Concetti Chiave
- Il periodo dell'Umanesimo e del Rinascimento, dal tardo 1300 al primo 1500, segna una rinascita culturale con una transizione dall'Umanesimo al Rinascimento, caratterizzato dalla nascita delle monarchie nazionali in Europa.
- L'Italia era frammentata in comuni e signorie, con famiglie potenti come i Medici, che durante questo periodo furono influenti nel mantenere l'equilibrio politico attraverso figure come Lorenzo de Medici.
- La "Rinnovatio" del 1400 vede un ritorno al mondo classico e un passaggio dal teocentrismo all'antropocentrismo, con un rinnovato interesse per il latino classico e la filologia.
- Lorenzo de Medici, noto come "il Magnifico", fu un importante mecenate e scrittore, capace di mantenere la pace in Italia con la Pace di Lodi e di promuovere la cultura umanistica e il volgare.
- La "Canzone di Bacco" di Lorenzo de Medici è un'opera che celebra la gioventù e il "Carpe Diem", utilizzando figure mitologiche per trasmettere la fugacità della vita e l'importanza di vivere il momento presente.

Indice
Umanesimo e Rinascimento
Quando si parla di Umanesimo e Rinascimento si parla di un periodo di rinascita che va dagli ultimi anni del 1300 fino ai primi decenni del 1500, abbracciando un periodo storico-culturale molto ampio che viene suddiviso convenzionalmente dagli storici in due grandi fasi: la prima parte è detta Umanesimo e la seconda Rinascimento.
Nell’ Umanesimo è compreso il 1400, periodo in cui è avvenuta la svolta ideologica, che si contrappone ideologicamente al medioevo, e questa fase nel Rinascimento raggiunge il suo massimo splendore. Durante questo periodo, in Europa si assiste alla nascita delle monarchie nazionali: stati europei che si reggevano su un’organizzazione ben solida e strutturata, che fece diventare la Spagna, la Francia e l’Inghilterra le 3 nazioni più importanti e più potenti d’Europa; sono dette monarchie perché tutte avevano un monarca assoluto che le reggeva, il monarca si serviva di un apparato burocratico amministrativo molto solido che lo aiutava ad amministrare tutto il regno e esercitando anche ordini di controllo sul comportamento del sovrano, inoltre le monarchie vantano la presenza di un grande e forte esercito che ne assicurava la difesa, e tale era finanziato dal re stesso e formato da cittadini della stessa nazione. Per la Germania e l’Italia, il discorso cambia: la Germania aveva spezzettato un po’ il potere del sovrano con una organizzazione di tipo feudale. Allo stesso modo l’ Italia, era suddivisa in tante frazioni politiche: i comuni, formatisi durante il medioevo, per un periodo queste entità politiche funzionarono poiché il comune aveva portato una politica aperta a tutte le sfere sociali, poiché nell’amministrazione del potere contribuivano anche i mercanti i banchieri, e un parte del “popolo minuto” aveva la sua voce in capitolo. Però i comuni volevano estendere la loro potenza ed espandere i loro territori, quindi cominciarono le lotte fraticide fra i comuni stessi e questo portò a una situazione insostenibile, tanto che i cittadini stessi dei comuni chiesero alle famiglie più potenti di prendere in mano il potere e crearne uno più forte per poter contrastare i comuni. E’ durante questo periodo che si passò dai comuni alle signorie. Chi aveva più ricchezza e più consenso da parte della popolazione, riuscì a diventare signore della città. In Italia le più note signorie sono quelle dei Visconti, degli Sforza a Milano, dei Gonzaga a Mantova, degli Este di Ferrara, dei Montefeltro a Urbino e dei Medici a Firenze. L’Italia, durante questo periodo, divenne una delle nazioni europee più deboli, diventando territorio di conquista per Francia e Spagna. Prima la Francia con Carlo VIII nel 1494, e poi la Spagna per ben due secoli fino alla Pace di Utretc nel 1713, quindi dal 1599 dalla pace di Cateau-Cambrèsis (Catò Cambresì ) fino al 1713, la Spagna è stata padrona dell’Italia. Nonostante ciò, le Signorie diedero dal punto di vista culturale della letteratura, dell’arte, e della filosofia. Nel Meridione invece si impongono gli aragonesi, i quali uniranno la Sicilia con il Regno di Napoli, dando vita al Regno delle Due Sicilie. Ma gli aragonesi verranno cacciati e subentreranno gli angioini, a quel punto lo straniero era ormai entrato in Italia e dal 1494 le cose cambieranno perché prima la Francia e poi la Spagna diventeranno padrone della penisola italiana. Le signorie, diventando potenti, cominciarono un po’ a comportarsi come avevano fatto i comuni, e cominciarono la guerra fra di loro. Ogni signore aveva un suo esercito, questi eserciti erano formati da truppe mercenarie, e perciò l’esercito non era formato da cittadini della città che combattevano per amor di patria, e questo fu un elemento di grande debolezza per tutte le signorie italiane. Queste lotte fra le signorie cessarono grazie all’intervento di Lorenzo de Medici.
Egli, tra i signori, fu quello che maggiormente si adoperò per cercare di dare un equilibrio alla penisola italiana, ed è durante questo periodo di pace, conosciuta come la Pace di Lodi che l’Italia assistette a un periodo di serenità ed equilibrio. Proprio per questo motivo, Lorenzo de Medici viene considerato “l’ago della bilancia” della politica italiana. Fu un quarantennio molto importante per l’Italia, in particolare dal punto di vista culturale, perché tutti gli artisti stranieri giunsero in Italia per ammirare le bellezze artistiche e le opere più significative. La pace di Lodi però si interruppe nel 1494, poiché entrarono in Italia prima Francia, poi Spagna, e infine Austria. Nel periodo dell’Umanesimo, avvengono 2 fatti molto importanti: uno è la caduta dell’Impero Romano d’Oriente con la caduta di Costantinopoli avvenuta nel 1453, e il secondo è la scoperta dell’America, avvenuta nel 1492 grazie a Cristoforo Colombo, e risultando molto importante dal punto di vista economico, il Mediterraneo perde la sua centralità come punto fermo di commerci per tutta l’Europa, la Spagna e l’Inghilterra, che erano le due nazioni più forti dal punto di vista economico, cominciarono la loro espansione oltreoceano, finanziando varie spedizioni fra cui quella di Cristoforo Colombo, il quale sperando di arrivare nelle Indie, toccò le sponde di un’altra terra, ma sarà solo Amerigo Vespucci che darà il nome alla Terra Sconosciuta, ovvero la chiamerà America. Grazie a questa scoperta, i commerci si spinsero oltre oceano e cominciarono a essere importate tutte quelle materie prime che in Italia non erano presenti, facendo concorrenza al commercio nel Mediterraneo, l’Italia cominciò a crollare anche dal punto di vista economico.
per ulteriori approfondimenti sulla pace di Lodi vedi anche qua
La Rinnovatio del 1400
Nel 1400 avvenne una vera e propria “rinnovatio”, cioè una rinascita del mondo classico, il quale viene studiato, rivalutato e imitato. Il Quattrocento si fonda sul principio di imitazione dei classici, poiché si sentiva l’esigenza di rivalutare quelle capacità insite nell’animo umano, proprie dell’uomo, che nel Medioevo erano state soffocate a causa della religione cristiana che aveva imposto all’uomo una condotta di vita che mortificava una parte di sé stesso, per seguire la teoria teocentrica e quindi seguire una vita ascetica, che lo potesse al ricongiungimento con Dio. Piano piano, però questa svalutazione della vita terrena stava venendo meno, si sente il bisogno di rivalutare quelle capacità dell’uomo che come essere pensate può avere, e l’uomo comincia ad essere pensato come un Dio sulla Terra. Gli umanisti, infatti rivalutarono tutti gli aspetti della vita terrena, e le cosiddette humanae litterae, che sono gli studi in cui l’uomo era al centro del mondo e non più Dio. Perciò vi è un passaggio dal teocentrismo(Dio al centro del mondo) all’ antropocentrismo cioè l’uomo al centro di tutto. Ciò non vuol dire che Dio non esistesse più, ma semplicemente si ha una visione più laica della vita, la quale non escludeva la presenza di Dio. L’uomo, nella visione antropocentrica, deve capire che Dio esiste ed è sempre con lui, quindi deve sempre tendere all’alto, ma può essere anche lui un Dio sulla Terra, perché l’uomo è stato creato da Dio a sua immagine somiglianza, e se crea delle bellezze deve esaltare e goderne di ciò, senza sensi di colpa, come invece avveniva nel Medioevo. Proprio per questo motivo nell’Umanesimo si parla di edonismo, che è una parola che deriva dal greco e significa piacere, e sta ad indicare quel piacere che l’uomo deve provare nell’ammirare e nell’esaltare le sue stesse bellezze. Possiamo parlare di antropoteocentrismo cioè che l’uomo è al centro del mondo ma Dio non è scomparso dalla vita dell’uomo. Esaltando i classici viene rivalutato anche il latino, e infatti alcuni autori cominciarono nuovamente a riscrivere in latino. Il latino che venne rivalutato non fu certo quello del Medioevo ma il latino utilizzato dai classici cioè il latino di Cicerone. Tendendo a riscoprire i classici, a ristudiarli, a riproporre il latino per amore dei classici, si impose anche il principio di imitazione, che faceva sì che gli umanisti imitassero in tutto e per tutto i classici, ma cercarono di emularli. Altro fattore che grazie alla rivalutazione dei classici nacque è l’amore per la filologia, cioè il cercare quasi con ossessione di riportare le opere classiche al loro significato originale. tra gli umanisti che fecero ciò si ricordano Salutati, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, Poggio Bracciolini, Lorenzo Valla, egli è considerato il filologo più importante di tutto l’Umanesimo poiché riuscì ad affermare che la donazione di Costantino era un documento falso, confrontando la scrittura del documento scritto da Costantino con la scrittura del periodo in cui aveva vissuto Costantino, scoprì che quei termini, quella grafia non erano propri del secolo di Costantino, ma erano di attribuire a un’ epoca più tarda, perciò era un falso di cui la Chiesa si era impadronita per legittimare il potere temporale. Alcuni umanisti decisero di diventare educatori, per insegnare agli altri la nuova visione del mondo. I due casi più noti furono quelli di Guarino Veronese e Vittorino da Feltre, illustri latinisti e anticipatori dei metodi educativi moderni. Un grande umanista fu senz’altro Pico Della Mirandola, il quale scrisse un’importante orazione sulla dignità dell’uomo ovvero De hominis dignitate, in essa, mette in risalto la dignità dell’uomo, ma anche il suo libero arbitrio. La nuova cultura umanistica si diffuse in particolare nelle corti, perché era abitudine dei signori e dei principi circondarsi di artisti, letterati, pittori affinché la loro corte potesse godere sempre più di prestigio, poiché le corti non si facevano la guerra fra di loro solo combattendo ma anche dal punto di vista culturale. la corte che vantava gli artisti più importanti e più in voga durante quel periodo, veniva considerata tra le più prestigiose. Si parla di mecenatismo, perché ci si rifà ai tempi di Augusto con Mecenate.
Le corti più splendide furono quelle di Firenze, Venezia, Milano, Napoli, Ferrara, Mantova e Urbino. Un altro luogo in cui si sviluppò la cultura umanistica furono le botteghe degli artisti, gli artisti avevano una bottega in cui insegnavano ai loro apprendisti l’arte, proprio in una di queste botteghe che nasce la prospettiva. Altri luoghi in cui si sviluppò la cultura umanistica furono le biblioteche, e non solo, nacquero anche le prime accademie, le quali in un primo momento vennero considerate come dei circoli letterari, dei cosiddetti “cenacoli”, dove si riunirono tutti i letterati per discutere della loro arte. Le più importanti accademie del Quattrocento sono l’Accademia Romana, l’Accademia Platonica a Firenze, e l’Accademia Aldina a Venezia. La cultura umanistica verrà capita, in un primo momento, solamente da coloro che avevano una certa istruzione. La popolazione era legata ancora alla cultura Medievale. Gli autori che scrivevano in latino potevano essere capiti da un pubblico ristretto, perciò sentirono la necessità di utilizzare un'altra lingua che potesse essere più vicina al popolo ovvero il volgare. Esso era un volgare molto più raffinato, che riprende il volgare utilizzato da Petrarca nel suo Canzoniere. Il promotore della diffusione del volgare fu Alberti che propose una gara poetica detta Certame Coronario, che aveva come fine ultimo quello di dare al vincitore una corona d’argento. Nessuno vinse, però questo fu un momento in cui si rivalutò tantissimo il volgare. A far sì che il volgare si riaffermasse nuovamente come lingua fu anche Lorenzo de Medici. Lorenzo il Magnifico scrisse lui stesso in volgare, e donò al re di Aragona una sua raccolta, detta Aragonese, di testi in volgare toscano.
per un ulteriore approfondimento sulla donazione di Costantino vedi anche qua
Lorenzo il Magnifico
E’ chiamato così perché fu un grande artista, signore, scrittore, considerato l’ago della bilancia della politica italiana. Figlio di Piero de Medici e di Lucrezia Tornabuoni, nacque a Firenze nel 1449. L’amico Pulci lo spinse a cimentarsi nella poesia in volgare. Nel 1469 sposò Clarice Orsini, alla fine dello stesso anno morì il padre Piero perciò assunse il governo di Firenze, e con la sua politica di equilibrio assicurò un quarantennio di pace alla penisola con la pace di Lodi. Nel 1478, la famiglia dei Pazzi ordì una congiura per rovesciare il potere dei medici. L’agguato fu teso nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, dove perse la vita suo fratello Giovanni, Lorenzo si salvò grazie all’intervento di Poliziano che lo spinse nella sacrestia e ne sbarrò le porte. La congiura coincideva con un momento di pericolo di Firenze, in contrasto con il papa e con il regno di Napoli. Lorenzo però riuscì a trovare un accordo con il re Ferdinando d’Aragona a cui donò anche una sua raccolta di testi in volgare toscano. Lorenzo fu anche un grande mecenate. Morì nella villa di Careggi nel 1492 e alla sua morte comincia il declino che porterà l’invasione dei francesi in Italia nel 1494 con Carlo VIII.
per ulteriori approfondimenti su Lorenzo De Medici vedi anche qua
Lorenzo il Magnifico e l’azione letteraria
Durante la sua vita Lorenzo de Medici si cimentò in vari generi letterari e scrisse tre poemetti di carattere satirico e burlesco che sono l’Uccellagione di Starne (in ottave, narra una battuta di caccia), il Simposio ( caricatura in terzine dei più famosi ubriaconi di Firenze), e la Nercia da Barberino ( in ottave che parla dell’amore rusticale di un pastore di nome Vallera per una popolana di nome Nercia). Importanti sono le canzoni a ballo e i canti Carnascialeschi, in quei tempi ogni anno a Firenze si festeggiava il Carnevale, con una sfilata di carri allegorici finanziati dal signore della città. Chi era sopra il carro poteva recitare i canti carnascialeschi, uno di questi canti fu scritto da Lorenzo de Medici: la Canzone di Bacco. Si cimentò anche su poesie petrarchiste, e scrisse un poemetto in ottave Ambra, che narra la storia della passione amorosa del fiume Ombrone per la bella fanciulla Ambra, la quale venne trasformata in roccia ( riprende il mito di Apollo e Dafne).
per un ulteriore approfondimento sulle opere di Lorenzo de Medici vedi anche qua
Canzone di Bacco
Il celebre componimento è un trionfo scritto per il carnevale del 1490. In alcune parti il canto assume toni più pensosi, rivolgendosi in una meditazione sulla brevità della vita. Essendo un amante dei classici, Lorenzo de Medici studiò anche Orazio e la sua filosofia del Carpe Diem che Lorenzo vuole trasmette.
- 1 strofa: Viene fuori proprio il Carpe Diem, perché la giovinezza rappresenta la fase della vita dell’uomo più felice e di ciò si deve godere, perché dopo di essa comincerà la vita adulta, dopo cominceranno le malattie per poi sopraggiungere la morte, perciò dice godete in presente perché il domani è incerto.
- 2 strofa: vediamo sfilare davanti a noi i carri con i personaggi che Lorenzo de Medici presenta, la presentazione avviene con un pronome dimostrativo che è “questo”, presente in quasi tutte le strofe. Il carro è allegorico perché tutti i personaggi rappresentano altro, cioè sono dei personaggi mitologici, perciò lui dimostra la sua grande erudizione attraverso la mitologia. Bacco è il Dio del Vino, dell’ ebbrezza, della vita, gli dei mitologici che simboleggiano la giovinezza sono Bacco e Arianna. Bacco e Arianna si amano alla follia, e si godono attimo per attimo il loro amore. Presenta anche le ninfee che sono divinità minori, e i satiri, divinità minori che molestano continuamente le ninfee.
- 3 strofa: i satiri, innamorati delle ninfee, cominciavano a infastidirle e a molestarle, forse eccitati a causa del vino, ballano e saltano in continuazione.
- 4 strofa: Le ninfee si fanno ingannare e sedurre piacevolmente dai satiri, poiché l’amore può avere riparo solamente in un cuore nobile ( si rifà al concetto stilnovistico e ribadisce la terzina dantesca “Amor chi nulla amato amar perdona, presente del V canto dell’Inferno della Divina Commedia) perciò tutti insieme cantano e ballano.
- 5 strofa: comincia a presentare dei personaggi negativi. Parla di Sileno, il quale si trova su un asino straziato per il suo peso, poiché grasso e vecchio. Era precettore e amico di Bacco, infatti venne spesso raffigurato ubriaco. In realtà il peso simboleggia i vizi, è un vecchio che ha mal vissuto.
- 6 strofa: parla di re Mida. Egli aveva ricevuto il dono di poter trasformare tutto in oro, però questo dono gli fu fatale perché trasformò in oro anche il cibo e le bevande. E dice Lorenzo de Medici “ a cosa gli è giovato avere tutto quell’oro se dopo è per quello che è morto?” ( questo vuol dire che bisogna accontentarsi di quello che si ha e non cercare la ricchezza).
- 7 strofa: Lorenzo dice che questa ballata è dedicata a tutti giovani e vecchi, donne e uomini, nessuno si deve nutrire del domani, bisogna godersi il presente, bisogna godersi la giornata di Carnevale.
- 8 strofa: C’è un’esaltazione del Dio Bacco (dio dell’ebbrezza) e di amore. Godetevi il presente perché la vita è fugace, quello che ci può essere oggi non ci può essere domani.
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali caratteristiche dell'Umanesimo e del Rinascimento?
- Qual è stato il ruolo di Lorenzo de Medici nella politica italiana del Rinascimento?
- Come ha influenzato Lorenzo de Medici la letteratura del suo tempo?
- Quali eventi storici importanti si sono verificati durante il periodo dell'Umanesimo?
- Qual è il significato della "Canzone di Bacco" di Lorenzo de Medici?
L'Umanesimo e il Rinascimento rappresentano un periodo di rinascita culturale e ideologica tra la fine del 1300 e i primi decenni del 1500, caratterizzato dalla rivalutazione del mondo classico, il passaggio dal teocentrismo all'antropocentrismo, e l'emergere delle monarchie nazionali in Europa.
Lorenzo de Medici, noto come "Lorenzo il Magnifico", è stato fondamentale nel mantenere l'equilibrio politico in Italia, contribuendo alla pace di Lodi e promuovendo un periodo di stabilità e fioritura culturale.
Lorenzo de Medici ha influenzato la letteratura del suo tempo scrivendo in volgare e promuovendo il mecenatismo, sostenendo artisti e letterati, e contribuendo alla diffusione della cultura umanistica.
Durante l'Umanesimo, si sono verificati eventi storici significativi come la caduta di Costantinopoli nel 1453 e la scoperta dell'America nel 1492, che hanno avuto un impatto profondo sull'economia e la cultura europea.
La "Canzone di Bacco" è un componimento che celebra il Carpe Diem, esortando a godere del presente e della giovinezza, riflettendo sulla brevità della vita e l'importanza di vivere intensamente ogni momento.