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Concetti Chiave

  • L'Unità d'Italia nel 1861 portò a squilibri tra Nord e Sud, con un diffuso analfabetismo e uso prevalente dei dialetti, ostacolando l'unificazione civile.
  • La questione meridionale emerse con problemi come disoccupazione, sfruttamento minorile e corruzione, documentati da Sonnino in Sicilia.
  • Per combattere l'analfabetismo, furono introdotte le leggi Casati e Coppino, rendendo la scuola elementare gratuita e obbligatoria, e promuovendo l'unificazione linguistica.
  • La letteratura post-unitaria utilizzò generi come il romanzo storico e il melodramma per riflettere i valori nazionali e formare un'identità culturale.
  • Autori come Collodi, De Amicis e Salgari contribuirono alla narrativa nazionale con opere che combinavano morale, avventura e pedagogia.

h2]Problemi dell’Italia post-unitaria Nel 1861 avviene l’Unità d’Italia: un'unità dal punto di vista territoriale e politico ma non dal punto di vista civile. Infatti ci sono forti squilibri fra Nord e Sud e il diffuso analfabetismo e l’uso prevalente dei dialetti rispetto a una lingua nazionale sono fra gli ostacoli maggiori che il neo-Stato deve affrontare. Anche dal punto di vista economico il popolo vive una forte crisi: il deficit è gravissimo, il tasso di disoccupazione alle stelle e molta gente soffre la fame.
Nasce in questo periodo la cosiddetta “questione meridionale”, espressione entrata in uso a seguito di un’inchiesta condotta in Sicilia da Sonnino in cui sono documentate le piaghe sociali come la disoccupazione, sfruttamento del lavoro minorile, la mafia e la corruzione.

Indice

  1. La lingua
  2. Francesco De Sanctis
  3. I generi letterari
  4. Gli scapigliati
  5. La narrativa, genere di successo
  6. Carlo Collodi
  7. Edmondo De Amicis
  8. Emilio Salgari

La lingua

“Fare gli italiani” significa dopo il 1861 risolvere il problema dell’unificazione linguistica. La questione della lingua diventa una questione nazionale di massima urgenza. L’italiano è dopotutto lo strumento con cui tutti i cittadini possono comunicare tra loro. In realtà però vi sono divisioni e squilibri: innanzitutto il Nord è scolasticamente più avanzato, opponendosi ad un Sud più arretrato. Nella comunicazione orale inoltre il ricorso ai dialetti è maggioritario ovunque. Gli analfabeti in Italia, negli anni 50 dell’Ottocento, ammontano a circa l’80% della popolazione.
Per combattere l’analfabetismo, grazie alla Legge Casati la scuola elementare diventa gratuita e obbligatoria nel primo biennio. In seguito con la Legge Coppino, obbligatoria fino ai 9 anni.
Sono introdotte le scuole tecniche. Si stabilisce un canone di classici della letteratura (soprattutto i Promessi Sposi) considerati fondamentali per creare un’identità culturale nazionale.
Ci sono però molte problematiche: il sistema scolastico è mal organizzato e nelle classi si parla quasi esclusivamente il dialetto.
I Promessi Sposi diventano il cardine dell’educazione letteraria e linguistica: il romanzo è considerato uno strumento pedagogico e diventa ufficialmente un genere formativo.
Lo stesso Manzoni è chiamato dal ministro della Pubblica istruzione Emilio Broglio a presiedere una Commissione per le riforme del sistema scolastico. Egli propone di adottare come lingua comune il fiorentino e incoraggia la realizzazione di un vocabolario.
Ci sono tuttavia linguisti che criticano il programma manzoniano. E’ l’esempio del linguista Ascoli, il quale pensa invece che la lingua debba seguire un processo di maturazione, incoraggiato dagli intellettuali. La scuola non deve essere l’unico fattore a favorire la diffusione della lingua, ma anche la leva obbligatoria, l’industrializzazione e la circolazione libraria.
Il governo inizia a fondare infatti molte biblioteche, musei nazionali e Archivi di Stato. Altri luoghi importanti sono salotti e caffè, frequentati da artisti e intellettuali. Importante è anche la funzione dell’editoria e dei giornali tra cui “Il corriere della sera” e “La Stampa”. Nasce così la figura dello scrittore-giornalista . Tra gli autori di rilevante importanza ricordiamo: Francesco De Sanctis, Giosue Carducci, Collodi e Edmondo De Amicis.

Francesco De Sanctis

Studioso, intellettuale e per più volte ministro della pubblica istruzione.Persegue un idealismo laico e democratico. Pubblica la “Storia della letteratura italiana”, nato come manuale scolastico. La letteratura è infatti per lui uno strumento pedagogico e civile. Il metodo da lui applicato si fonda sullo storicismo, dottrina tendente a ricercare il vero significato di ogni manifestazione umana nel suo momento storico.
Per De Sanctis la funzione del letterato è quella di rappresentare i valori civili da trasmettere al popolo. All’interno del manuale inquadra la nascita della letteratura a Dante, in quanto l’esperienza letteraria si collega con l’impegno etico e politico. Critica la letteratura rinascimentale e barocco, riconoscendo però l’importanza di Machiavelli e Galilei come promotori di uno studio della realtà basandosi sull’osservazione diretta e l’esperienza. L’esigenza di una rigenerazione morale si fa sentire però nel Settecento con Parini e Alfieri, che vedrà la nascita di un uomo desideroso di conoscenza. Verrà elaborato alla massima potenza con Leopardi e Manzoni.
De Sanctis contribuisce alla diffusione dei romanzi di Zola, che ispireranno gli scrittori veristi Capuana e Verga.

I generi letterari

In questo periodo conferma il suo ruolo fondamentale la storia: esso contamina i romanzi, il teatro e il melodramma. Tutti questi generi fanno da specchio ai valori del nuovo ceto politico e intellettuale. Nasce in questo periodo la cosiddetta letteratura garibaldina ovvero un complesso di opere incentrate sulle imprese di Garibaldi e i Mille. Costituisce una testimonianza e una sorta di commemorazione delle imprese.
Alla metà del secolo si diffonde sempre di più il romanzo storico, consacrato da Manzoni. Rievocano età passate per esigenze di propaganda nazional-patriottica.
Tra i generi che più hanno contribuito alla formazione dell’identità nazionale è il melodramma: un misto tra musica e parole che dà voce alla cultura popolare. L’opera lirica permette la circolazione di modelli ideologici e arriva a diversi strati della società. Si rivolge infatti ad un pubblico largo. Il più illustre esempio dell’opera lirica del tempo è indubbiamente Giuseppe Verdi.

Gli scapigliati

Milano si conferma come la città più aperta alle nuove tendenze provenienti dall’Europa. Molti scrittori, provenienti soprattutto dalla Sicilia, si trasferiscono a Milano per praticarvi l’attività giornalistica o collaborare con le case editrici. Tra questi Giovanni Verga e Luigi Capuana, esponenti del verismo. Dopotutto Milano è la città più moderna della penisola, che punta al progresso e all’innovazione. Tra i primi a cogliere i segnali di rinnovamento è un gruppo di intellettuali in Lombardia, i cosiddetti Scapigliati. Questi sentono il bisogno di distinguersi e segnare la differenza rispetto al passato. Gli scapigliati denunciano l’ipocrisia della vita borghese, gli ideali romantici e risorgimentali e Manzoni. Manzoni rimane un modello di riferimento per il richiamo al vero, ma gli viene rimproverato di aver impedito che gli ideali del primo romanticismo trovassero spazio nella cultura italiana.

La narrativa, genere di successo

Il romanzo nel corso dell’Ottocento assume un ruolo centrale e comprende diverse varianti: dal romanzo storico a quello di formazione e a quello di avventura. E’ un genere popolare.
Oltre ai Promessi Sposi di Manzoni, romanzi di eguale importanza sono i Malavoglia di Verga e il Piacere di D’Annunzio. I veri grandi successi di fine secolo sono però “Le avventure di Pinocchio” di Collodi e “Il Cuore” di De Amicis. Importante ruolo anche Salgari e Fogazzaro.
Si rende sempre più urgente il bisogno di creare un’immagine omogenea e concorde della società. Proprio le opere di Collodi e De Amicis interpretano al meglio l’intento nazional-pedagogico: trasmettono un messaggio per i più piccoli e aspirano a divenire modello ideologico.
Si diffonde sempre di più la narrativa d’avventura grazie a Salgari e il giornalismo di viaggio di De Amicis, per un bisogno di evasione da parte dei lettori borghesi. Si diffonde sempre di più la moda del Grand Tour e dell’esotico e l’ambientazioni delle storie come Sandokan o il Corsaro nero sono spesso luoghi inesplorati nella vita reale e frutto dell’immaginazione dello scrittore.
Oltre al sentimentale e l’esotico si registra la predilezione per il piccolo e il vicino. Alcuni narratori fanno del confronto tra moderno e antico il fulcro della propria ispirazione: sono aperti alle novità ma rimpiangendo il passato. E’ il caso di Fogazzaro, che pur accogliendo il richiamo delle novità scientifiche e culturali, rimane ancorato al passato e all’idealizzazione di un mondo di provincia pieno di ricordi.

Carlo Collodi

Nasce nel 1826 a Firenze. All’inizio si dedica principalmente all’attività giornalistica ma la fama arriva con la pubblicazione de “Le avventure di Pinocchio” nel 1881. E’ un libro pensato per un pubblico giovane delle classi medie e medio-basse. La morale si adatta alla realtà di un’Italia da edificare. Racconta una storia di formazione: il burattino si trasforma mano a mano in un adolescente consapevole e un cittadino onesto. Il libro ha una funzione etico-pedagogica ma comunque con ambientazioni e personaggi fiabeschi.
Dal punto di vista linguistico la fiaba si incrocia con il racconto orale toscano e il romanzo di formazione. Realtà e fantasia si sovrappongono: si intrecciano personaggi verosimili e personaggi di fantasia. L’ambivalenza caratterizza il protagonista stesso: da un semplice burattino diventa un bambino in carne e ossa.

Edmondo De Amicis

Intraprende la carriera giornalistica compiendo numerosi viaggi che riportava nei suoi articoli, ottenendo un riscontro positivo dai lettori sempre più affascinati da questo gusto per l’esotico e per l’oriente. Nel 1886 pubblica Cuore, commissionato dall’editore milanese Treves e ambientato in una scuola elementare. Il titolo riflette il modo di sentire del ceto borghese. L’autore propone un’educazione sentimentale, sociale e politica. Cerca di fornire all’Italia ideali e modelli di comportamento. Infatti essendo ambientato in una scuola sono riportate le forti differenze linguistiche ed economiche tra gli alunni.
Dal punto di vista letterario in Cuore si intrecciano il genere diaristico, epistolare e novellistico. La struttura portante è quella di un diario. La voce narrante è quella di Enrico Bottini, un giovane scolaro torinese di terza elementare, il quale narra la vita scolastica. E’ un racconto mensile in cui presenta tutti i suoi compagni di classe, modelli che incarnano schemi di comportamenti e valori diversi. La classe raffigura un modello in miniatura di tutta la società, sono i futuri cittadini d’Italia. L’opera è considerato un manuale per la formazione del giovane italiano.

Emilio Salgari

Nasce a Verona ma una volta sposato si trasferisce a Torino. Il successo di vendite arriva con Il corsaro nero. Gli ultimi anni sono resi amari dalle controversie con gli editori e dalla malattia mentale della moglie. Nel 1911 si suicida.
Con Salgari l'Italia si appassiona alla narrativa d’avventura e ambientazione esotica. Il suo è un esotismo casalingo privo di inquietudine e al contempo lontano dalla fantascienza.
Salgari intercetta il gusto di massa e il desiderio di sogno caro al pubblico borghese del tempo. Egli immagina un altrove esotico: sogna l’emancipazione e la fuga in luoghi lontani e inesplorati. Alcuni tratti comuni dei suoi romanzi sono: l’ambientazione esotica, l’eroismo dei personaggi, le trame imperniate sullo scontro tra l’eroe e il potere autoritario e sull’amore impossibile.
Nel Corsaro nero sono narrate le vicende di Emilio di Roccabruna, detto il Corsaro nero, tra battaglie navali, assalti, fughe e duelli. Salpa per Maracaibo per reclamare il cadavere del fratello, ucciso dal governatore Wan Guld. Durante il viaggio si innamora di Honorata, tuttavia scoprirà che in realtà lei è la figlia e, combattuto tra onore e amore, fa imbarcare la giovane su una scialuppa e l’abbandona in mare.

Domande da interrogazione

  1. Quali erano i principali problemi dell'Italia post-unitaria?
  2. Dopo l'Unità d'Italia nel 1861, il paese affrontava forti squilibri tra Nord e Sud, un diffuso analfabetismo e l'uso prevalente dei dialetti. Inoltre, c'era una grave crisi economica con un alto tasso di disoccupazione e fame diffusa.

  3. Come si cercò di risolvere il problema dell'analfabetismo in Italia?
  4. Per combattere l'analfabetismo, furono introdotte la Legge Casati e la Legge Coppino, che resero la scuola elementare gratuita e obbligatoria. Inoltre, furono stabiliti canoni di classici della letteratura per creare un'identità culturale nazionale.

  5. Qual era il ruolo di Francesco De Sanctis nella cultura italiana post-unitaria?
  6. Francesco De Sanctis, intellettuale e ministro della pubblica istruzione, pubblicò la "Storia della letteratura italiana" come manuale scolastico, vedendo la letteratura come uno strumento pedagogico e civile. Promosse l'idealismo laico e democratico.

  7. Quali generi letterari erano prominenti nell'Italia post-unitaria?
  8. I generi letterari prominenti includevano il romanzo storico, il melodramma e la letteratura garibaldina. Questi generi riflettevano i valori del nuovo ceto politico e intellettuale e contribuivano alla formazione dell'identità nazionale.

  9. Quali erano le caratteristiche principali delle opere di Emilio Salgari?
  10. Le opere di Emilio Salgari erano caratterizzate da ambientazioni esotiche, eroismo dei personaggi, trame basate sullo scontro tra eroe e potere autoritario, e amori impossibili. Salgari immaginava un altrove esotico che affascinava il pubblico borghese.

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