Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • In sistemi parlamentari, l'esecutivo è spesso collegiale, ma in molti casi il primo ministro ha un ruolo dominante di direzione politica.
  • In alcuni paesi, come l'Italia fino agli anni Novanta, la direzione dell'esecutivo è più collegiale, con il presidente del consiglio come primus inter pares.
  • La forma di governo parlamentare è fortemente influenzata dal sistema partitico e dalla dinamica elettorale, che può determinare il governo attraverso elezioni decisive.
  • In un sistema bipartitico, il partito vincente solitamente forma il governo, garantendo una continuità tra partito, maggioranza ed esecutivo.
  • Quando nessun partito ottiene la maggioranza, il governo si forma tramite negoziazioni post-elettorali, influenzando il ruolo del capo dello stato e del capo dell'esecutivo.

Indice

  1. Il ruolo del primo ministro
  2. Influenza del sistema partitico
  3. Conseguenze sul capo dello stato

Il ruolo del primo ministro

L’esecutivo nelle forme di governo parlamentari è collegiale, ma in gran parte degli ordinamenti al suo interno emerge con compiti di direzione politica la figura del primo ministro (il cancelliere in Germania, il presidente del governo in Spagna). Si presenta in tal caso come forma di governo a direzione tendenzialmente monocratica.

Dove invece la figura del primo ministro non si è affermata né per i poteri che la costituzione assegna al vertice dell’esecutivo né in via di prassi, come il presidente del consiglio dei ministri nella Francia della Quarta Repubblica e in Italia fino agli anni Novanta, e giuridicamente tuttora), la direzione tende a essere collegiale e il presidente del consiglio è solo un primus inter pares.

Influenza del sistema partitico

Fra tutte le forme di governo, quella parlamentare è la forma di governo maggiormente sensibile al formato e alla meccanica del sistema partitico (che influenza ed è a sua volta influenzato dal sistema elettorale). Infatti, a seconda del numero dei partiti e della dinamica competitiva fra gli stessi, si possono dare casi nei quali le elezioni assumono carattere immediatamente decisivo, di fatto assicurando l’investitura di chi governerà. Si immagini un sistema con due soli partiti rilevanti (o due coalizioni) in competizione uno contro l’altro: è chiaro che quello che vince le elezioni, ottenendo la maggioranza dei seggi in parlamento, esprimerà nella persona del suo leader il capo del governo e darà vita a un governo da questi guidato, che poi sosterrà per l’intera legislatura. In tal modo, come si vede, si realizza quella continuità fra partito, maggioranza ed esecutivo che viene chiamata anche governo di partito: ed ecco la radicale differenza col governo presidenziale (nel quale, invece, il presidente non dispone «automaticamente» della maggioranza parlamentare). Si possono tuttavia dare anche casi nei quali le elezioni non permettono ciò, perché nessun partito o coalizione conquista la maggioranza dei seggi parlamentari, e allora il governo nascerà solo a seguito di trattative post-elettorali fra i partiti.

Conseguenze sul capo dello stato

La dinamica descritta determina, a parità di contesto giuridico-formale, conseguenze rilevanti sul ruolo del capo dello stato e del capo dell’esecutivo: determina cioè la misura del concorso del primo al processo di formazione del governo (mera registrazione dell’esito elettorale oppure mediazione più o meno attiva in vista delle necessarie intese) e il grado di legittimazione politica del secondo (ben diversa a seconda che sia di fatto espressione del voto popolare oppure di successivi accordi fra partiti).

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo del primo ministro nelle forme di governo parlamentari?
  2. Nelle forme di governo parlamentari, l'esecutivo è collegiale, ma il primo ministro emerge con compiti di direzione politica, assumendo una forma di governo a direzione tendenzialmente monocratica, come in Germania e Spagna.

  3. Come influisce il sistema partitico sulla forma di governo parlamentare?
  4. Il sistema partitico influenza la forma di governo parlamentare determinando se le elezioni avranno un carattere decisivo, assicurando l'investitura di chi governerà, o se richiederanno trattative post-elettorali per formare un governo.

  5. Quali sono le conseguenze della dinamica elettorale sul ruolo del capo dello stato e del capo dell’esecutivo?
  6. La dinamica elettorale determina il grado di coinvolgimento del capo dello stato nel processo di formazione del governo e la legittimazione politica del capo dell’esecutivo, variando se è espressione del voto popolare o di accordi tra partiti.

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