Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • Il principio di ragionevolezza si basa sul rispetto costituzionale per evitare discriminazioni, con deroghe specifiche previste dalla Costituzione italiana.
  • La valutazione della violazione del principio di uguaglianza richiede un'analisi triangolare tra la norma impugnata, l'articolo 3 della Costituzione e una norma comparativa.
  • La Corte costituzionale stabilisce la legittimità della questione di costituzionalità considerando se esistono motivi per giustificare trattamenti diversi.
  • L'uguaglianza formale non implica un trattamento identico per tutti, ma richiede che situazioni simili siano trattate allo stesso modo e situazioni diverse siano trattate diversamente.
  • Il criterio di ragionevolezza giustifica le distinzioni di trattamento basandosi su caratteristiche delle situazioni, relazioni tra norme e interessi costituzionali da tutelare.

Indice

  1. Deroghe costituzionali e uguaglianza
  2. Concetto giuridico di uguaglianza
  3. Principio di eguaglianza formale

Deroghe costituzionali e uguaglianza

In conformità al rispetto costituzionale degli elementi di non differenziazione evocati dal primo comma dell’articolo 3, è fondamentale tenere conto delle deroghe direttamente preposte dalla carta costituzionale, fra le quali sono annoverati, ad esempio, gli artt. 7 e 8, che consentono di differenziare il regime dei rapporti fra lo Stato e le diverse confessioni religiose; quelle disposizioni che prevedono una speciale tutela nei confronti della madre lavoratrice (art. 37), estesa dalla Corte costituzionale anche al padre (sent. 385/2005), e nei confronti degli inabili e dei minorati (art. 38).

Concetto giuridico di uguaglianza

Sulla base del concetto giuridico di uguaglianza, inoltre, si è eguali o diversi rispetto a qualcun altro, in rapporto a questo o quel parametro di misura. Questo significa che il giudizio di costituzionalità diretto ad accertare la violazione del principio di eguaglianza deve sempre avere carattere triangolare, ossia poggiare su tre elementi:

a) la norma impugnata per violazione del principio di eguaglianza (norma oggetto);

b) la norma parametro, cioè l’articolo 3 della Costituzione;

c) la norma che fa da termine di paragone (tertium comparationis).

La Corte dichiara legittima la questione di costituzionalità se ritiene che non sussista nessuna ragione per distinguere la situazione disciplinata dalla norma oggetto di impugnazione (in questo caso, infatti, la violazione del principio di uguaglianza è ingiustificata); se, al contrario, la Corte individua nell’ordinamento una ragione che giustifichi il diverso trattamento, la violazione del principio di eguaglianza è esclusa.

Principio di eguaglianza formale

Il principio di eguaglianza in senso formale, dunque, non significa che tutti devono essere trattati allo stesso modo dalla legge, ma più propria-mente che la legge deve trattare in modo eguale situazioni ragionevolmente eguali e in modo diverso situazioni ragionevolmente diverse. Il principio di uguaglianza è definito «ragionevole» proprio perché è il criterio in funzione del quale ogni parificazione o distinzione di trattamento deve essere razionalmente giustificata: le ragioni giustificative possono essere tratte dalle caratteristiche delle situazioni raffrontate, dal tipo di rapporto intercorrente fra le due norme, dall’esistenza di un interesse o un valore costituzionale che deve essere garantito.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo del principio di ragionevolezza nel contesto costituzionale italiano?
  2. Il principio di ragionevolezza garantisce che la legge tratti in modo eguale situazioni ragionevolmente eguali e in modo diverso situazioni ragionevolmente diverse, giustificando razionalmente ogni parificazione o distinzione di trattamento.

  3. Come si struttura il giudizio di costituzionalità in relazione al principio di uguaglianza?
  4. Il giudizio di costituzionalità si basa su un'analisi triangolare che coinvolge la norma impugnata, l'articolo 3 della Costituzione come norma parametro, e una norma di paragone per valutare la violazione del principio di uguaglianza.

  5. Quali sono alcune delle deroghe costituzionali al principio di non differenziazione?
  6. Alcune deroghe includono gli articoli 7 e 8 per i rapporti tra Stato e confessioni religiose, l'articolo 37 per la tutela della madre lavoratrice estesa anche al padre, e l'articolo 38 per gli inabili e minorati.

Domande e risposte

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