Concetti Chiave
- Aristotele, nella sua Metafisica, esplora l'Essere in quanto Essere, focalizzandosi sulla sostanza come categoria suprema e fondamento di tutte le altre categorie.
- La sostanza è analizzata attraverso vari candidati come la materia, la forma, il sinolo di materia e forma, e l'universale, ma è il sinolo che si identifica come vera sostanza.
- La forma è considerata vera sostanza perché organizza la materia e rappresenta il principio causale dell'essere, mantenendo l'identità attraverso il cambiamento.
- La Metafisica di Aristotele, definita come Filosofia prima, si occupa di studiare le cause e i principi primi, l'essere, la sostanza, e Dio, andando oltre la fisica.
- Aristotele distingue la Metafisica dalle scienze particolari poiché essa studia l'essere nella sua interezza, cercando i principi e le cause prime comuni a tutti gli esseri.

Che cos’è la sostanza?
Nella Metafisica Aristotele scrive: “ciò che da tempo, e anche ora, e sempre, abbiamo cercato, ciò che sempre sarà un problema per noi: che cos’è l’essere? Significa questo: che cos’è la sostanza?”
Arrivato all’individuazione della sostanza come riferimento comune di tutti i modi di essere, Aristotele esamina i candidati possibili alla qualifica di sostanza: la materia, la forma, il sinolo di materia e forma e l’universale.
Nella Metafisica afferma: “Dei primi filosofi, i più hanno pensato che vi siano solo principi materiali delle cose. Ciò da cui le cose hanno il loro essere e da cui si originano e in cui corrompendosi si risolvono – poiché la sostanza permane pur mutando negli accidenti – dicono sia l'elemento primordiale e, essa sostanza, il principio delle cose; per questo pensano che niente si generi o perisca in assoluto, dato che tale sostanza permane in eterno… Ci dev'essere infatti una qualche sostanza, una o più d'una, da cui si generi il resto pur restando essa immutata.” I criteri della sostanza per Aristotele rimangono dunque quelli individuati nelle categorie, per cui uno di questi elementi deve rispondere a questi parametri: essere individuale, indipendente dalle altre cose, sempre soggetto e mai predicato. Allora elimina subito quella che era la sostanza per i presocratici, ossia la materia. Questa, infatti, pur essendo l’unica cosa che si mantiene durante un cambiamento, in quanto è il sostrato comune, manca di due caratteristiche poiché non è identificabile, ma è individuata solo alla presenza della forma, perciò nemmeno indipendente. Un altro candidato è l’universale che però manca della possibilità di essere a sé stante e separato, poiché non può mai essere individuato senza una realtà concreta a lui legata, una materia. Nella realtà posso trovare singoli individui, ma non la specie. Gli universali sono astrazioni che hanno vita solo insieme alla materia.
Per ulteriori approfondimenti sulla sostanza in Aristotele vedi qui
La forma è sostanza
Veramente sostanza è invece il sinolo di materia e forma, poiché non esiste materia senza forma e viceversa, sono un tutt’uno. Non è possibile disgiungerli però siccome la sostanza è il riferimento comune, è la causa delle cose, sotto questo aspetto vera sostanza è la forma, cioè il principio organizzativo della materia, non la materia stessa. Se una cosa è quello che è, lo deve alla forma che ha organizzato in quel modo la materia e che perciò assume la funzione di causa dell’essere. Bisogna sottolineare che la forma non è universale, semmai non potrebbe più identificarsi come sostanza, bensì individuale, la forma sostanziale infatti è comune a tutti gli individui organizzati secondo quella forma, però dal punto di vista della specie, della definizione.
Dal punto di vista del numero, invece, tutti gli individui sono diversi. Questo permette ad Aristotele di spiegare sia molteplicità che divenire. Ad esempio, Mario nella sua essenza specifica e numerica rimane uguale anche se cambia; cioè nel Mario di 10 anni e in quello di 30 anni, l’anima, ossia la sua forma sostanziale, rimane la stessa, malgrado il soggetto Mario possa cambiare nell’aspetto, se non fosse così dovrei parlare di due entità differenti. La forma sostanziale è creata dall’eternità, per l’eternità e non si modifica, perché se cominciassimo a dire che le specie cambiano sotto un principio di casualità non si spiegherebbe più la continuità delle specie. Quindi queste si mantengono. Vi è solo accidentalità, che muta gli accidenti ma non la sostanza.
Per ulteriori approfondimenti sulla filosofia di Aristotele vedi qui
La Metafisica di Aristotele
Il termine Metafisica con cui è conosciuto il trattato filosofico nel quale Aristotele indaga le profondità e le cause ultime dell’essere, non venne utilizzato dal filosofo. A introdurlo fu Andronico di Rodi, nel I secolo d.C., che designò con la parola Metafisica quelle opere aristoteliche che venivano dopo la fisica. Lo stagirita https://www.skuola.net/filosofia-antica/aristotele-biografia.html invece utilizzò il termine Filosofia prima, la riflessione da cui tutte le indagini hanno inizio. Ma cosa fa la Metafisica aristotelica? È lui stesso a dircelo affermando che tale materia si occupa di quattro principi:
- Studia le cause e i principi primi;
- Studia l’essere in quanto essere;
- Studia la sostanza;
- Studia Dio e la sostanza immobile.
La Metafisica aristotelica, quindi, guarda oltre la fisica, oltre la realtà. Studia infatti le caratteristiche dell’essere comuni a tutti gli esseri. Egli stesso, nel libro Gamma afferma a proposito: “C’è una scienza che studia l’ente in quanto ente e le proprietà che gli sono inerenti per la sua stessa natura. Questa scienza non si identifica con nessuna delle scienze particolari, giacché nessuna delle altre ha come suo universale oggetto di indagine l’ente in quanto ente, ma ciascuna di esse ritaglia per conto proprio una qualche parte dell’essere e ne studia gli attributi, come fanno, ad esempio, le scienze matematiche. E poiché noi stiamo cercando i principi e le cause prime, non v’è dubbio che questi principi e queste cause sono propri di una qualsivoglia realtà in virtù della sua stessa natura.”
Per ulteriori approfondimenti sulla Metafisica vedi qui
Domande da interrogazione
- Qual è l'obiettivo principale della Metafisica di Aristotele?
- Come Aristotele definisce la sostanza?
- Perché la forma è considerata sostanza secondo Aristotele?
- Qual è il significato del termine "Metafisica" e chi lo ha introdotto?
- Quali sono i quattro principi studiati dalla Metafisica aristotelica?
L'obiettivo principale della Metafisica di Aristotele è studiare l'Essere in quanto Essere, concentrandosi sulla sostanza come categoria suprema che tutte le altre categorie presuppongono.
Aristotele definisce la sostanza come ciò che è individuale, indipendente dalle altre cose, sempre soggetto e mai predicato, eliminando la materia e l'universale come candidati alla sostanza.
La forma è considerata sostanza perché è il principio organizzativo della materia, causa dell'essere, e rimane immutata nonostante i cambiamenti accidentali.
Il termine "Metafisica" è stato introdotto da Andronico di Rodi nel I secolo d.C. per designare le opere aristoteliche che venivano dopo la fisica, mentre Aristotele usava il termine "Filosofia prima".
La Metafisica aristotelica studia le cause e i principi primi, l'essere in quanto essere, la sostanza, e Dio e la sostanza immobile.