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I motivi per cui si dimentica ciò che si studiaNonostante molte ore spese sui libri, capita spesso di dimenticare molto velocemente le informazioni da poco acquisite. In questi casi, il senso di frustrazione è sempre molto alto poiché non si comprende per quale motivo, nonostante l’impegno e il tempo investito sui libri, il risultato finale si dimostra deludente e l’apprendimento risulta molto scarso e disordinato.

È chiaro quindi che il numero di ore spese sui libri non determina necessariamente il conseguimento di una conoscenza soddisfacente delle informazioni poiché spesso, sovraccaricando troppo la mente, si rischia di affaticare troppo il cervello e di rendere vani tutti gli sforzi.
Ma per quale ragione si tende a dimenticare ciò che si studia? Per rispondere a questa domanda sono scesi in campo alcuni scienziati cognitivi che hanno identificato 5 motivi per cui gli studenti non memorizzano a lungo termine ciò che studiano.

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1. Sovrascrittura delle informazioni

Il nostro cervello è un contenitore di informazioni esteso ma limitato. Per questo motivo, impegnarsi per ricordare ogni informazione sarebbe soltanto uno sforzo inutile poiché il cervello opera una naturale selezione delle nozioni apprese, fissando quelle principali e tralasciando invece quelle accessorie. Ogni volta che incameriamo una conoscenza nuova, nella nostra mente si creano nuovi neuroni che determinano nuove sinapsi; l’avvio di questo processo presuppone però un abbandono delle connessioni meno recenti o utili.
In questo modo, le informazioni vengono sovrascritte secondo il livello di priorità ma anche quelle accantonate, si possono rispolverare e far riaffiorare attraverso la loro ripetizione.

2. La dispersione della concentrazione

Studiare per troppe ore consecutive è controproducente poiché il cervello per sua natura tende a disperdere la concentrazione dopo un determinato lasso di tempo. Per studiare ottimizzando al meglio il tempo esistono diverse tecniche che rispettano la durata naturale della concentrazione. Tra tutte, una delle più conosciute e apprezzate è la tecnica del pomodoro che prevede brevi sessioni di studio della durata di circa 25 minuti, seguite da pause di 5 minuti ciascuna. Alternare momenti di intensa attività cerebrale e di pausa, aiuta infatti a ristabilire il giusto livello di concentrazione per poter affrontare lo studio.

3. L’ansia da prestazione

L’ansia è un fattore comune tra gli studenti, soprattutto a ridosso di esami o verifiche. Spesso però l’eccesso di ansia può rappresentare un fattore inibente se non viene gestita e contenuta. Mentre si studia infatti, la paura può prendere il sopravvento deconcentrando il cervello con preoccupazioni riguardo alle domande che il docente farà o immaginando l’esito negativo della prova. In situazioni come queste, la concentrazione e le capacità mnemoniche vengono compromesse, rendendo lo studio improduttivo.
Insomma, è normale provare ansia prima di una prova, ma bisogna imparare a contenerla e a farne un punto di forza; non è infatti un elemento negativo di per sé ma, se gestita in modo sano, può invece rappresentare uno stimolo per dare il meglio nello studio e per raggiungere risultati ottimali.

4. Un ambiente privo di stimoli

Se da una parte è una buona abitudine studiare in un ambiente silenzioso e privo di distrazioni, dall’altra però alcuni studi hanno dimostrato che il cervello necessita costantemente di stimoli nuovi per mantenere alta la propria concentrazione: rimanere seduti per ore di fronte ad un libro, chiusi in un ambiente asettico, sembra non favorire il processo di apprendimento e di memorizzazione delle informazioni. Alcuni esperti ritengono infatti che cambiare il luogo in cui si studia possa essere una condizione produttiva, poiché il cervello è più predisposto ad immagazzinare le informazioni se sottoposto a stimoli visivi e spaziali.

5. La carenza di sonno

Il sonno notturno è senza dubbio un elemento indispensabile per garantire un equilibrato benessere psicofisico. Soprattutto nei periodi di grande stress o di studio intenso, il sonno è un alleato prezioso per elaborare le informazioni apprese anche mentre il cervello è a riposo. Per questo, è assolutamente controproducente fare il pieno di caffeina e dimezzare le ore di sonno, o peggio, trascorrere intere nottate sui libri. In situazioni come queste, lo studio diventa un lavoro inutile poiché l’eccessiva stanchezza o complessità dell’argomento che si sta affrontando, se non sono bilanciate dal riposo notturno, si trasformano in ostacoli insormontabili che impediscono un reale apprendimento. Insomma, il sonno è sempre un alleato importante per garantire le giuste energie al corpo e alla mente.

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