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Concetti Chiave

  • La disoccupazione viene spesso discussa come una calamità moderna, ma è importante riconoscere che oggi si manifesta in modi diversi rispetto al passato.
  • Nei paesi industrializzati, la disoccupazione non porta più alla miseria estrema, ma piuttosto a un tenore di vita accettabile per molti senza lavoro.
  • Gli anziani e i giovani sono particolarmente colpiti dalla disoccupazione, con effetti psicologici e sociali significativi, contribuendo a un senso generale di infelicità.
  • La disoccupazione è solo un aspetto di una crisi più ampia che include problemi familiari e mancanza di punti di riferimento stabili.
  • È essenziale comprendere appieno il fenomeno della disoccupazione, evitando di trattarlo come un semplice luogo comune o un problema isolato.

La disoccupazione
Non passa giorno senza che un uomo politico, in Italia o fuori, deprechi l'alto tasso di disoccupazione, promettendo provvedimenti per farlo scendere. La disoccupazione è diventata l'incubo del nostro tempo, la calamità che affligge i popoli, la peste dei tempi moderni. Con particolare riferimento all'Europa, dove i disoccupati sono, proporzionalmente alla popolazione, più numerosi che altrove. Ora, non nego che la disoccupazione sia un malanno.

Ma ho l'impressione che sia anche diventata un luogo comune, e che coloro che ne parlano non sempre sappiano di che cosa stanno parlando. Assistiamo a una specie di riflesso condizionato. Già negli anni Trenta la disoccupazione era fonte di disperazione e causa di tanti guai, fra i quali anche l'ascesa di Hitler al potere. tema svolto di italiano sulla disoccupazioneOra tutto è cambiato intorno a noi: ma si continua a parlare di disoccupazione con gli stessi accenti con cui se ne parlava allora, come se si trattasse sempre dello stesso fenomeno.
Il punto di partenza che conviene tener presente, quando si affronta il tema, è che nella prima metà del secolo i disoccupati erano veramente dei disperati, ridotti alla miseria e alla fame: si mettevano in coda, anche nei paesi ricchi come gli Stati Uniti e l'Inghilterra, per un piatto di minestra; rovistavano nei rifiuti in cerca di cibo. Oggidì, la disoccupazione è sempre una sciagura, ma si manifesta in modo diverso; è deprecabile, ma per altre ragioni. I disoccupati del Duemila sono sempre infelici, ma non per l'assillo di una povertà paragonabile a quella del passato, non così estrema. La società moderna, nei paesi industriali avanzati, quindi anche in Italia, eccezion fatta per alcune zone del Mezzogiorno, è abbastanza benestante, nel complesso, per sopportare il peso di una parte della popolazione non produttiva, e per farla partecipare, mediamente, a un certo benessere. Anche chi è senza lavoro gode per lo più di un tenore di vita non proprio spregevole. Ci sono disoccupati, a quanto si sente dire da coloro che si occupano di questi problemi, che vanno a cercare lavoro in automobile.
Sono disoccupati, oggidì, uomini e donne non più giovani, scartati dalle loro aziende in modo più o meno brutale perché non servono più, e ormai troppo avanti negli anni per trovare un nuovo lavoro; e sono disoccupati molti giovani in attesa del primo impiego perché non conoscono ancora un mestiere, oppure perché non trovano un lavoro adatto alla loro preparazione e alle loro inclinazioni. Le condizioni degli uni e degli altri, degli anziani e dei giovani, sono causa di depressione, di squilibri psicologici; se vogliamo usare una parola facile ma onnicomprensiva, sono causa di "infelicità". Uno psicologo che conosce molti giovani in cerca di lavoro osserva che la disoccupazione è una causa di turbamento per la gioventù moderna, ma non è l'unica. Più grave ancora, a suo avviso, è la disgregazione della famiglia; la mancanza di punti di riferimento sicuri; la mancanza, in molti casi, di un padre, perché i genitori si sono separati: tutte cose note, e dette e ridette tante volte, e non certo rimediabili con provvedimenti governativi. Ma anche la disoccupazione, male moderno, deve essere vista nel quadro di una crisi generale, e non come l'unico grande flagello dei paesi industriali avanzati. Se ne parla tanto: quanti si chiedono che cosa significhi in realtà, e che cosa c'è dietro?

Domande da interrogazione

  1. Qual è la percezione comune della disoccupazione nel contesto moderno?
  2. La disoccupazione è vista come un incubo e una calamità dei tempi moderni, spesso discussa con accenti simili a quelli del passato, nonostante le condizioni siano cambiate.

  3. Come si differenzia la disoccupazione odierna rispetto a quella degli anni Trenta?
  4. Oggi, la disoccupazione è meno legata alla miseria estrema e più a un disagio psicologico e sociale, con i disoccupati che spesso mantengono un tenore di vita accettabile.

  5. Quali sono le principali categorie di disoccupati nel contesto attuale?
  6. I disoccupati odierni includono sia persone anziane scartate dalle aziende sia giovani in cerca del primo impiego, entrambi affrontano depressione e squilibri psicologici.

  7. Quali sono le cause di infelicità legate alla disoccupazione secondo lo psicologo citato?
  8. Oltre alla disoccupazione, l'infelicità è causata dalla disgregazione familiare, mancanza di punti di riferimento e assenza di una figura paterna stabile.

  9. Come dovrebbe essere vista la disoccupazione nel contesto dei paesi industriali avanzati?
  10. La disoccupazione dovrebbe essere considerata nel quadro di una crisi generale, non come l'unico grande flagello, e richiede una comprensione più profonda delle sue cause.

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