Concetti Chiave
- La Costituzione italiana nacque dopo la caduta del fascismo, con il voto del 2 giugno 1946 per scegliere tra monarchia e repubblica, portando alla nascita di una nuova repubblica.
- L'Assemblea Costituente fu formata da vari schieramenti politici, tra cui Democrazia Cristiana e partiti socialisti, che collaborarono per creare il testo costituzionale tramite un compromesso.
- La Costituzione è descritta come democratica, rigida e lunga: democratica perché votata da un'assemblea eletta, rigida per le difficili procedure di modifica, e lunga per la sua ampia copertura di diritti e doveri.
- Il principio di uguaglianza, sancito dall'articolo 3, garantisce pari dignità sociale e uguaglianza di fronte alla legge, con la Repubblica che ha il compito di rimuovere ostacoli economici e sociali.
- La Costituzione italiana promuove un internazionalismo aperto, respingendo il nazionalismo e favorendo la cooperazione internazionale, come stabilito nell'articolo 11.
Indice
La nascita della costituzione italiana
La volontà di far nascere una nuova costituzione si manifestò all’indomani della caduta del fascismo
02/06/1946: il popolo italiano vota democraticamente a suffragio universale per eleggere la futura assemblea costituente e per il referendum istituzionale, col quale si sarebbe dovuto scegliere tra monarchia e repubblica.
Il compromesso costituzionale
La scelta repubblicana prevalse di poco su quella monarchica e quindi si operò una rottura con il vecchio regime in favore di uno integralmente nuovo.
Si videro fronteggiare due schieramenti politici a confronto: la Democrazia Cristiana, i partiti socialisti e comunisti e i liberali. Tra queste forze si stipulò il patto che diede luogo alla costituzione.
Caratteristiche della costituzione
La costituzione fu un contratto politico nel quale ogni parte ottenne qualcosa: si parla di compromesso costituzionale.
Il testo fu promulgato nel 1947 entrando in vigore nel 48.
È una costituzione democratica, rigida e lunga:
- democratica in quanto votata da una assemblea costituente eletta dai cittadini.
- rigida perché può essere modificata solo da una legge di revisione costituzionale che richiede procedure complesse e ampie maggioranze, e non da una legge ordinaria.
- lunga perché non disciplina solo l’organizzazione statale e i diritti fondamentali dei cittadini, ma detta anche norme che riguardano i doveri dello stato e i rapporti sociali ed economici.
- Principi fondamentali (1-12): contengono le decisioni essenziali sul tipo di stato e di società voluti dalla costituzione ossia a carattere repubblicano e democratico. Si riconoscono i diritti inviolabili e si fissano i rapporti tra stato e singoli e tra stato e gli altri ordinamenti.
- Parte prima: diritti e doveri dei cittadini (13-54): è divisa in quattro titoli e si trattano le posizioni soggettive, dapprima considerando le persone in quanto tali e poi allargando la prospettiva alle strutture nelle quali sono inserite.
- Parte seconda: Ordinamento della repubblica (55-139): contiene le regole di organizzazione dello stato.
Con la riforma del titolo quinto sono stati abrogati gli artt. 115, 124, 128, 129, 130
- Disposizioni transitorie e finali: le norme transitorie sono quelle che prevedono vari adempimenti per saldare l’ordinamento precedente a quello nuovo. Esse, una volta attuata la Costituzione, hanno perso la loro ragion d’essere. Le disposizioni finali contengono norme che fanno riferimento ai generali diritti civili e politici dettati dalla particolare situazione storica dell’Italia post-ventennio.
Democrazia e libertà individuale
Questo temine può essere inteso in vari modi: potere del popolo, potere per il popolo, potere in nome del popolo. Esso infatti si presta ad ambiguità.
Nell’art. 1 viene quindi specificato cosa si intende dicendo che l’Italia è una repubblica democratica: nella costituzione, democrazia significa governo del popolo. “.. la sovranità appartiene al popolo..” tuttavia il popolo non è onnipotente perché “..la esercita nelle forme e nei limiti della costituzione.” Ossia vengono stabilite dalla Costituzione le “regole del gioco politico”
La costituzione non si limita a stabilire chi esercita il potere politico, ma anche come lo deve esercitare.
Presupposto per la democrazia è la libertà dei singoli, intesa come la possibilità di essere se stessi e di differenziarsi dagli altri.
Dall’articolo 13 in poi si stabiliscono molti diritti di libertà e garanzie al cittadino di “esser lasciato in pace” nell’esercizio delle fondamentali attività umane.
Si richiede anche l’adempimento di “inderogabili doveri di solidarietà politica, economica e sociale.” Questi doveri fanno in modo che la democrazia non si trasformi in egoismo dei più forti. La libertà di cui parla la costituzione assume quindi significato sociale.
La Costituzione richiede allo stato una politica di riforme per rendere la società più giusta. Per questo contiene molte norme programmatiche, che indicano in quale direzione gli organi dello stato devono esercitare i loro poteri. Si fa riferimento, più nello specifico, all’abolizione delle differenze tra categorie di cittadini che impediscono agli svantaggiati una vita dignitosa.
Art.3 Cost.: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali di fronte alla legge, senza distinzioni di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali. // E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese.”
Uguaglianza formale e sostanziale
Il principio di uguaglianza è previsto dell’art.3, che gli attribuisce due significati diversi ma complementari:
- uguaglianza formale come pari dignità e pari soggezione di tutti alla legge, la quale deve rivolgersi ugualmente a tutti. Per rafforzare il significato di uguaglianza si esplicitano i divieti di discriminazione e quindi di trattamenti legislativi differenziati. Particolare attenzione alla tutela della donna, delle minoranze religiose ed etniche e di quelle linguistiche dal rischio di assimilazione. Inoltre non si può essere discriminati per le proprie opinioni politiche. Sono quindi vietate leggi personali e di privilegio.
- uguaglianza sostanziale come effettiva possibilità di tutti di godere concretamente dei propri diritti. Essa richiede che talvolta l’uguaglianza di fronte alla legge ceda il passo a leggi che stabiliscono trattamenti differenziati, per favorire i più deboli. D’altra parte, l’uguaglianza sostanziale è la condizione dell’effettivo godimento dei diritti da parte di tutti. Avere un diritto non sempre significa avere i mezzi per metterlo in pratica.
Il conflitto tra i due concetti di uguaglianza viene superato con la regola secondo cui “la legge deve trattare in modo uguale le situazioni uguali e in modo diverso le situazioni diverse.” Su questo principio si basano le cosiddette azioni positive, ossia le misure a favore di determinati gruppi sociali sfavoriti.
Italia e ordine internazionale
La costituzione respinge il nazionalismo: l’Italia è uno stato nazionale e non nazionalistico in quanto difende la propria identità ma è aperta alla collaborazione, considerandosi parte di un ordinamento più vasto, riguardante l’ordine internazionale, le cui norme sono vigenti anche per l’Italia.
L’art.11 è la base della partecipazione italiana alla protezione dei diritti dell’uomo. Esso afferma che la sovranità può essere limitata in condizioni di parità con gli altri stati, per creare un ordinamento internazionale che assicuri pace e giustizia. Inoltre impegna l’Italia a promuovere gli accordi internazionali. Esso è stato approvato per consentire la partecipazione all’ONU.
Viene dichiarato anche il ripudio della guerra come strumento di offesa, anche se non ne esclude un possibile utilizzo difensivo o per fini umanitari.
Domande da interrogazione
- Qual è stata la motivazione principale per la creazione di una nuova costituzione in Italia?
- Quali sono le caratteristiche principali del testo costituzionale italiano?
- Come viene definita la democrazia nella costituzione italiana?
- In che modo la costituzione italiana affronta il concetto di uguaglianza?
- Qual è la posizione della costituzione italiana riguardo all'internazionalismo?
La volontà di creare una nuova costituzione è emersa dopo la caduta del fascismo, con l'obiettivo di stabilire un regime integralmente nuovo, come evidenziato dal referendum del 1946 che ha portato alla scelta della repubblica.
La costituzione italiana è descritta come democratica, rigida e lunga. È democratica perché votata da un'assemblea costituente eletta dai cittadini, rigida perché modificabile solo tramite una legge di revisione costituzionale, e lunga perché disciplina non solo l'organizzazione statale e i diritti fondamentali, ma anche i doveri dello stato e i rapporti sociali ed economici.
La democrazia è definita come governo del popolo, con la sovranità che appartiene al popolo, ma esercitata nelle forme e nei limiti della costituzione, stabilendo così le "regole del gioco politico".
L'articolo 3 della costituzione prevede l'uguaglianza formale e sostanziale. L'uguaglianza formale implica pari dignità e soggezione alla legge senza discriminazioni, mentre l'uguaglianza sostanziale richiede che tutti possano godere concretamente dei propri diritti, talvolta attraverso trattamenti differenziati per favorire i più deboli.
La costituzione italiana respinge il nazionalismo e promuove l'internazionalismo, affermando che l'Italia è aperta alla collaborazione internazionale e partecipa alla protezione dei diritti umani, come indicato nell'articolo 11, che consente la partecipazione all'ONU e il ripudio della guerra come strumento di offesa.