimento ad altro, in quanto possono sussistere in modo autonomo. È la ragione delle cose, la loro essenza. Essa costituisce il sostrato (lo strato logicamente più profondo) di una cosa su cui si innestano gli altri predicati. Aristotele distingue due tipi di sostanze:
- la sostanza prima (o propria), che è intesa come ente individuale e singolo, e quindi gli enti che esistono in modo autonomo e primario. In esse si può sviluppare un rapporto verticale, tra sostanze, all’interno della propria categoria, ad esempio “il cane è un animale”;
- la sostanza seconda (o accidentale), intesa come predicato che esprime la qualità della sostanza. Qui il rapporto è orizzontale e si sviluppa tra categorie diverse (il cane è nero).
La sostanza prima viene chiamata da Aristotele “il dirsi di un soggetto”, mentre la seconda “essere in un soggetto”. Nel primo caso cioè, “cane” e “animale” condividono la definizione, mentre nel secondo caso no: la definizione di “nero” non si può condividere con quella di “cane”.
Aristotele arriva a questo punto ad una quadripartizione delle categorie, dividendole in:
- sostanze universali, che si dicono di un soggetto ma non sono in un soggetto;
- accidenti universali, che si dicono di un soggetto e sono di un soggetto;
- accidenti individuali, che non si dicono di un soggetto ma sono in un soggetto;
- sostanze individuali, che non si dicono di un soggetto né sono in un soggetto.

La priorità della sostanza sulle altre categorie
È evidente che per Aristotele, come abbiamo già ampiamente mostrato, c’è una categoria che prevale sulle altre. Questa è la sostanza, della quale tutte le altre sono accidenti. Essa è infatti per sé e non relativa ad altro. Cioè esiste anche senza gli accidenti. Pensiamola da un punto di vista linguistico: all’interno di una frase essa costituirà il soggetto, e nessun predicato potrà essere detto senza riferirsi ad essa. Stessa cosa se consideriamo l’aspetto ontologico: mentre le altre categorie nominano delle caratteristiche individuali e mutevoli delle cose, la sostanza si riferisce all’essenza stessa della realtà. Dire “questo animale è un cane” vuol dire focalizzarsi sulla realtà del soggetto, sulla sua sostanzialità. Dire invece “questo cane è nero” significa evidenziarne un aspetto mutevole, sì caratterizzante e individuale, ma che non dice di più sull’essenza del soggetto.
Per ulteriori approfondimenti sulla sostanza in Aristotele vedi qui
Domande da interrogazione
- Qual è la dottrina delle categorie di Aristotele?
- Come Aristotele distingue le sostanze?
- Qual è la quadripartizione delle categorie secondo Aristotele?
- Perché la sostanza ha priorità sulle altre categorie?
- Come si rapportano le categorie alla realtà secondo Aristotele?
La dottrina delle categorie di Aristotele è un sistema che classifica le modalità con cui gli enti si presentano nel mondo, suddividendoli in dieci categorie: sostanza, qualità, quantità, relazione, luogo, tempo, stare, avere, agire, subire.
Aristotele distingue le sostanze in due tipi: la sostanza prima, che è un ente individuale e autonomo, e la sostanza seconda, che esprime la qualità della sostanza e si sviluppa tra categorie diverse.
La quadripartizione delle categorie di Aristotele include: sostanze universali, accidenti universali, accidenti individuali e sostanze individuali, ognuna con specifiche relazioni rispetto ai soggetti.
La sostanza ha priorità perché è l'essenza stessa della realtà, esiste per sé e non è relativa ad altro, mentre le altre categorie sono accidenti che descrivono caratteristiche mutevoli.
Le categorie si rapportano alla realtà descrivendo diversi aspetti degli enti, con la sostanza che rappresenta l'essenza e le altre categorie che descrivono caratteristiche individuali e mutevoli.